Assegno di inclusione 2024: sospensione, revoca e decadenza. Qual è l’errore che fa perdere l’Assegno di inclusione? L’INPS ha chiarito le responsabilità e le sanzioni applicabili in caso di mancato rispetto degli obblighi da parte dei beneficiari dell’Assegno di inclusione. Le conseguenze per chi non rispetta le regole ricadono sull’intero nucleo familiare. In questa guida, esamineremo:

  • cosa comporta la sospensione, la revoca e la decadenza dell’Assegno di inclusione;
  • quali sono gli errori più comuni che possono portare alla perdita del beneficio;
  • come evitare di incorrere in sanzioni.

Assegno di inclusione 2024: sospensione, revoca e decadenza.

L’errore che fa perdere l’Assegno di inclusione

Come riportato dal Ministero del Lavoro, la decadenza dal beneficio per mancato rispetto degli obblighi normativi legati al rilascio dell’Assegno di inclusione comporta delle conseguenze per l’intero nucleo familiare.

I criteri principali per l’Assegno di inclusione prevedono il rispetto di diversi requisiti, sia da possedere all’atto della domanda che successivamente. Vediamo insieme di cosa si tratta.

Comunicazioni ufficiali e monitoraggio

Quali sono gli errori più comuni che possono portare alla perdita del beneficio

L’INPS, nel messaggio n. 2132 del 5 giugno 2024, ha fornito indicazioni dirette agli operatori coinvolti nel processo di controllo per il rilascio dell’Assegno di inclusione.

In particolare, il messaggio fa riferimento a tutti i nuclei familiari (beneficiari) che devono presentarsi al primo incontro obbligatorio.

Per facilitare il monitoraggio, la piattaforma SIISL (Sistema Informativo per l’Inclusione Sociale e Lavorativa) mette a disposizione dei beneficiari un contatore dei 120 giorni nell’area riservata.

È importante sottolineare che, dopo il primo appuntamento, gli operatori dei servizi sociali devono registrare tempestivamente l’avvenuta presentazione sulla piattaforma GEPI.

Non si tratta di una formalità, bensì di una registrazione con carattere prioritario, indispensabile per sbloccare eventuali sospensioni dell’assegno e per resettare il contatore per le future scadenze.

Tempi di registrazione e pagamenti

L’INPS precisa che le registrazioni effettuate entro il 20 del mese saranno elaborate con tempistiche tali da garantire i pagamenti mensili successivi.

Tuttavia, per le registrazioni effettuate in una data successiva, l’elaborazione avverrà secondo un ordine che predisporrà i pagamenti nel mese successivo.

I fruitori dell’Assegno di inclusione non perderanno le mensilità arretrate spettanti, a condizione che sia stata attivata la sospensione del sussidio.

In breve, gli obblighi dei percettori dell’Assegno di inclusione (ADI) sono i seguenti:

  • presentarsi al primo appuntamento entro 120 giorni dalla sottoscrizione del Patto di inclusione attiva (PAD);
  • controllare il contatore dei 120 giorni sulla piattaforma SIISL;
  • assicurarsi che gli operatori dei servizi sociali registrino la loro partecipazione sulla piattaforma GEPI.

L’INPS sospende il sussidio se il beneficiario non rispetta tali obblighi. Tuttavia, non è tutto perduto: una volta completati tutti gli adempimenti necessari, il contatore viene resettato e i beneficiari possono recuperare le mensilità arretrate.

È possibile saltare il primo appuntamento?

Assegno di inclusione 2024: sospensione, revoca e decadenza: come evitare di incorrere in sanzioni

All’interno degli obblighi previsti per i beneficiari dell’Assegno di inclusione, figura la presentazione obbligatoria presso i servizi sociali del Comune di residenza entro 120 giorni dalla sottoscrizione del Patto di attivazione digitale (PAD).

È importante sottolineare che, in caso di mancata partecipazione al primo incontro, è comunque nell’interesse del beneficiario presentarsi autonomamente ai servizi sociali.

In caso contrario, il sussidio verrà sospeso fino al recupero dell’appuntamento. La mancata presentazione senza giustificato motivo comporterà la decadenza dal beneficio economico.

Di seguito, un riepilogo delle tempistiche da rispettare:

Soggetti attivabili al lavoro:

  • sottoscrizione del Patto di servizio entro 60 giorni presso i centri per l’impiego. La mancata presentazione comporta la decadenza dell’assegno per l’intero nucleo familiare. In assenza di convocazioni entro i 60 giorni, i pagamenti verranno sospesi temporaneamente.

Soggetti non attivabili al lavoro:

  • Sottoscrizione del Patto di servizio entro 90 giorni presso un patronato o i servizi sociali. La mancata sottoscrizione comporta la sospensione del beneficio, a eccezione dei componenti di età pari o superiore ai 60 anni, con disabilità o vittime di violenza di genere inserite in percorsi di protezione.

Infine, si ricorda che ogni altro appuntamento mancato, come ad esempio le convocazioni dai centri per l’impiego per l’adesione a progetti di orientamento al lavoro, comporterà l’applicazione di sanzioni per l’intero nucleo familiare, con la sospensione o la perdita del sussidio.

Assegno di inclusione: decadenza, sospensione e revoca

L’INPS ha spiegato le regole specifiche e i casi di sospensione, riguardanti i singoli componenti del nucleo familiare, che in determinate circostanze non vengono più considerati nella scala di equivalenza. Inoltre, sono previste ipotesi di revoca e decadenza di seguito indicati.

Sospensione:

  • misure cautelari personali;
  • provvedimenti di condanna non definitivi;
  • Situazioni di latitanza o volontaria sottrazione all’esecuzione della pena;
  • mancato rispetto degli obblighi di presentazione ai servizi competenti;
  • accettazione di un’offerta di lavoro per un periodo compreso tra uno e sei mesi.

Revoca:

  • dichiarazioni omesse o false nella domanda per il beneficio o nelle successive comunicazioni obbligatorie relative a variazioni di reddito, patrimonio o composizione del nucleo familiare.

Assegno di inclusione: motivi di decadenza

  • condanna definitiva del beneficiario per reati con pena non inferiore a un anno;
  • patteggiamento ai sensi dell’art. 444 c.p.p., derogando all’art. 445, comma 1-bis, c.p.p.;
  • mancata sottoscrizione del Patto per l’inclusione o del patto di servizio personalizzato;
  • assenza di un componente del nucleo ai servizi sociali o al servizio per il lavoro competente senza giustificato motivo;
  • assenza ingiustificata a iniziative formative o altre iniziative di politica attiva;
  • mancata accettazione di un’offerta di lavoro per i componenti del nucleo attivabili;
  • comunicazioni mancanti o false che influenzerebbero la prestazione, nonché mancata presentazione di una DSU aggiornata in caso di variazione del nucleo;
  • un componente del nucleo viene trovato a svolgere attività lavorativa senza aver effettuato le comunicazioni prescritte durante le attività ispettive.