Chi ha inventato i tappi che non si staccano dalle bottiglie di plastica? L’idea dell’ormai famoso tappo che non si stacca dalla bottiglia di plastica è nata da molte aziende ma forse il caso più famoso è quello del brevetto dell’azienda Berry Global Group, Inc.

Per questo progetto, nel 2022, l’azienda ha infatti ricevuto un Technology Excellence Award dall’Associazione per le tecnologie di imballaggio e lavorazione (PMMI) nella categoria alimenti e bevande.

L’iniziativa si è sviluppata anche in Italia, dove ad oggi, sono molte le aziende del settore che investono in ricerca e sviluppo e che hanno deciso di innovare le loro bottiglie con il tappo che non si stacca. Tra queste compaiono San Benedetto, Tetra Pack, Sanpellegrino e molte altre.

Chi ha inventato i tappi che non si staccano dalle bottiglie di plastica: perché i tappi di plastica sono attaccati

Questa particolare tecnica per aprire e chiudere le bottiglie di plastica precisamente si chiama tethered caps ed è in grado di mantenere il sistema di apertura classico utilizzando però una linguetta che li lega all’anello presente sul collo della bottiglia, così da rendere i due elementi inseparabili.

I tethered caps nascono con lo scopo di limitare la dispersione di oggetti in plastica nell’ambiente poiché degradandosi possono dare origine a pericolose microplastiche.

Una delle motivazioni principali per cui i tappi di plastica sono attaccati alle bottiglie di plastica è proprio quello di evitare che vengano ingeriti ingeriti da animali terrestri, pesci o volatili che possono morire soffocati.

Dal 3 luglio al via l’obbligo Ue

A partire da domani, mercoledì 3 luglio 2024, entrerà in vigore in tutta l’Unione Europea l’obbligo di utilizzo dei tappi che non si staccano dalle bottiglie di plastica e dai contenitori di bevande in PET di capienza inferiore ai 3 litri.

La nuova misura, presto introdotta dalla direttiva 2019/904 del Parlamento e del Consiglio europeo è conosciuta come Direttiva SUP (Single-Use Plastics Directive) e nasce con lo scopo di ridurre l’inquinamento dalla plastica.

I tappi rappresentano una parte significativa dei rifiuti plastici che nella maggior parte dei casi finiscono nei nostri mari e sulle nostre spiagge. Rendendoli di fatto inseparabili dalle bottiglie, la probabilità che vengano dispersi nell’ambiente, si riduce drasticamente, contribuendo così a combattere l’inquinamento.

La Direttiva SUP, impone inoltre anche il divieto di vendita di vari prodotti in plastica monouso come piatti, posate, cannucce e cotton fioc.

Le nuove regole si applicheranno anche ad imballaggi compositi, come i cartoni del latte e i brik dei succhi di frutta. Nessuna direttiva invece per i contenitori in vetro.

Una legge europea approvata a marzo vieta poi l’utilizzo di imballaggi di frutta e verdura fresca e l’eliminazione dei mini prodotti da toilette negli alberghi e negli hotel oltre agli imballaggi per fast food nei ristoranti.

Tutte queste nuove norme che presto entreranno in vigore fanno parte di un piano più ampio, che include il Green Deal europeo, ovvero un pacchetto di iniziative strategiche che mira ad avviare l’Unione Europea sulla strada di una transizione sempre più verde. Tutto questo con l’obiettivo ultimo di raggiungere la neutralità climatica entro il 2050.

Le reazioni

L’obbligo che da domani entrerà in vigore riguardo i tappi che non si staccano dalle bottiglie ha subito suscitato molte polemiche non solo tra i consumatori, ma anche nel panorama politico.

Matteo Salvini, leader della lega, durante la campagna elettorale, ha criticato la misura in questione definendola una delle “eco-follie” di Bruxelles. Ha poi utilizzato un meme per ironizzare sulla difficoltà di bere da una bottiglia con il tappo attaccato.

Le polemiche però non si fermano qui, Carlo Calenda, leader di Azione, ha risposto con un video ironico che mostrava come aprire e poi richiudere una bottiglietta con il tappo solidale, sottolineando che si tratta di un’operazione semplice ed intuitiva.

Tuttavia, nonostante le polemiche e le reazioni dei leader politici, a fare la differenza saranno proprio i consumatori che potrebbero continuare a portare avanti comportamenti scorretti danneggiando l’ambiente.