Il body shaming è una pratica deplorevole che implica fare commenti offensivi o critiche sul corpo di una persona. Questo fenomeno può variare da osservazioni apparentemente innocue a veri e propri insulti, spesso avendo un impatto devastante sull’autostima e sulla salute mentale delle vittime. Sebbene il body shaming di per sé non sia considerato un reato specifico nel Codice Penale italiano, può configurarsi come tale in circostanze particolari, integrando reati come la diffamazione, lo stalking o le molestie.
Reato di body shaming: chi sono le vittime?
Il body shaming colpisce principalmente adolescenti e donne. Secondo le statistiche, quasi il 90% degli adolescenti ha subito almeno una volta body shaming, con il 30% che lo vive quotidianamente. Le ragazze sono particolarmente vulnerabili, con il 94% delle adolescenti e il 65% dei ragazzi che subiscono critiche per il loro aspetto fisico. Anche le donne adulte non sono immuni, con una su due che ha subito body shaming almeno una volta nella vita.
Reato di body shaming: quando è diffamazione
La diffamazione, secondo l’articolo 595 del Codice Penale, punisce chi offende l’onore e la reputazione altrui in assenza della vittima. Quando il body shaming si manifesta con commenti fatti alle spalle della persona offesa e pubblicamente, può essere considerato diffamazione. La sentenza della Cassazione n. 2251/2022 ha stabilito che prendere in giro qualcuno per un evidente difetto fisico, come l’ipovisione, costituisce reato di diffamazione. Questo si verifica perché tali offese possono minare la dignità morale e personale della vittima, portando a conseguenze legali.
Reato di body shaming: quando è ingiuria
Se le offese vengono fatte in presenza della vittima, si parla di ingiuria, un illecito civile che permette di richiedere un risarcimento danni. Questo differisce dalla diffamazione poiché la vittima può difendersi immediatamente e il danno alla reputazione è meno pervasivo. Tuttavia, l’ingiuria può comunque causare gravi disagi emotivi e meritare attenzione legale.
Stalking e molestie
Il body shaming può configurarsi come stalking quando le offese sono ripetute e creano un forte stato d’ansia nella vittima, costringendola a cambiare le proprie abitudini per evitare il molestatore. Le molestie, invece, si verificano quando le offese avvengono in luoghi pubblici e in maniera reiterata. In entrambi i casi, le azioni del colpevole possono portare a gravi ripercussioni legali.
Le conseguenze psicologiche del body shaming
Il body shaming può portare a gravi conseguenze sulla salute mentale delle vittime. Tra queste, troviamo disordini alimentari, depressione e ansia. Le persone che subiscono costantemente critiche sul loro aspetto fisico possono sviluppare una percezione negativa di sé, portando a comportamenti autolesionistici e a un generale abbassamento della qualità della vita.
Body shaming e social media
I social media giocano un ruolo ambivalente nel fenomeno del body shaming. Da un lato, facilitano la diffusione di standard di bellezza irrealistici e pressioni sociali che alimentano il body shaming. Dall’altro lato, offrono una piattaforma per la sensibilizzazione e la lotta contro questo fenomeno. Celebrità come Selena Gomez utilizzano i loro profili per diffondere messaggi di accettazione e amore verso il proprio corpo, influenzando positivamente milioni di followers.
Reato di body shaming online: perché la sentenza n. 20251/2022 della Cassazione è importante
La sentenza della Cassazione n. 20251/2022 ha segnato un punto di svolta nella lotta contro il body shaming online. In un caso riguardante un post su Facebook che derideva una persona ipovedente, la Corte ha stabilito che tali offese costituiscono diffamazione poiché raggiungono un vasto pubblico e la vittima non era presente per difendersi. Questo precedente giuridico è fondamentale per comprendere come il body shaming possa essere perseguito legalmente.
Il razzismo del body shaming
Il body shaming può essere considerato una forma di razzismo moderno, poiché perpetua pregiudizi antichi contro le persone che non conformano ai canoni di bellezza socialmente accettati. Questo fenomeno non è nuovo, ma la sua intensità è aumentata con l’avvento dei social media e la crescente attenzione verso l’apparenza fisica.
Cause del body shaming
Le cause del body shaming sono molteplici e complesse:
- Digitalizzazione e social media: l’aumento dell’uso dei social media ha facilitato la diffusione di comportamenti dannosi e critiche sull’aspetto fisico.
- Ideali di bellezza irrealistici: la crescente attenzione alla fisicità, alimentata da media e cultura popolare, ha creato standard di bellezza irrealistici.
- Pressioni sociali: specifiche attività fisiche e sportive possono aumentare la pressione sociale per conformarsi a determinati canoni estetici.
- Bassa autostima: individui con scarsa autostima tendono a proiettare le loro insicurezze sugli altri attraverso il body shaming.
- Bullismo e cyberbullismo: questi fenomeni includono umiliazioni e intimidazioni basate sull’aspetto fisico, sia offline che online.
Il ruolo dei filtri sui social media
Anche l’uso eccessivo di filtri sui social media per conformarsi ai canoni di bellezza può avere effetti deleteri sulla percezione di sé e alimentare il body shaming. Le persone tendono a rifugiarsi online per mascherare le loro insicurezze, condividendo immagini ritoccate che possono influenzare negativamente la loro autostima.