Nonostante le diverse uscite anticipate e le opzioni di pensionamento, molti continuano a fare affidamento sulla Pensione di Vecchiaia e su quella Anticipata, le due misure previdenziali riformate dalla Legge Fornero del 2012.

Purtroppo, negli ultimi anni, queste forme di pensionamento hanno subito modifiche significative, e altre sono previste per il prossimo anno.

Riforma pensioni 2025, ultima ora

La principale modifica per la Pensione di Vecchiaia, a partire dal 2025, riguarda i coefficienti di trasformazione.

Questi coefficienti vengono applicati sul montante contributivo accumulato dal pensionato per tutti i contributi rientranti nella fascia temporale definita dalla Riforma Dini del 1995.

È importante ricordare che fino al 31 dicembre 1995 tutti i contributi erano calcolati con il sistema retributivo. I contributi successivi sono invece calcolati con il modello contributivo, ma ciò dipende anche dal numero di anni contributivi maturati (ad esempio, se si maturano 18 anni di contributi entro il 1995, la parte contributiva inizia dal 2012).

Con la modifica dei coefficienti di trasformazione, chi andrà in pensione nel 2025 potrebbe ritrovarsi con un assegno leggermente ridotto, almeno per la parte calcolata con il sistema contributivo.

Tuttavia, salvo nuove disposizioni nella prossima Manovra, non dovrebbero esserci ulteriori penalizzazioni come quelle introdotte l’anno scorso. Ad esempio, fino al 31 dicembre 2023, era necessario che la pensione maturata fosse pari o superiore a 1,5 volte la minima (circa 800 euro).

Per il 2024, questa penalizzazione non è prevista; è richiesto solo un assegno minimo di 534 euro, una soglia più facilmente raggiungibile rispetto agli 800 euro. Questo importo, infatti, con soli 20 anni di contributi (se da redditi bassi), potrebbe non essere così facile da raggiungere.

Come cambia la Pensione di Anzianità?

Modifiche ai Requisiti Contributivi

Per quanto riguarda la Pensione di Anzianità, nel 2025 sono previsti gli stessi requisiti contributivi:

  • 42 anni e 10 mesi per i lavoratori;
  • 41 anni e 10 mesi per le lavoratrici.

Possibile Introduzione di Quota 41

Tuttavia, questa opzione potrebbe non essere più la scelta ideale per tutti i pensionati se “Quota 41 per tutti” dovesse essere implementata l’anno prossimo. Questa misura prevede la possibilità di andare in pensione con 41 anni di contributi, di cui 12 mesi maturati entro il diciannovesimo anno di età.

Penalizzazioni e Ricalcolo

Nonostante i vantaggi apparenti, per renderla operativa dopo anni di proposte e rifiuti, si stanno proponendo penalizzazioni significative, come il ricalcolo integrale con il modello contributivo anche della parte retributiva, con il rischio di ottenere un assegno molto ridotto.

Pensioni 2025: Impatto Economico

Pensione di Vecchiaia

Nel caso della Pensione di Vecchiaia, l’importo dell’assegno potrebbe variare a seconda che si abbiano 18 anni di contributi entro il 1995 o meno.

Esempio Estremo:

  • Lavoratore con 47 anni di contributi iniziando a lavorare a 16 anni.
  • 18 anni di contributi maturati nel 1995, più 16 anni per il periodo 1996-2011, totale 34 anni con sistema retributivo e 13 anni con sistema contributivo (2012-2024).
  • Con un reddito annuo medio di 25mila euro, la pensione corrisponderebbe al 100% dell’ultimo stipendio.

Se invece si maturano solo 15 anni di contributi prima del 1995, si avrebbero 28 anni sotto il sistema contributivo, riducendo l’assegno pensionistico a 22mila euro, circa il 12% in meno.

Pensione Anticipata

Per chi opta per la Pensione Anticipata con 42 anni di contributi, l’assegno annuale sarebbe di circa 21mila euro grazie alla parte retributiva. Tuttavia, se si accede a “Quota 41 per tutti” con la penalizzazione contributiva, l’importo scenderebbe a 18mila euro, circa il 15% in meno.