Si è tenuta lo scorso 26 giugno 2024 a Roma, la presentazione del 19esimo Rapporto di Sostenibilità, organizzato e tenuto da Lucart, del gruppo cartario multinazionale di Tenderly. All’evento “Sostenibilità e performance finanziarie ai massimi di sempre“, è intervenuto il presidente nazionale di Legambiente, Stefano Ciafani, che ha rilasciato a TAG24 un commento sull’annosa questione del Ponte sullo Stretto di Messina.
Rapporto Sostenibilità, dal Ponte sullo Stretto all’impatto ambientale. Ciafani: “È un film già visto”
È tornato nuovamente in auge il progetto del Ponte sullo Stretto di Messina e con lui anche gli scontri fra chi ne promuove la costruzione e chi, perplesso, ne sottolinea le problematicità. Stavolta, la costruzione della grande opera, però, non può far a meno di legarsi strettamente ad alcune parole-chiave che dominano l’agenda di ogni impresa: sostenibilità, impatto ambientare e riduzione delle emissioni.
A Roma, quindi, il Gruppo Lucart, che da oltre 65 anni ha fatto proprie queste parole, ha presentato il XIX Rapporto di Sostenibilità. Invitati alla presentazione dei suoi risultati per il 2023 alcuni dei nomi più importanti nel panorama economico e ambientale, fra i quali il presidente nazionale di Legambiente, Stefano Ciafani.
L’Ingegnere ambientale, a capo dell’associazione ambientalista dal 2018, ha detto la sua a TAG24. Il presidente, infatti, ha messo in luce l’enorme dispendio di risorse e denaro che il governo ha stabilito per la costruzione del Ponte:
“Continuiamo a non concepire quest’accanimento, da parte del governo, sulla riduzione del Ponte sullo Stretto di Messina per spendere 14 miliardi di euro. Siamo curiosi di capire dove si troveranno queste risorse per realizzare un’opera che non serve ai cittadini calabresi e siciliani. Né per spostarsi in maniera più civile, che non serve a chi in quelle due regioni ci lavora o ci va in vacanza. Serve, invece, fare tutta una serie di interventi sulla mobilità, da quella tradizionale a quella sostenibile“.
E spiega che, in realtà, il chiacchieratissimo Ponte potrebbe non essere altro che un mito, un film già visto e irrealizzabile al momento:
“Penso alla creazione di nuove linee ferroviarie, il raddoppio di quelle esistenti, l’elettrificazione… C’è tutto un lavoro che è rimasto molto indietro, purtroppo. Perché in quelle due regioni non ci si muove come in alcune regioni del Nord, o come nel resto del centro-sud. Insomma, crediamo che questa tutta questa attenzione, che si sta riservando a questa infrastruttura, distolga l’attenzione su quelle che sono le vere opere pubbliche che servono al Meridione. E temiamo che sia ancora una volta lo stesso film che abbiamo visto nel passato. Di quest’opera si parla da decenni. Si finanziano, magari, le attività della Società Ponte sullo Stretto e, poi, non si va avanti rispetto alle opere che vorrebbero fare con il ponte. Ma, soprattutto, si tolgono risorse, energia e attenzione alle altre opere infrastrutturali che invece sono fondamentali“.
Il rapporto Lucart 2024
Gremita la sala dell’Auditorium di Save the Children Italia, dove il Lucart Group ha mostrato i risultati relativi al 2023. L’evento, però, è stato un’incredibile occasione per riportare alla luce i gravi problemi legati alla crisi climatica e alle tecnologie green per ridurre l’impatto ambientale.
L’amministratore delegato dell’azienda italiana, Massimo Pasquini, infatti, ha inaugurato l’appuntamento dichiarando che:
Il 2023 è stato un anno di straordinario successo, durante il quale abbiamo iniziato a raccogliere i frutti degli investimenti impiantistici e organizzativi effettuati negli anni precedenti. Siamo particolarmente orgogliosi di questi risultati, che rappresentano la dimostrazione più tangibile di come un’azienda possa raggiungere ottime performance economiche ottenendo allo stesso tempo performance ambientali e sociali di altissimo livello
Un anno che ha portato a una significativa riduzione delle emissioni di CO2 e di consumo idrico ed elettrico (-25%). I successi dell’azienda mostrano non solo l’impegno profuso a sostegno dell’ambiente, ma anche che è possibile trarre profitto in maniera “green“.
Questo, infatti, assume particolare rilievo in contrapposizione proprio all’idea dell’infrastruttura sullo Stretto, la cui costruzione è ostacolata dagli ambientalisti. Secondo gli attivisti, infatti, la grande opera avrebbe importanti deficit. In particolare, per la potenziale distruzione di chilometri di fondale marino, attualmente Patrimonio UNESCO, e per il possibile aumento dell’inquinamento, dovuto al transito giornaliero di centinaia di migliaia di veicoli.