E’ stato scelto il nome di ‘ecocidio’ per indicare un nuovo tipo di reato commesso contro l’ambiente, o meglio, per indicare tutta la categoria di azioni delittuose che vanno ad incidere in maniera permanente sull’ecosistema. Azioni equiparate a ‘ferite mortali’, come suggerisce l’utilizzo del suffisso -cidio che rimanda al reato più grave previsto dal nostro codice penale, ovvero l’omicidio.

Il nuovo tipo di reato è stato proposto da Alleanza Verdi e Sinistra attraverso una proposta di legge depositata alla Camera il 23 luglio 2023 a prima firma del deputato Filiberto Zaratti. Ieri il testo – firmato anche dai leader Angelo Bonelli e Nicola Fratoianni – è arrivato in Commissione Giustizia per l’inizio dell’esame, terminato il quale approderà in Parlamento per l’eventuale approvazione.

Ma cos’è il reato di ecocidio, di cui Avs richiede l’introduzione nel sistema giudiziario italiano.

Cos’è e cosa prevede il reato di ecocidio da ieri in Commissione Giustizia?

In base a quanto stabilito dal comma 1 dell’art. 2 della proposta di legge, si considera reato di ecocidio: “qualsiasi atto illecito o arbitrario commesso con la consapevolezza che esiste una sostanziale probabilità che il medesimo atto causi un danno grave e diffuso o a lungo termine all’ambiente o a un ecosistema.”

Il che significa che si configura come ecocidio, ogni azione commessa con la consapevolezza di arrecare un danno permanente all’ambiente che ci circonda.

Una definizione che, oltre a delineare i contorni del reato, introduce anche un presupposto fondamentale: l’intenzionalità. Vale a dire che i reati contro l’ambiente per essere perseguibili devono essere commessi “intenzionalmente e con la consapevolezza della natura diffusa e sistematica delle azioni nel cui ambito sono compiuti.”

Che significa? Che l’ecocidio è intenzionale anche quando “l’autore conosceva o avrebbe dovuto conoscere l’alta probabilità che i medesimi atti potessero influire negativamente sulla sicurezza dell’ecosistema.”

Insomma si macchia del reato di ecocidio chiunque, consapevolmente, commetta un atto che danneggia o può danneggiare in maniera permanente e prolungato un ecosistema. La proposta di legge prevede sanzioni e conseguenze anche per chi commette un reato correlato come istigazione, favoreggiamento, concorso e tentativo di ecocidio.

Quali sono i reati che possono essere definiti ecocidi?

Ma quali azioni rientrano nel reato di ecocidio? In linea di massima tutti i cosiddetti ‘ecoreati’ quali ad esempio gli sversamenti abusivi di aziende e industrie nei corsi d’acqua, l’abbandono in strada di materiali inquinanti e/o nocivi, come ad esempio l’amianto, fino ad arrivare ai reati più gravi che causano veri e propri ecodisastri capaci di modificare per sempre un dato ecosistema.

Per i trasgressori previste pene fino a 20 anni

Il reato di ecocidio, qualora la proposta di legge venisse approvata, sarà punibile con la reclusione da 12 a 20 anni. Il tentato ecocidio e tutti gli altri reati connessi, invece, saranno puniti con una reclusione dai tre ai sei anni.

La pdL prevede che le suddette pene si applichino anche quando il fatto è commesso all’estero da un cittadino italiano.

La legge targata Avs, infine, prevede il beneficio della sospensione della pena in caso in cui i responsabili risarciscano integralmente il danno e l’esecuzione degli interventi di messa in sicurezza, bonifica e ripristino dei luoghi.