“Codarda”, “Farai la fine di Pierina”: è questo il tenore delle scritte che nelle scorse ore sarebbero apparse sui muri del condominio di via del Ciclamino, a Rimini, contro Manuela Bianchi, che la mattina del 4 ottobre scorso trovò, nello stesso luogo, il cadavere della suocera 78enne, uccisa, secondo gli inquirenti, con 29 coltellate. A darne notizia è Il Resto del Carlino, secondo cui, dopo esserne venuti a conoscenza, gli agenti della Squadra mobile si sarebbero recati sul posto per un sopralluogo.

Le nuove scritte contro Manuela Bianchi sui muri del condominio di via del Ciclamino

La donna era già stata al centro di un episodio analogo: lo scorso novembre, a circa un mese dal ritrovamento del corpo della suocera nel sottoscala del condominio di via del Ciclamino, qualcuno era salito fino al terzo piano dello stabile – dove la Bianchi viveva prima di trasferirsi insieme alla figlia – e aveva scritto sui muri: “Tro**”.

Poi un anonimo le aveva indirizzato una missiva in cui la accusava, senza mezzi termini, di essere l'”assassina” della 78enne. Manuela, ospite a Storie Italiane su Rai 1, ne aveva parlato dicendo: “Non riesco a capire perché si siano accaniti così tanto contro di me”. E aveva ipotizzato che c’entrasse la sua “frequentazione con Louis“.

Ora i nuovi insulti, le nuove minacce – “Codarda”, “Farai la fine di Pierina” -, cancellate, grossolonamente da qualcuno prima dell’arrivo degli agenti sul posto, ma ancora visibili. Un nuovo mistero che va ad aggiungersi al giallo di Rimini, come è stato rinominato dalla stampa (e non solo) quello relativo alla morte di Pierina Paganelli.

A che punto sono le indagini sull’omicidio di Pierina Paganelli

Di recente gli inquirenti hanno iscritto nel registro degli indagati per omicidio volontario il nome dell’amante di Manuela, Louis Dassilva, che viveva accanto alla vittima: secondo loro, il 35enne, di origini senegalesi, avrebbe potuto ucciderla perché era diventata “scomoda” alla loro relazione.

Lui si proclama innocente: a credergli è non solo la moglie Valeria Bartolucci, che gli ha fornito un alibi (raccontando a chi indaga di aver trascorso insieme a lui la sera dell’omicidio), ma anche la stessa Manuela. Secondo entrambe l’uomo non avrebbe avuto alcun motivo per macchiarsi del delitto: soprattutto perché, a suo dire, non era davvero innamorato della donna che frequentava di nascosto.

Se c’entri o meno qualcosa con ciò che è successo in via del Ciclamino lo chiariranno solo gli accertamenti che tra pochi giorni il perito Emiliano Giardina, esperto di genetica, avvierà in sede di incidente probatorio (come voluto dalla sua difesa) sui reperti riguardanti l’omicidio. Da essi si potrà infatti capire, tra le altre cose, se le tracce ematiche rinvenute sulla scena del crimine siano riconducibili all’indagato o ad altre persone.

L’incontro di preghiera, poi le urla e le 29 coltellate

L’ipotesi è che ci ha ucciso Pierina, comunque, la conoscesse: doveva sapere, ad esempio, che la sera del 3 ottobre sarebbe rincasata attorno alle 22 dopo aver partecipato, come faceva sempre, a un incontro di preghiera dei Testimoni di Geova.

Stando alle ricostruzioni, dopo aver parcheggiato la sua auto in garage sarebbe stata colta di sorpresa dal killer e colpita per ben 29 volte con un coltello da cucina. Le telecamere di videosorveglianza installate in un’area privata del condominio avrebbero catturato le sue urla, che comunque non sarebbero arrivate a nessuno dei condomini.

La scoperta del suo corpo, come è noto, risale, infatti, al giorno successivo: sarebbe stata la nuora Manuela, uscendo per accompagnare la figlia 16enne a scuola, a dare l’allarme. Tra i primi ad arrivare sul posto, proprio Louis.