Si susseguono i dettagli e le dichiarazioni raccapriccianti descritte nelle pagine dell’ordinanza cautelare del gip di Latina, Giuseppe Molfese, emessa oggi 2 luglio 2024, sulla vicenda di Satnam Singh, il bracciante indiano morto in un incidente sul lavoro, lo scorso 19 giugno 2024 a Latina.

Si aggrava, così, la posizione del titolare dell’azienda e datore di lavoro di Singh, Antonello Lovato, accusato di omicidio doloso e agli arresti in carcere: ora, le indagini si concentrano sulla condotta disumana dell’uomo. La sindaca del capoluogo laziale, Matilde Celentano ha dichiarato che il Comune si costituirà parte civile al processo.

Bracciante indiano morto a Latina: arresti e indagini per condotta disumana per Antonello Lovato

Satnam Singh si poteva salvare” è la frase che, da quasi 20 giorni ormai, definisce tutta la vicenda della morte del bracciante indiano 31enne, vittima di un incidente sul lavoro lo scorso 19 giugno 2024 a borgo Santa Maria, una frazione di Latina. Da quel momento l’azienda agricola, nella quale Singh lavorava, è finita, perciò, al centro delle polemiche per il comportamento indegno del titolare, Antonello Lovato, di 37 anni.

Secondo quanto ricostruito dai carabinieri del Comando locale, Singh è rimasto incastrato in un macchinario avvolgiplastica, che gli ha tranciato di netto il braccio, durante il suo turno di lavoro. Purtroppo, però, il 31enne, al momento dell’incidente, risultava irregolare sul territorio italiano e non aveva un regolare contratto di lavoro.

Temendo, quindi, che le indagini sul sinistro potessero portare a rivelare le condizioni di irregolarità e sfruttamento in cui versava il bracciante, il titolare dell’azienda, Antonello Lovato, ha pensato bene di caricare il 31enne agonizzante e ricoperto di sangue e sua moglie, Sony – bracciante come il marito nella stessa impresa – sul furgone e scaricarli davanti la loro abitazione.

A correre in aiuto di Satnam e della moglie, che chiedeva aiuto disperata, i due giovani proprietari del rustico dove i coniugi indiani erano ospiti, Noemi Grifo e Ilario Pepe. I due ragazzi hanno immediatamente chiamato i soccorsi e cercato l’arto mancante di Satnam, ritrovandolo – come, poi, hanno raccontato ai media e agli inquirenti – accanto ai cassonetti, insieme ad altri resti.

La loro testimonianza, insieme a quella della moglie e degli altri braccianti dell’impresa agricola, hanno inchiodato Lovato. Per lui, oggi 2 luglio 2024, i pm del Tribunale di Latina hanno chiesto la custodia cautelare in carcere, mentre i carabinieri stanno portando avanti le indagini per condotta disumana.

Le 26 pagine dell’ordinanza del gip: le accuse di omicidio doloso

Non bastano le 26 pagine dell’ordinanza del gip del Tribunale di Latina per descrivere l’orrore vissuto dalla moglie di Satnam in quei terribili giorni. Tuttavia, si apre uno spiraglio di giustizia per quanti si trovano nelle stesse, disumane, condizioni del bracciante 31enne.

Il gip Giuseppe Molfese, infatti, ha sottolineato che:

Prescindendo da valutazioni etiche (irrilevanti per il diritto penale) che pure si imporrebbero a fronte di una condotta disumana e lesiva dei più basilari valori di solidarietà, non può sottacersi che l’indagato si è intenzionalmente e volontariamente disinteressato delle probabili conseguenze del suo agire

Un comportamento indegno, costato la vita a un giovane lavoratore, che cercava solamente di costruirsi una vita insieme alla moglie. Un atteggiamento privo di qualsiasi umanità, compassione e empatia, che, però, lo stesso Lovato ha negato con forza, a poche ore dalla morte del 31enne, sentito dal Tg1 e dagli inquirenti:

Non ho chiamato l’ambulanza perché la moglie diceva di portarlo a casa e per questo l’ho caricato sul furgone di famiglia e con la moglie, preso dal panico, l’ho portato a casa, dove sapevo che avevano già chiamato l’ambulanza. Dopo essere arrivati a casa assicuratomi che avevano chiamato l’ambulanza, preso dal panico sono andato via.

Secondo la prima istanza di accusa, Lovato si sarebbe macchiato di omicidio colposo, lesioni personali gravi e omissione di soccorso. Tuttavia, alla luce della perizia autoptica – nella quale si affermava che Satnam è morto a seguito dell’emorragia e che, se tempestivamente chiamati i soccorsi, poteva essere salvato – la Procura di Latina ha modificato l’accusa in omicidio doloso con dolo eventuale.

Viste tutte le prove a carico di Lovato, i pm hanno scritto nella richiesta di custodia cautelare che:

Lovato si dava precipitosamente alla fuga, per sua stessa ammissione provvedeva a lavare il furgone e soprattutto si preoccupava di sottrarre alla vittima e la moglie il cellulare, allo scopo di evitare che venissero allertati i soccorsi. Tali maliziosi accorgimenti contribuiscono a dimostrare che l’intenzione primaria dell’indagato fosse quella di nascondere quanto accaduto e che tale intendimento fosse preordinato a qualsiasi altro interesse, un risultato da raggiungere ad ogni costo, anche quello della vita altrui

Il processo: il Comune e l’associazione Libera saranno parti civili

Davanti all’ennesima tragedia sul lavoro e all’ennesimo episodio di caporalato sfruttamento, l’Associazione Libera, che da anni si batte contro l’illegalità e la criminalità diffusa, ha deciso di costituirsi parte civile nel futuro processo a carico del responsabile della morte di Satnam.

Sulla stessa scia anche la sindaca di Latina, Matilde Celentano, che a pochi giorni dal terribile fatto ha dichiarato che il Comune sarà parte civile al processo. Nella nota pubblicata dopo l’arresto del titolare dell’azienda si legge:

Ringrazio, a nome della comunità che rappresento, la magistratura e le forze dell’ordine per il loro impegno e il loro lavoro incessante volto a fare luce sulla morte di Satnam Singh. Da quanto apprendo dalla stampa, la consulenza medico legale avrebbe accertato che, se fosse stato tempestivamente soccorso, si sarebbe con ogni probabilità salvato. È per questa ragione, la stessa che ha profondamente toccato tutti i cittadini di Latina, che rinnovo l’impegno dell’amministrazione comunale a seguire da vicino gli sviluppi di questa vicenda e a collaborare con le autorità competenti. Come Sindaco sono consapevole dell’importanza di garantire la sicurezza e la giustizia per tutti i cittadini e della necessità di fare rete perché i diritti di tutti i lavoratori siano sempre rispettati. È per questo che ho accolto la richiesta che nei giorni scorsi mi è arrivata dall’intero Consiglio comunale di promuovere, ove ne ricorrano i presupposti, la costituzione di parte civile del Comune di Latina al futuro procedimento giudiziario a carico del datore di lavoro di Satnam Singh. Lo stesso farò in altri procedimenti giudiziari per caporalato