Nell’assenza totale di talento e idee, chi riesce ancora a mantenere viva la luce della speranza di un’Italia da ricostruire è Gianluigi Donnarumma. Tutti bocciati, senza possibilità di nuovo appello. Ma non il portierone azzurro, capace di mostrare le sue capacità tra parate stratosferiche e leadership che in campo si è palesata senza timore alcuno. Un punto di riferimento per tutti secondo Giovanni Galli.
L’ex portiere del Milan e campione del Mondo con l’Italia nell’82 ne sa qualcosa. La storia parla per lui, e in Gigio vede quella volontà di ferro da cui ripartire. Certo, non sarà “elegante come Vicario” afferma Galli, ma il suo peso specifico lo fa sentire sotto ogni punto di vista. Si deve ripartire da lui, così come da Riccardo Calafiori, altra nota positiva per il ct Luciano Spalletti che però “deve cominciare a capire di essere selezionatore e non allenatore”, sottolinea Giovanni Galli a “Melting Sport” su Radio Cusano Campus.
Un’Italia nel segno di Donnarumma, le parole di Giovanni Galli
Difficile riuscire una nota positiva dentro questa Italia, specie dopo la debacle dopo la Svizzera, ma Giovanni Galli non ha dubbi: Gianluigi Donnarumma è stata la lieta novella di una storia partita male e finita peggio. Le aspettative erano alte, tutte disattese tra incertezza tattica e pochezza atletica, che hanno nuovamente riportato il discorso su un innovazione nel mondo del calcio italiano che puntualmente non arriva.
Va fatto, cercando di trarre forza da quelle poche certezze a disposizione, come Gigio ad oggi riesce a dare. Non solo per le parate, ma anche per il carattere. Giovanni Galli punta proprio su questo: “Sono sincero, se mi dovessi dire se Donnarumma riempie i tuoi occhi come portiere dico no, per me il portiere è altro. Ma riconosco che abbia fatto un grande Europeo come figura e non come parate. Si vedeva che era un riferimento per gli altri in tutto e per tutto, poi lui ovviamente ci ha messo del suo.
Ne ha subite di critiche il portierone del Paris Saint Germain, ma l’hanno fortificato: “L’ho visto cresciuto tanto – spiega Galli – anche se per me la figura del portiere è rappresentata da Vicario per quanto riguarda la bellezza. Il portiere deve essere elegante, lui è mastodontico, ma sta di fatto che è estremamente efficace e sono contento per lui“. La certezza, dunque, è una: “Si riparte da lui così come da Calafiori, che è stato tra i migliori, ma sul resto vanno fatte riflessioni“.
Uno Spalletti “selezionatore”
Servono idee chiare, ne dovrà avere anche Luciano Spalletti. Il commissario tecnico dell’Italia è finito al centro del dibattito, l’accusa è quella di non aver dato un’identità precisa alla squadra, mandandola in confusione. Oltre a questo, a far storcere il naso anche le convocazioni, non idonee secondo molti. Se il rinnovamento deve partire attraverso basi solide, queste devono partire da certezze tattiche.
Ma al netto di questo, Giovanni Galli è convinto che quello di Spalletti sia il nome giusto per poter cercare di costruire qualcosa, anche se a tal proposito Giovanni Galli ha un consiglio per il suo collega e amico: “Luciano lo conosco, è un fratello. Lui è un testardo, sono convinto che queste partite le rivedrà cento volte per correggere i difetti. Se gli verrà data l’opportunità di lavorare può far bene, ma deve capire una cosa: con l’Italia deve essere per forza di cose un selezionatore e non un allenatore“.