Come era facile pronosticare, la proposta di legge avanzata dal presidente dei senatori di Forza Italia Maurizio Gasparri di istituire un fondo con il quale dare mille euro al mese per cinque anni alle donne che scelgono di non abortire, ha acceso gli animi mai sopiti attorno alla norma che regolamenta dal 1978 l’aborto, la 194. Molti l’hanno considerata una sorta di mancia, un’offesa alle donne volto più a influenzarle subdolamente quando si trovano a scegliere se proseguire una gravidanza che altro. Sta di fatto che il diretto interessato, Gasparri, ai microfoni di Tag24.it, ha difeso a spada tratta la sua iniziativa parlamentare.

Reddito di maternità: mille euro al mese a chi non abortisce. Perché Gasparri difende la sua iniziativa

Perché Maurizio Gasparri difende a spada tratta il suo disegno di legge che mira a dare mille euro al mese alle donne che pensano di abortire per motivi economici? E’ davvero un’offesa, una mancanza di rispetto nei confronti delle donne?

“Chi dice questo va compatito perché è esattamente il contrario. La legge 194, all’articolo 5, sancisce che quando una donna, nei colloqui che precedono l’aborto, confida che la sua è una decisione dettata da difficoltà economiche, gli operatori cui si rivolge devono aiutarla. Ma come? La legge non definisce nel concreto che tipo di aiuto le istituzioni devono garantire in questo caso alle donne. Io, tardivamente, cerco di aiutarle, se vogliono, accedendo a un sostegno di mille euro al mese per cinque anni. Quindi, non faccio altro che riempire un vuoto della 194, ma con un intervento lineare ad essa”

A chi può andare il reddito di maternità: bisogna avere un reddito inferiore ai 15 mila euro. Ed essere italiane

Il reddito di maternità può andare alle donne che certifichino un Isee del loro nucleo familiare inferiore ai 15 mila euro e che siano cittadine italiane. Le opposizioni hanno obiettato che la norma Gasparri mira a comprare la loro libertà di scelta di abortire. Ma la conclusione di Gasparri è questa:

“Chi dice che è un’offesa è talmente in malafede che non merita nemmeno una replica”