Si chiama Benito Miarelli l’uomo che intorno alle 22 di ieri, 3 luglio 2024, ha ucciso il fratello, con cui viveva, a Pannarano, in provincia di Benevento, decapitandolo. 59 anni d’età, sarebbe affetto, secondo Il Messaggero, da problemi psichici che comunque non ne comprometterebbero l’esistenza. La sua storia ricorderà a molti quella di Daniele Severi, che di recente è stato condannato all’ergastolo in primo grado per aver ucciso e decapitato il fratello a Forlì.

Chi è Benito Miarelli, l’uomo che decapitato il fratello Annibale a Pannarano, Benevento

Sembra che il 59enne conducesse una vita normale. Nella casa in cui ha ucciso il fratello Annibale, di loro proprietà, avrebbe vissuto per diverso tempo da solo; la vittima, di 65 anni, vi sarebbe tornata solo di recente dopo una vita trascorsa in gran parte a Roma: aveva perso la moglie e voleva avvicinarsi al resto della famiglia.

Lo riporta Il Messaggero, secondo cui tra i due, da un po’, le liti a causa della convivenza si erano fatte continue. Al culmine dell’ennesima Benito Miarelli avrebbe preso la decisione di accoltellare il familiare, decapitandolo e gettandone la testa dal balcone. Una storia da film, che nella tarda serata di ieri, 3 luglio, ha sconvolto la piccola comunità di Pannarano, in provincia di Benevento.

A dare l’allarme, mettendosi in contatto con le forze dell’ordine, dei vicini di casa di Miarelli. Al loro arrivo, i carabinieri, con l’aiuto dei vigili del fuoco, avrebbero sfondato la porta dell’abitazione (perché il 59enne si era barricato al suo interno) e lo avrebbero tratto in arresto senza che opponesse ulteriore resistenza.

Non sarebbero stati trovati, sul posto, segni di colluttazione. Trasferito in Questura, l’uomo sarebbe stato interrogato per diverse ore: non si sa ancora se abbia fatto luce sul movente del delitto, ma avrebbe ammesso le sue responsabilità. Al momento si troverebbe in carcere.

Il caso di Franco Severi, ucciso e decapitato dal fratello a Civitella di Romagna, Forlì

Il caso di Annibale avrà riportato alla mente di molti quello di Franco Severi, l’agricoltore di 52 anni che il 22 giugno del 2022 fu trovato decapitato in una scarpata attigua alla casa colonica in cui abitava a Civitella di Romagna, in provincia di Forlì.

Secondo i giudici che lo scorso maggio, al termine di una camera di consiglio di oltre sei ore, lo hanno condannato in primo grado all’ergastolo, il fratello Daniele, di 64, lo uccise

verosimilmente attingendolo con colpi di arma da fuoco al capo e/o al collo, cui seguivano la decapitazione (al cadavere veniva amputato l’estremo encefalico e il collo) e il trascinamento in un dirupo scosceso adiacente all’abitazione della vittima.

Ad incastrarlo, diversi elementi: non da ultimo, le tracce di sangue rinvenute su un paio di guanti trovati all’interno del bagagliaio della Fiat Panda rossa che aveva in uso, appartenenti proprio al 52enne. Era accusato anche di stalking: sembra che prima di ucciderlo abbia minacciato il fratello per diverse volte, mettendo in atto, nei suoi confronti, delle condotte persecutorie.

Il movente? “Il rifiuto di Franco” di consentirgli di gestire il podere di famiglia – su cui sembra godesse di un affitto a lungo termine – dopo la pensione e la separazione dalla moglie e i soldi: pensava che Franco ne avesse molti. Lo riporta Forlì Today, che ricorda anche che la difesa ha sempre sostenuto la sua innocenza. Non a caso aveva chiesto che fosse assolto “per non aver commesso il fatto”.