Un gran numero di candidati di sinistra e del centro sono stati ritirati nel tentativo di bloccare l’ascesa di Rassemblement National di Le Pen in vista del secondo turno delle elezioni in Francia del 7 luglio 2024. Il blocco presidenziale dei macronisti e la coalizione di sinistra, Nuovo Fronte Popolare, hanno adottato separatamente una strategia di ritiro dei terzi contendenti nelle circoscrizioni, permettendo così un testa a testa tra i due candidati più votati.
Francia, gli avversari di Le Pen ritirano i candidati per contrastare il RN al secondo turno
Il primo turno delle elezioni in Francia si è concluso il 30 giugno. Rassemblement National di Marine Le Pen e Jordan Bardella ha ottenuto il 33,15 per cento dei consensi. L’estrema destra è vicina a vincere il maggior numero di seggi ma nulla è ancora deciso. Il secondo turno del voto, che si terrà il 7 luglio, sarà decisivo per il futuro del paese. Le forze di centro e di sinistra hanno fatto la loro parte ritirando i candidati arrivati terzi al primo turno, mirando a favorire quelli con il maggior numero di consensi contro i rappresentanti del partito di estrema destra.
Il termine per le dichiarazioni dei candidati è terminato martedì 2 luglio. Secondo quanto riportano i media francesi, circa 224 candidati hanno rinunciato alla corsa per non sottrarre voti ai candidati avversari del Rassemblement National. Le Monde riporta che domenica 7 luglio si svolgeranno 406 duelli e in 89 circoscrizioni sono stati presentati tre candidati. Solo in due casi ci saranno quattro candidati che si affronteranno.
Due possibili scenari
Se il partito di Le Pen riuscisse a ottenere 289 seggi su 577, ovvero la maggioranza assoluta, il paese entrerebbe in una nuova era di coabitazione. La Francia ha sperimentato diverse volte la coabitazione, ossia con diversi schieramenti rappresentati al governo e alla presidenza, come ad esempio tra il 1986 e il 1988, quando il presidente socialista, François Mitterrand, e il neogollista, Jacques Chirac, hanno guidato il paese. Questa volta lo scenario politico è molto diverso, dato che Le Pen si colloca all’estrema destra e potrebbe entrare in conflitto con il presidente europeista Macron, soprattutto sulle questioni politiche riguardanti l’Unione Europea, a causa di profonde fratture ideologiche. Il nuovo governo deve inoltre affrontare diverse questioni, che spaziano dal tema della fiscalità alla guerra in Ucraina.
I macronisti hanno condotto una campagna contro gli estremisti di destra e anche contro la coalizione di sinistra, in particolare i componenti più radicali come La France Insoumise di Jean-Luc Melenchon. Dopo il 30 giugno, la coalizione presidenziale mira a non perdere voti a favore del partito di Le Pen ma allo stesso tempo esclude fermamente una potenziale alleanza o un futuro governo con il partito di Melenchon. Se le forze avversarie riuscissero a bloccare il Rassemblement National, non ci sarebbe una maggioranza assoluta ma non sembra nemmeno esserci una possibilità di coalizione in vista. Il paese potrebbe comunque trovarsi sotto la guida di un governo di minoranza. Questo scenario potrebbe rallentare le riforme necessarie e mettere le istituzioni in crisi.