“Chiara Ferragni si è arresa” scrivono in molti sui social, mentre arrivano aggiornamenti sul caso delle uova di Pasqua targate Dolci Preziosi, per il quale si voleva verificare una corretta comunicazione (che fosse quindi non ingannevole) della promozione e vendita dei dolci pubblicizzati dall’influencer.

Chiara Ferragni ha deciso di risolvere il contenzioso con l’Antitrust, accettando di pagare una somma di 1,2 milioni di euro. L’accordo è stato raggiunto per chiudere definitivamente la questione. L’Autorità Garante della Concorrenza e del Mercato ha approvato gli impegni presi dalle società coinvolte, rendendoli vincolanti.

Antitrust, Chiara Ferragni paga 1,2 milioni di euro per il caso “uova di Pasqua”

Si chiude il contenzioso con l’Antitrust tramite un accordo che prevede che le società coinvolte nella questione, quindi quelle legate a Ferragni (note come Tbs Crew, Fenice , Sisterhood) e la produttrice delle uova Cerealitalia, donino in totale almeno 1,3 milioni di euro all’organizzazione benefica “I Bambini delle Fate” nel giro di tre anni.

Di questi, 100.000 euro saranno devoluti da Cerealitalia. L’istruttoria era stata avviata dall’Antitrust, come anticipato, per verificare la correttezza delle comunicazioni commerciali legate alla promozione dell’influencer delle uova di Pasqua.

Le società si sono anche impegnate a separare con chiarezza le iniziative commerciali da quelle finalizzate alla beneficienza, per evitare che in futuro ci possano essere comunicazioni ingannevoli.

La reazione del Codacons: “Si conclude con successo l’operazione trasparenza”

Il Codacons ha reagito subito con soddisfazione. L’associazione aveva presentato un suo esposto all’Antitrust che aveva portato proprio all’apertura dell’istruttoria. Il presidente Carlo Rienzi ha dichiarato:

“Si conclude con successo l’operazione trasparenza avviata dal Codacons già nel 2020 per tutelare i cittadini da operazioni di beneficenza opache o ingannevoli. Riteniamo corretta la decisione dell’Antitrust di sostituire le sanzioni con donazioni in favore dei soggetti più bisognosi.

Ma la cosa più importante è che finalmente si blocca l’assurdo connubio tra beneficenza e vendite di prodotti, dato che le società di Chiara Ferragni si sono impegnate a separare in modo netto e permanente le attività commerciali da quelle benefiche.”

I follower dell’influencer si sono anche chiesti perché ieri, 4 luglio 2024, ha rinunciato al ricorso della multa per il caso del Pandoro-gate.

Il comunicato di risposta dell’influencer: “Ora le attività commerciali sono separate da quelle benefiche”

Per qualche tempo è mancata la voce più importante di tutte in questa delicata questione: quella della stessa Chiara Ferragni. L’influencer ha voluto precisare, sia con una storia su Instagram sia con un comunicato ufficiale del proprio brand, che “I Bambini delle Fate” riceveranno circa un milione di euro per i prossimi 3 anni.

Specie su X, in molti hanno subito notato che Ferragni ha cercato di presentare tutto come un gesto di altruismo disinteressato un patteggiamento intercorso fra la propria società e quella di beneficenza. Fra i passaggi più interessanti del comunicato si può segnalare questo:

Come segno concreto di impulso ed incentivo ad attività benefiche, le Società parti del Procedimento hanno assunto impegni economici, consistenti in versamenti in favore dell’impresa sociale “I Bambini delle Fate”, pari, per tre anni, al 5% dei rispettivi utili distribuibili, con un minimo complessivo di 1.200.000 euro per il triennio.

Con specifico riferimento all’attività di comunicazione relativa a iniziative benefiche, le Società hanno deciso di separare nettamente le attività commerciali da quelle benefiche, impegnandosi ad astenersi dallo svolgimento di operazioni in cui attività commerciali siano connesse ad attività benefiche e, con specifico riferimento a quest’ultime, a darne illustrazione in apposita sezione dei rispettivi siti web di prossima creazione. Infine, le Società si sono impegnate all’adozione di un’autoregolamentazione interna relativa alle attività di comunicazione e marketing.

Un ragionamento analogo è stato poi svolto dalla stessa Ferragni nella storia su Instagram:

Il primo impegno consiste in un contributo economico volontario, che è una donazione e non dunque una sanzione per un minimo di complessivi 1.200.000 euro per l’attività sociale “I Bambini delle Fate”. Le società poi si assumono l’impegno, cui tengo in modo particolare, della separazione totale delle operazioni commerciali delle società dalle attività benefiche.