In Italia, il 54% dei lavoratori si dichiara insoddisfatto del proprio impiego e solo il 22% cambierebbe lavoro nei prossimi 12 mesi. Tuttavia, sono davvero in pochi a chiedere un aumento di stipendio. Eppure, questa domanda è legittima e può essere tranquillamente specificata al proprio datore di lavoro, soprattutto in presenza di condizioni particolari. In alcuni casi, infatti, chiedere un aumento di stipendio è un vero e proprio diritto per il lavoratore.

Quando è un diritto chiedere un aumento di stipendio: tutti i casi

In alcuni casi, i lavoratori hanno diritto ad un aumento di stipendio, obbligando il datore di lavoro a riconoscerlo. Due modalità principali per ottenere un aumento sono gli scatti di anzianità e le promozioni.

Scatti di anzianità

Gli scatti di anzianità rappresentano aumenti salariali automatici dopo un certo numero di anni di servizio con lo stesso datore di lavoro. I Contratti Collettivi Nazionali (CCNL) stabiliscono i dettagli di questi scatti, inclusa la frequenza (ogni due, tre o cinque anni) e gli importi. Ad esempio, alcuni contratti prevedono scatti biennali, mentre altri ogni cinque anni. È pertanto importante consultare il proprio contratto collettivo per comprendere i diritti specifici.

Promozioni

Le promozioni, a differenza degli scatti di anzianità, dipendono dalla decisione del datore di lavoro. Anche se un dipendente ha lavorato molti anni nella stessa azienda, il datore non è obbligato a promuoverlo. Tuttavia, una promozione può portare a un aumento di stipendio significativo e riconoscere l’evoluzione professionale del dipendente.

Come chiedere un aumento di stipendio: valutazione delle prestazioni e delle competenze

Chiedere un aumento di stipendio è un passo delicato, ma necessario. È importante affrontare questa richiesta in modo consapevole, considerando sia la media degli stipendi per posizioni simili sia la situazione specifica dell’azienda e del proprio ruolo.

Prima di chiedere un aumento, infatti, è fondamentale fare un’autovalutazione approfondita. Bisogna considerare i seguenti aspetti:

Prestazioni lavorative: prima cosa, è importante valutare i propri successi e i contributi all’azienda. Abbiamo raggiunto o superato gli obiettivi prefissati? Abbiamo assunto nuove responsabilità?

Competenze acquisite: le nostre competenze sono migliorate attraverso corsi di formazione, certificazioni o esperienze lavorative?

Anzianità: da quanto tempo lavoriamo nella nostra posizione attuale? Gli aumenti vengono spesso considerati dopo un certo periodo di permanenza.

Aumenti in busta paga: indennità e superminimi

Oltre agli scatti di anzianità e alle promozioni, i dipendenti possono ottenere aumenti in busta paga attraverso il riconoscimento di indennità e superminimi.

Superminimi

I superminimi sono compensi aggiuntivi ai minimi retributivi previsti dai contratti collettivi. Possono essere individuali, riconosciuti per meriti o esperienza, o collettivi, stabiliti dalla contrattazione aziendale. Per richiedere un superminimo individuale, il dipendente deve discutere con il datore di lavoro, presentando una chiara valutazione dei propri meriti e risultati. Se il datore di lavoro rifiuta, l’unica opzione potrebbe essere minacciare le dimissioni, un passo che tuttavia, per ovvie ragioni, è da prendere con cautela.

Indennità aggiuntive

Altre voci retributive aggiuntive possono includere indennità ad personam o l’attribuzione di un livello di inquadramento superiore. Queste richieste seguono una procedura simile a quella per i superminimi individuali e possono coinvolgere anche sindacalisti o avvocati in caso di rifiuto da parte del datore di lavoro.

Quando chiedere un aumento di stipendio: il caso dello svolgimento di mansioni superiori

Il dipendente che svolge mansioni superiori rispetto a quelle previste dal proprio contratto di lavoro ha diritto a richiedere un aumento di stipendio. Le mansioni superiori si riferiscono a compiti con un contenuto professionale più elevato, associati a un livello retributivo superiore. In caso di assegnazione temporanea a mansioni superiori, il datore di lavoro deve riconoscere il trattamento economico corrispondente.

Il datore di lavoro può temporaneamente assegnare un dipendente a mansioni superiori in due situazioni principali:

  • Sostituzione di un lavoratore assente: fino al rientro del lavoratore assente.
  • Altre necessità aziendali: per motivi diversi dalla sostituzione, per un periodo stabilito dai contratti collettivi o, in mancanza di disposizioni, non superiore a sei mesi continuativi.

Trascorso il periodo massimo consentito, il dipendente ha diritto al riconoscimento definitivo del trattamento economico corrispondente alle mansioni superiori svolte.

Passaggio da part-time a full-time

Il passaggio da un contratto part-time a uno full-time è un’altra via per ottenere un aumento di stipendio. La normativa prevede il diritto di precedenza per i lavoratori che desiderano ritrasformare il loro contratto da part-time a tempo pieno.

Il diritto di precedenza si applica quando il datore di lavoro prevede nuove assunzioni per mansioni simili o di pari livello e categoria. Il dipendente interessato deve comunicare per iscritto la sua intenzione di esercitare questo diritto. L’azienda, ricevuta la comunicazione, deve dare priorità alla trasformazione a tempo pieno del dipendente.

Se il datore di lavoro non rispetta il diritto di precedenza, il dipendente può ricorrere legalmente per ottenere la trasformazione a tempo pieno e il risarcimento del danno patrimoniale.

Procedura per la richiesta di aumento dello stipendio

Per esercitare i propri diritti, il dipendente deve inviare una comunicazione scritta al datore di lavoro. Se la situazione non cambia, il dipendente può agire legalmente per ottenere l’aumento di stipendio e il risarcimento dei danni patrimoniali e non patrimoniali.

Cosa fare se non riceviamo gli aumenti dovuti

Se non abbiamo ricevuto gli aumenti per scatti di anzianità, ci possiamo rivolgere a vari organi come la Direzione Territoriale del Lavoro, le organizzazioni sindacali o il giudice. Tuttavia, è importante agire entro i termini di prescrizione di 10 anni per ogni singolo scatto retributivo.

Nuove opportunità di aumento stipendio nel 2024

Nel 2024, sono previste alcune nuove agevolazioni che possono determinare un aumento dello stipendio. Ad esempio, i fringe benefits, come il rimborso delle bollette di luce, gas e acqua, o il bonus mamme lavoratrici, che esonera dalla contribuzione previdenziale fino a un massimo di 3.000 euro all’anno per le dipendenti con almeno tre figli, rappresentano opportunità significative per aumentare il reddito.