Il termine “palio” deriva dal latino “pallium”, che significa drappo. Nel Medioevo, il premio per il vincitore di una corsa – non solo di cavalli – era proprio un drappo di tessuto prezioso, chiamato “pallium”, da cui deriva il nome “palio”. Questo premio ha dato il nome sia alla corsa stessa che alla festa collegata ad essa. Durante il Medioevo, il palio corso con i cavalli era una festività tradizionale caratteristica dei liberi comuni del Nord e Centro Italia. Le corse si svolgevano in molte città, tra cui Udine, Verona, Parma, Ferrara, Firenze, Roma e naturalmente Siena.
Trofeo del Palio di Siena, come si chiama?
Il Drappellone o Palio, noto ai senesi come il “cencio”, è il trofeo assegnato alla Contrada vincitrice del Palio di Siena, che si tiene il 2 luglio e il 16 agosto. Si tratta di un dipinto originale su seta, con una forma rettangolare allungata. Il Drappellone è montato verticalmente su un’asta alabardata bianca e nera, coronata da un piatto d’argento e decorata con due pennacchi bianchi e neri ai lati.
Significato del Palio
Realizzato su seta, il Palio ha una forma rettangolare allungata e un valore unico, poiché riflette un particolare periodo storico della città di Siena. Ogni Palio riporta i simboli dei vari governi che hanno amministrato la città: dallo stemma del Granducato di Lorena a quello dei Granduchi di Toscana, da quello sabaudo al Regno d’Italia, dall’epoca fascista alla Repubblica.
L’artista incaricato di dipingere il Palio deve seguire un iter rigoroso, rispettando un’iconografia precisa che include simboli sacri. Il Palio di luglio è dedicato alla Madonna di Provenzano e viene dipinto da un artista senese, mentre quello di agosto è dedicato all’Assunta e viene realizzato da un artista non senese.
Tra i molti artisti di fama internazionale che si sono cimentati in questa impresa, anche il celebre pittore Botero ha dipinto un Palio. Ecco le sue parole: «Ho trattato temi familiari come la Madonna e i cavalli, e mi sono divertito anche con l’araldica. Per un artista, questa manifestazione è una fonte di ispirazione; tutti cercano simbolismi e messaggi, ma io mi concentro solo su scelte pittoriche e cromatiche. Le mele sullo sfondo verde sono state inserite per rompere la monotonia del colore. Avrebbero potuto essere stelle o lune, ma ho scelto le mele. Amo i volti ieratici dell’arte egizia e greca, per questo le facce nelle mie opere sono impassibili, né sorridenti né tristi».