Le elezioni britanniche del 4 luglio si sono concluse con la vittoria del Partito Laburista guidato da Keir Starmer, un risultato che non ha sorpreso dato che tutti i sondaggi indicavano una sconfitta dei Conservatori dopo 14 anni di dominio nella politica del Regno Unito. L’ex leader del Partito Laburista, Jeremy Corbyn, è riuscito a ottenere il numero di voti necessario e ha guadagnato un seggio alla Camera dei Comuni dopo la rottura con il partito avvenuta dopo le elezioni del 2019.

Chi è Jeremy Corbyn, biografia dell’ex leader del Partito laburista

Jeremy Corbyn è nato il 26 maggio 1949 a Chippenham, in Inghilterra. È figlio di una madre insegnante di matematica e di un padre ingegnere elettrico. Entrambi i genitori di Corbyn erano membri del Partito Laburista. Suo fratello maggiore è Piers Corbyn, meteorologo noto per le sue idee negazioniste sul cambiamento climatico e anti-vaccino.

Durante gli anni di studio, il giovane Corbyn si è unito alla Campagna per il disarmo nucleare. Ha lasciato la scuola all’età di 18 anni. In quegli anni ha partecipato anche alle campagne contro la guerra del Vietnam. Corbyn ha lavorato brevemente per quotidiani locali. Successivamente tra il 1969 e il 1970 ha fatto il volontario in Giamaica e ha visitato diversi paesi dell’America Latina, tra cui Argentina, Brasile, Cile e Uruguay.

Si è sposato tre volte. Ha avuto tre figli dalla sua seconda moglie. Il patrimonio netto di Jeremy Corbyn è stimato in circa 3 milioni di sterline.

La carriera politica

Corbyn è diventato politicamente attivo da molto giovane. All’età di 16 anni si è unito al Partito Laburista come i suoi genitori. Dopo un periodo trascorso all’estero, è tornato nel Regno Unito e ha lavorato per diversi sindacati. All’età di 24 anni è stato eletto al consiglio di Haringey, un borgo londinese. Negli anni successivi ha iniziato a ricoprire ruoli di maggior peso all’interno del Partito Laburista.

Nel 1983 è stato eletto per la prima volta membro della Camera dei Comuni per il collegio di Islington Nord. Nel 2001 è stato eletto nel comitato direttivo della “Stop the War Coalition”, un gruppo che si oppone al coinvolgimento del Regno Unito nei conflitti militari. Ha contrastato, infatti, il coinvolgimento del paese nella guerra in Iraq. Nel periodo successivo alla fine del conflitto, ha anche chiesto che Tony Blair venisse indagato per presunti crimini di guerra durante la guerra in Iraq. Il politico laburista è stato un attivista contro l’apartheid in Sudafrica e sostiene un’Irlanda unita e sovrana.

Nel 2015 è salito alla guida del Partito Laburista. L’anno successivo, Corbyn si è schierato per il no alla Brexit nel referendum. La vittoria del sì all’uscita dall’Unione Europea ha portato forti critiche al leader laburista. Nelle elezioni del 2017 è riuscito ad aumentare i voti dei laburisti ma nel 2019 ha subito una sconfitta amara che gli è costata la leadership del partito, lasciando il suo posto a Keir Starmer. A Corbyn è stato impedito candidarsi. Il suo incarico parlamentare è stato sospeso dopo le speculazioni sull’antisemitismo.

La rivincita di Corbyn

Il politico britannico ha scelto di candidarsi alle elezioni come indipendente. Nel voto del 4 luglio, Corbyn è stato eletto per l’11esima volta dal collegio di Islington Nord, ottenendo 24mila voti contro i 16mila del candidato laburista Praful Nargund.