A parte gli scherzi, in effetti il Long Island è uno dei cocktail più “cattivi” che ci siano in circolazione: bisogno davvero avere fegato per affrontarlo, abitudine ai superalcolici e soprattutto non avere nulla da fare dopo averlo bevuto e assolutamente nessuna auto da guidare. Long Island: ricetta per pochi eletti quindi? No, se lo si vuole solo preparare, per affrontarlo come detto, la presenza di ben cinque superalcolici diversi lo rende piuttosto impegnativo dal punto di vista del consumo. 

Il consiglio spassionato e un po’ ironico che ci sentiamo di dare prima di iniziare a raccontare la ricetta Long Island è quella di mettere sul “piatto” (come si diceva una volta) una musica adeguata: il Blasco che canta fegato spappolato andrà benissimo. Ma anche qualcosa di più moderno come i Four Tet o Burial potrebbero fare al caso nostro. Long Island: ricetta che ci apre in modo assolutamente degno il mondo molto interessante dei cocktail storici, quelli che non mancano mai nella lista di un locale che si rispetti e che, nonostante la sua “potenza”, almeno una volta va assaggiato. Perché sarà anche impegnativo ma è anche un ottimo cocktail. 

Omen nomen: Long Island ice tea

Alcuni lo chiamano proprio così, Long Island ice tea, perché la colorazione che assume questo cocktail che mescola insieme cinque spiriti e la cola alla fine ricorda quella di un the freddo. Piccolo aneddoto che risulta più essere una leggenda che storia vera è che la ricetta Long Island sia stata inventata da un bartender verso la fine degli anni 20, inizio anni 30 del secolo scorso, quando negli Stati Uniti vigeva il severo proibizionismo. Nessuno poteva bere alcolici in pubblico e per questo abbondavano locali clandestini nel quali poterlo fare. 

Per questo a Mister Robert Butt, il bartender citato sopra, venne in mente un’idea a dir poco geniale: comporre un cocktail che non avesse l’apparenza di un cocktail e che quindi non attirasse l’attenzione delle Forze dell’ordine incaricate di reprimere l’alcolismo. Oltre a questo Butt pensò che la soluzione ottimale sarebbe stata che, oltre alla vista la ricetta Long Island componesse un cocktail che non emanasse neppure l’odore dell’alcol. Ed ecco la nostra specialissima bevanda, dall’innocente apparenza e dall’aroma che ricorda pienamente quello di un the al limone. 

Colore, sapore, intensità: ecco la ricetta del Long Island

Bene avviciniamoci quindi al punto focale: parliamo della ricetta Long Island, ovvero di quel cocktail inserito nella lista internazionale delle preparazioni che viene definita una vera e propria bomba alcolica. Poiché all’anagrafe statunitense non risultata la presenza di un alcun Robert Blutt di professione bartender, dobbiamo arguire che questo signore non abbia lasciato una ricetta Long Island cocktail brevettata. Quindi ci si può affidare a quella che è oggi la ricetta IBA, ma nella tradizione, per esempio, gli spiriti non vanno agitati con ghiaccio nello shaker ma semplicemente mescolati: questo davvero compone una bomba alcolica piuttosto impegnativa. 

Ciò premesso andiamo ad elencare gli ingredienti e poi i passaggi per comporre uno squisito Long Island: ricetta di cocktail internazionale. Preparate il cocktail direttamente in un bicchiere highball già freddo e versateci: 

  • 1,5 cl di gin
  • 1,5 cl di rum bianco
  • 1,5 cl di tequila
  • 1,5 cl di triple sec
  • 1,5 cl di vodka
  • 2,5 cl di succo di limone
  • 3 cl di sciroppo di zucchero
  • cola per completare

Per prima cosa rompete il ghiaccio e mettetelo nel bicchiere, quindi versate di seguito gli alcolici (l’ordine non è importante, ma se volete seguire quello elencato negli ingredienti va bene) e infine aggiungete succo di limone, sciroppo di zucchero e la cola. Va mescolato con delicatezza, non serve creare dei turbini. La decorazione finale va fatta con scorze di lime e limone. 

Una versione più equilibrata di questo cocktail prevede l’utilizzo dello shaker: versatevi dentro tutti gli spiriti e agitate. Quindi versate il composto in un bicchiere con ghiaccio e infine aggiungete la cola.