Che fine ha fatto il Terzo Polo? Oggi, 2 luglio 2024, potrebbe essere la giornata di un nuovo inizio per l’area liberal democratica uscita a pezzi prima dallo scontro fratricida tra Matteo Renzi e Carlo Calenda e poi dai risultati elettorali delle scorse elezioni europee che hanno condannato sia Azione che la lista Stati Uniti d’Europa composta da Italia Viva, Più Europa, Radicali italiani e Socialisti, sotto alla soglia del 4% e per questo senza candidati eletti all’europarlamento. A riprendere il bando della matassa sono Luigi Marattin e Enrico Costa, il primo parlamentare di Italia Viva; il secondo di Azione. Come? Lanciando un appello “per ricominciare un percorso politico che porti ad avere un forte partito liberal-democratico e riformatore”. I destinatari dell’appello, quindi, sono in primis coloro i quali “non si riconoscono nè in questa sinistra nè in questa destra, gli amici di Azione e Italia Viva prima di tutto – ha specificato Marattin – Ma anche quei partiti, movimenti e associazioni che non si rassegnano a fare da vassalli a questo bipolarismo trainato dagli estremi”.

L’appello per rilanciare il Terzo Polo di Marattin e Costa

L’appello di Luigi Marattin e Enrico Costa per rilanciare il Terzo Polo costituendo un nuovo soggetto politico che superi Italia Viva e Azione e, di conseguenza, la leadership di Matteo Renzi e Carlo Calenda, è stato pubblicato questa mattina, 2 luglio, sui loro profili social:

“Noi non ci rassegniamo a lasciare un pezzo di Paese senza rappresentanza politica. Vogliamo contribuire a costruire, assieme a tutti coloro che hanno voglia di impegnarsi, un unico grande partito liberal-democratico e riformatore che non si arrenda a fare da vassallo ai populismi di questo bipolarismo”

Come deve essere caratterizzato questo nuovo partito riformatore? Prima di tutto, non deve essere più un partito personale, come troppo spesso sono apparsi Italia Viva con Renzi Azione con Calenda:

“Leadership contendibile, classe dirigente qualificata, nessuna ambiguità sui contenuti, organizzazione territoriale efficiente e capillare sono gli elementi, ciascuno imprescindibile, di un progetto politico che voglia davvero definirsi tale. Tra i partiti pesanti del secolo scorso e i partiti personali di questi ultimi trent’anni, una terza opzione è possibile e ormai assolutamente necessaria se non si vuole far appassire la partecipazione politica o condannarla all’eterno scontro tra curve ultrà”

Il messaggio per Renzi e Calenda di fare un passo indietro per agevolare questo percorso è quanto mai chiaro

L’appello per il nuovo Terzo Polo: “Non occorrono federatori”

Dopo la sconfitta alle europee, il dibattito all’interno dell’ex Terzo Polo si è concentrato sulla personalità che avrebbe potuto ricongiungere Italia Viva e Azione. Si era fatto anche il nome dell’ex sindaco di Roma Francesco Rutelli. Ma è un modo di ripartire sbagliato secondo i nuovi ‘padri fondatori’ Marattin e Costa:

“Questo percorso non può iniziare partendo dai nomi, dai diritti di prelazione, da improbabili primarie e da fantomatici ‘federatori’. Si continuerebbe a perpetuare un difetto che ha corroso la politica italiana negli ultimi trent’anni: focalizzarci su ‘chi’ piuttosto che sul ‘cosa’ e sul ‘come’. I protagonisti, a tutti i livelli, di questo progetto devono comprendere che insieme si raggiunge di più della somma di quanto ognuno raggiunge da solo. Occorre solo ristabilire la fiducia, mettere al bando i personalismi fini a se stessi, e ricominciare dalla necessità di una prospettiva politica”