Si chiamava Clelia Ditano la 25enne morta precipitando nel vano dell’ascensore di un condominio di Fasano, in provincia di Brindisi. Mentre le autorità sono al lavoro per ricostruire le dinamiche dell’incidente, sui social in tantissimi le hanno dedicato dei messaggi di cordoglio.

Chi era Clelia Ditano, la ragazza morta precipitando nel vano dell’ascensore a Fasano, Brindisi

I fatti risalirebbero alle prime ore di questa mattina, 1 luglio 2024: stando a quanto riporta l’Ansa, la ragazza, di 25, avrebbe chiamato l’ascensore dal quarto piano e, dopo aver aperto la porta, non rendendosi conto dell’assenza della cabina – rimasta bloccata a un piano inferiore -, sarebbe precipitata nel vuoto.

A dare l’allarme, i suoi genitori, preoccupati di non vederla rientrare: per la giovane, all’arrivo dei soccorsi e dei vigili del fuoco, non c’era già più niente da fare. Sembra che lavorasse come addetta alle pulizie per una serie di B&B di Fasano, nel Brindisino, dove viveva.

Sui social sono tantissime le foto che la ritraggono nei momenti più disparati: l’ultima risale ad appena qualche ora prima della tragedia. “A quello che verrà” è la didascalia che l’accompagna. Una frase che, letta dopo l’incidente che le è costato la vita, mette i brividi. In tanti l’hanno commentata.

“Che Dio possa sostenere i tuoi genitori, tutti i tuoi cari e le persone che ti hanno voluto bene”, ha scritto un utente. “Come si può morire così?“, si è chiesto un altro. In molti, imbattendosi nella notizia della morte della 25enne, si sono posti la stessa domanda, dedicandole un messaggio di cordoglio.

L’incidente in una palazzina popolare di via Piave

La palazzina popolare che ha fatto da sfondo alla tragedia si trova in via Piave a Fasano. L’ascensore incriminato sarebbe, secondo il Quotidiano Nazionale, abbastanza vecchio: funzionerebbe attraverso “corde con fune d’acciaio”.

I prossimi accertamenti che gli inquirenti svolgeranno dovranno chiarire se fosse stato interessato dall’opportuna manutenzione: non ci si spiega, infatti, come sia possibile che la ragazza sia riuscita ad aprire la porta nonostante la cabina non fosse al piano. Sarebbe morta sul colpo.

Sarai per sempre nel mio cuore! Nonostante non uscissimo e sentissimo più come prima, per me resterai sempre una parte fondamentale della mia vita, sappiamo noi cosa siamo state! Per me resterai sempre la stessa! Piccola stella, brilla più che puoi! Non doveva andare così, dovevi realizzare tutti i tuoi sogni, la famiglia che volevi crearti, trovare l’amore, quello vero! Non siamo nulla su questa terra! Ti vorrò sempre bene! Mi raccomando ora balla e divertiti come hai sempre fatto! Ciao bella mia!,

le parole che una sua amica ha affidato ad Instragram per salutarla. Anche su Facebook c’è chi le ha rivolto un pensiero. “Aveva tanti sogni”, ha detto commosso il papà ai microfoni dei giornalisti che lo hanno intercettato fuori dalla sua abitazione nelle scorse ore. Lo riporta il quotidiano locale Antenna Sud.

Il caso di Antonio Pistone nel Catanese

La storia di Clelia avrà ricordato a qualcuno quella di Antonio Pistone, il tecnico di 31 anni che lo scorso aprile ha perso la vita – restando schiacciato tra la cabina e la porta dell’ascensore di un condominio di Aci Sant’Antonio, nel Catanese – dopo essere intervenuto per salvare una donna che era rimasta all’interno dell’elevatore, che poi sarebbe stata trovata sotto shock. Stava facendo il suo lavoro: cosa sia andato storto lo accerteranno le indagini.