Si trattava di professionisti altamente addestrati, probabilmente in Corsica. Hanno sottratto una somma di circa venti milioni di euro.
Ad assaltare la Mondialpol di Sassari è stato un gruppo paramilitare, armato con mitragliette da guerra, specificamente kalashnikov. Durante la fuga, c’è stato uno scontro a fuoco con la polizia e i carabinieri, lasciando sul terreno una quantità impressionante di bossoli.
Rapina Sassari, quanto hanno preso?
Il deposito era già stato preso di mira in modo simile nel 2016 e nel 2018. Questa volta i banditi non hanno nemmeno tentato di abbattere il muro esterno della recinzione, che negli anni era stato armato e rinforzato. Hanno utilizzato un escavatore con un braccio allungabile capace di raggiungere la sala “conta” della Mondialpol, lasciando il mezzo accanto al muro di cinta.
Il procuratore generale Luigi Patronaggio ha definito i rapinatori “feroci”. Anche se, secondo la Mondialpol, il caveau dove sono custodite, ad esempio, le pensioni non è stato violato, i danni sarebbero ingenti. Si parla di una somma di 20 milioni di euro, il doppio di quanto rubato nel 2016.
Il furgone utilizzato per portare via il denaro è stato trovato incendiato ieri sera. Era stato modificato segando la cabina per permettere ai sacchi di essere calati dalla gru all’interno del veicolo.
I veicoli utilizzati
I veicoli impiegati per la spettacolare rapina erano stati rubati qualche settimana fa e successivamente modificati con piastre blindate. Un braccio meccanico estensibile ha permesso ai rapinatori di appropriarsi del denaro custodito all’interno della sede della società di vigilanza, racchiuso in grandi sacchi bianchi che sono stati caricati su un furgone a cui era stato rimosso il tetto, per permettere l’inserimento del denaro dall’alto.
È quanto emerge dalle indagini condotte dalla procura sulla rapina all’istituto di vigilanza, un vero e proprio fortino dove vengono custoditi i soldi dei clienti della Mondialpol.
Chi sono i banditi?
La banda era composta da circa venti persone, reclutate anche al di fuori dell’isola e addestrate in centri speciali, probabilmente in Corsica. Erano in grado di condurre un’azione di guerriglia in un ambiente urbano senza causare feriti.
I banditi hanno tenuto sotto scacco ampie zone del centro abitato di Sassari per circa 40 minuti, utilizzando tappeti di chiodi e auto incendiate per creare panico tra i cittadini e ritardare l’arrivo delle forze dell’ordine. Non hanno esitato a sparare ad altezza d’uomo contro le auto della polizia intervenuta sul posto.