Ieri, 1 luglio 2024, l’Istat ha reso noto un report relativo agli anni 2022 e 2023 assai preoccupante: rileva che sono quasi due milioni le donne molestate almeno una volta nella vita sul luogo di lavoro. Insomma: avances sgradite, battutacce, sguardi insistenti, atteggiamenti fuori luogo, se non quando vere e proprie offese e molestie fisiche sono all’ordine del giorno nel nostro Paese. E a farne le spese sono soprattutto le più giovani, le under 24, mentre l’autore delle molestie è per lo più un maschio, anche se non mancano i casi in cui le vittime sono gli uomini, importunati nel 26,4% dei casi da colleghe e nel 20,6% da colleghi. A fronte di questo quadro, le denunce sono ancora poche. Stando sempre all’Istat, solo il 2,3% delle donne ha contattato le forze dell’ordine e il 2,1% altre istituzioni ufficiali. Nell’8% dei casi, invece, si sono rivolte a consulenti; nel 14,9% al datore di lavoro e nel 16,3% dei casi ai colleghi. Per cercare di far emergere di più questo fenomeno, quindi, in Parlamento, c’è chi si batte per far approvare una legge sulle molestie con l’aggravante dei luoghi di lavoro.

Istat: due milioni di donne molestate al lavoro, ma poche denunce. Il fenomeno anche sui social

La ricerca dell’Istat si è basata sugli anni 2022 e 2023 in cui si sono fatti sentire ancora gli effetti della pandemia. Ma l’istituto di statistica ha rilevato che le molestie sono tantissime anche a distanza, grazie ai social. In questo caso, le donne vittime sono 1 milione e 311 mila. Le proposte indecenti a sfondo sessuale, che in passato hanno visto coinvolti anche nomi noti dello spettacolo, si susseguono a ritmo forsennato soprattutto sui canali di messaggistica come WhatsApp e Messenger.

La proposta di legge di Valeria Valente (Pd): “E’ indispensabile perché ora è difficile arrivare a una sanzione”

Tag24.it ha avuto l’opportunità di parlare con la senatrice del Partito Democratico Valeria Valente. Quarantasei anni, professione avvocata, nella scorsa legislatura è stata per quattro anni presidente della commissione d’inchiesta del Senato sul femminicidio e la violenza di genere di cui ora è una componente nella bicamerale.

D Senatrice Valente, perché serve una legge sulle molestie con le aggravanti dei luoghi di studio e di lavoro?

R “I dati dell’Istat confermano che la situazione è grave e che ogni giorno, oltre che con le discriminazioni di genere e con il gap retributivo, le lavoratrici in Italia devono fare i conti anche con un atteggiamento e con comportamenti maschili di prevaricazione fisica e psicologica a sfondo sessuale. Una legge è indispensabile perché attualmente, senza la fattispecie di reato delle molestie, è molto difficile che si arrivi a una sanzione. Perché ci sia violenza bisogna provare le minacce, l’abuso di autorità e la violenza fisica. Per tutti gli altri comportamenti che rientrano appunto nelle molestie sessuali, non esistendo il reato, si rientra nella violenza privata che è punita in maniera molto blanda”.

D Anche per questo ci sono poche denunce?

R “Assolutamente sì. Ma prevedere l’aggravante dei luoghi di lavoro e di studio è necessario anche perché sono luoghi in cui si crea l’asimmetria di potere uomo-donna, che è terreno di coltura per le molestie”.

D Lei di fronte ai dati Istat ha chiesto di discutere subito il suo e gli altri disegni di legge che giacciono in Parlamento

“Perché è urgente passare dalle parole ai fatti e arrivare ad una legge. Attualmente il ddl del Pd a mia prima firma e quelli di altre forze politiche sono stati assegnati alle commissioni Giustizia e Lavoro. Chiediamo alla maggioranza e in particolare ai presidenti Giulia Bongiorno e Francesco Zaffini di iniziare l’esame al più presto”.

Valente: “Bisogna chiudere il cerchio della lotta alla violenza contro le donne”

D Da quanto tempo lavora a questo ddl?

R “E’ un ddl che avevo già presentato nella passata legislatura, ma non c’è stato il tempo di approvarlo. L’ho ripresentato perché credo che l’istituzione del reato di molestie sessuali con le aggravanti dei luoghi di studio e di lavoro sia necessario anche per chiudere il cerchio della lotta alla violenza contro le donne. C’è molestia sessuale quando con minacce, atti o comportamenti indesiderati a connotazione sessuale, in forma verbale o gestuale, si reca a qualcuno molestia o disturbo violando la dignità della persona”.

D Ha un’esperienza personale da cui è derivato l’impegno contro le molestie sul lavoro?

R “No. Ma nella passata legislatura sono stata presidente della Commissione di inchiesta del Senato sul femminicidio nonché su ogni forma di violenza di genere. Con il coinvolgimento di tutte le forze politiche, abbiamo svolto numerose indagini e approvato 13 relazioni. La violenza contro le donne, di cui le molestie sui luoghi di lavoro e di studio sono uno dei volti, non è un fenomeno emergenziale ma strutturale, frutto della cultura patriarcale e delle relazioni sperequate tra uomini e donne, in tutti gli ambiti. Le leggi contro la violenza ci sono, per lo più vanno applicate. Ma mancano ancora due reati fondamentali: appunto una legge contro le molestie sessuali e una legge sul consenso, perché quando una donna dice no è no”.