Fratelli d’Italia denuncia l’ennesimo episodio di intolleranza e di minacce nei confronti della premier Giorgia Meloni. A Castel Condino, provincia di Trento, una scritta realizzata da ignoti su un muro auspica una morte violenta della premier, sperando che faccia la stessa fine dell’ex dittatore fascista Benito Mussolini.

La sezione locale di FdI ha subito espresso la propria vicinanza a Meloni, mentre il sindaco di Castel Condino ha denunciato alle autorità gli ignoti autori della scritta. In corso le indagini.

A Castel Condino (Trento) minacce contro Giorgia Meloni. La sezione locale di Fratelli d’Italia: “Solidarietà alla premier”

Messaggi d’odio e minacce contro la premier Giorgia Meloni: è quanto accaduto in un piccolo paese in provincia di Trento. Il sindaco di Castel Condino, Stefano Bagozzi, ha denunciato di aver trovato – nelle prime ore di oggi 5 luglio 2024 – una scritta su un muro della città, il cui contenuto non lascia adito a dubbi sulla sua natura violenta:

Giorgia quando avrai finito farai la fine di Benito.

Il Benito al quale si fa riferimento è, ovviamente, Mussolini: l’ex dittatore fascista venne ucciso a Dongo (in provincia di Como) dopo esser stato giudicato da un tribunale improvvisato dai partigiani, per poi esser appeso a testa in giù a Piazzale Loreto (aprile 1945) insieme ai corpi di Claretta Petacci (sua amante), Nicola Bombacci, Achille Starace ed Alessandro Pavolini.

Gli ignoti che hanno scritto il messaggio quindi augurano alla Meloni una fine analoga e brutale. Il sindaco Bagozzi ha fatto subito cancellare la scritta, anche se qualche foto è circolata sulle piattaforme social.

Dalla sezione locale di Fratelli d’Italia, del quale Bagozzi è un esponente della prima ora, sono arrivati subito messaggi di solidarietà per Meloni. Alessandro Urzì, coordinatore regionale di Fratelli d’Italia del Trentino Alto Adige, ha detto in una nota stampa:


Non posso che esprimere il mio totale disappunto verso la presenza nella società di provocatori seriali che richiamano la violenza come metodo per ostacolare la libera scelta dei cittadini a favore di un governo e di un presidente del consiglio investiti della fiducia popolare. È un approccio di intolleranza sul quale non si può tacere e ci si attende l’espressione della solidarietà da tutte le forze politiche, di ogni orientamento, in Trentino. Esprimo a nome di tutta Fratelli D’Italia la mia solidarietà alla comunità di Castel Condino, al sindaco ed ovviamente al presidente del consiglio dei ministri ancora una volta così duramente oggetto di proclami intimidatori che in ogni caso non ostacoleranno l’azione riformatrice del governo e di FdI tutta.

Gli altri casi di minacce a Meloni

Ciò che è accaduto in provincia di Trento non è il primo caso di minacce contro la premier Meloni. Al di là delle legittime critiche che le sue decisioni governative possono suscitare in chi non è del suo stesso schieramento politico o si ritiene toccato in prima persona, specie sulle piattaforme social il linguaggio è tracimato ben presto in discorsi d’odio e in vere e proprie minacce alla persona di Meloni.

Dopo una delle diverse visite che la premier ha fatto a Caivano, per mostrare gli interventi governativi a favore della città, alla fine dell’agosto scorso alcuni messaggi social minacciavano la premier a causa della sua scelta di sostituire il Reddito di cittadinanza con misure meno onerose per lo stato ma soprattutto che coinvolgevano meno persone.

Nemmeno Fratelli d’Italia era stato risparmiato: a Martano, in provincia di Lecce, la sede locale di FdI era stata imbrattata con la scritta “Assassini” sulla porta d’ingresso. Gli esponenti meloniani sembrano ormai non contare più, nelle loro dichiarazioni, tutti i casi in cui molti si sono scagliati contro di loro con messaggi d’odio.