L’eliminazione da Euro 2024 ha messo in luce un’Italia da rifondare, sotto ogni punto di vista, non soltanto di campo. Ma fermandosi al rettangolo verde esce fuori come, dopo la vittoria nel 2021 targata Roberto Mancini, tutto sia rimasto fermo, senza nessuna progressione in avanti. E il Mondiale 2026 si avvicina, rimanerne fuori sarebbe la pietra tombale di tutto, con le premesse che non lasciano tranquilli, bensì delusi. Come è accaduto a Robert Acquafresca.

L’ex attaccante di Cagliari, Bologna e della Nazionale è dispiaciuto, ma non sorpreso. Per un motivo: “Non c’è stata una partita dove l’Italia abbia fatto bene, e con la Svizzera non c’è mai stata la sensazione di poter vedere il risultato ribaltarsi“. Basta questo per capire quanto questa Italia sia stata inerme praticamente sempre, senza soluzione e monocorde. Spalletti in difficoltà, così come la squadra, specie in attacco dove le polveri sono rimaste bagnatissime: “Forse allora il problema non era Immobile, i numeri parlano per lui – sottolinea Acquafresca a “Melting Sport” su Radio Cusano Campus – ma la colpa non è di Scamacca, non ha avuto mai possibilità di essere innescato a dovere”.

Un’Italia da rifondazione, le parole di Robert Acquafresca

Quest’Italia non è piaciuta a Robert Acquafresca, che entra nel dettaglio del perchè di questa debacle.

D: Prima cosa che hai provato subito dopo l’eliminazione?

R: Quello che abbiamo provato tutti, delusione. Ma sin dall’inizio della partita avevo una brutta impressione, consapevoli che non ci sarebbe potuto essere un cambio di rotta. E’ nata così ed è finita così, ed è stato brutto.

D: Ma sono sensazioni che hai avuto anche all’inizio del torneo?

R: Non c’è stata una partita dove l’Italia mi sia piaciuta. Non dico che non abbia fatto un bruttissimo europeo, che sarebbe un eufemismo, ma niente è andato come doveva andare.

D: Perchè siamo fragili?

R: Sono talmente difficili queste domande, perchè ora sono tutti sotto processo. A me dispiace perchè con Spalletti in panchina ci credevo tanto, ma dimostra come il calcio non sia una scienza esatta.

D: Giusto continuare con Spalletti?

R: Per quello che ha fatto in carriera sì, ben venga un nome come il suo, ma solo il tempo ci dirà se potrà fare bene anche in azzurro.

Moduli e confusione

Robert Acquafresca si è poi soffermato sul perchè di questa crisi d’identità dell’Italia, con il continuo cambio di moduli che di sicuro non ha dato una mano.

D: Tanti, troppi moduli che non hanno dato certezze ai giocatori. Ha mandato in confusione la squadra?

R: Ha tolto magari le poche certezze che avevamo. Qualche ragazzo era alla prima in Nazionale, ma poi bisogna vedere anche altre formazioni all’europeo che stanno crescendo tantissimo: vedi l’Austria, la Slovacchia che se l’è giocata, ance la Slovenia: dobbiamo crescere ancora tanto.

D: Ma è solo una questione di giovani o no?

R: E’ chiaro che per ripartire in questo momento devi puntare su giocatori già pronti, anche se non saranno eterni. Quindi devi far crescere anche i settori giovanili, ma sopratutto cambiare mentalità.

D: Qual’è stato il punto di rottura negativo?

R: Noi abbiamo una bella squadra, vedi la difesa o il centrocampo. Forse l’attacco: Immobile ha i suoi anni, Scamacca non ha fatto benissimo; lì davanti abbiamo poca scelta.

Da Immobile a Scamacca: un attacco spuntato

In principio era Immobile il problema dei pochi gol, ora è Scamacca a finire nel pentolone delle critiche. QUesto dimostra una cosa per Robert Acquafresca: non era il bomber della Lazio il problema, così come non è ora la punta dell’Atalanta.

D: Immobile sembrava il male dell’Italia.

R: Questo ci insegna una cosa, ovvero che Immobile è un grande attaccante, lo dicono i numeri. Quando giochi con la Nazionale poi affronti nuovi meccanismi dove si potrebbero trovare delle difficoltà come è successo a lui. Ma ora è successo anche a Scamacca: speravo molto in Gianluca perchè ha fatto benissimo con l’Atalanta, ma dopo lui chi c’è? Abbiamo Retegui, Pinamonti, Bonazzoli: poco ricambio. Quindi non era colpa di Immobile.

D: Come ti spieghi questo Scamacca con le polveri bagnate?

R: Non posso pensare che me la risolva lui, deve essere messo in condizione di fare gol. Prima di lasciare a casa Politano o Orsolini forse bisognava valutare meglio, ma col senno di poi siamo tutti bravi a parlare. A livello internazionale Scamacca sa il fatto suo, non è un problema di mentalità, ma credo che sia stato messo poco in condizione di poter essere letale.

D: Da chi ripartire?

R: Da Spalletti, in più mi auguro possa esserci più consapevolezza quando si parla di Italia e quando si scende in campo per la Nazionale.