Fedja Stukan è un attore ed attivista bosniaco che ha scritto un libro – il cui titolo è Blank – che racconta gli orrori della guerra in Bosnia di trenta anni fa ed è stato capace di alzare un polverone a Belgrado. Il presidente Vucic ha iniziato da qualche tempo una vera e propria crociata contro l’attore bosniaco: Stukan è stato allontanato dalla Serbia a causa della sua pubblicazione che capovolge la visione nazionalista del conflitto degli anni ’90 utile all’attuale regime.

A raccontare questa vicenda a Tag24 è proprio l’attore ed attivista bosniaco che dipinge un quadro raccapricciante della Serbia e di chi in questo momento è al potere. Aleksandar Vucic è ben noto alle cronache estere per essere un personaggio ambiguo. Da una parte cerca di mostrarsi come un leader aperto ad un futuro europeo per il suo Paese ma dall’altro non sembra avere a cuore il rispetto dei diritti fondamentali dei cittadini.

Il presidente serbo è salito all’onore delle cronache quando lo scorso 20 dicembre, in Serbia, ci sono state proteste per le elezioni parlamentari ritenute da gran parte della popolazione truccate. In quel caso il partito presidenziale ha ottenuto un’alta percentuale di voti.

Stukan: “Vucic non mi ha permesso di rientrare in Serbia”

Come può un libro su una guerra combattuta oltre trent’anni fa mettere paura ad uno dei capi di Stato più potenti dei Balcani? Fedja Stukan racconta a Tag24 come un suo romanzo pubblicato qualche anno fa – e divenuto bestseller – contenente dei dettagli macabri sul conflitto nei Balcani abbia attirato le antipatie del presidente Vucic e dei vertici del suo partito.

Prima di diventare attore e dedicarsi all’attivismo contro la guerra, Stukan è stato costretto ad imbracciare le armi nel corso del conflitto che ha infiammato i Balcani negli anni ’90. Classe 1974, l’attore aveva poco più di 18 anni quando si sono verificate le tensioni che hanno portato alla dissoluzione della Jugoslavia. Dopo quei terribili anni, Stukan ha raggiunto la fama a livello nazionale ed internazionale recitando anche con Brad Pitt ed Angelina Jolie.

D: Qual è il motivo per cui ti è stato impedito di entrare in Serbia?

R: “Ho lavorato in Serbia per tre anni e oltre a fare l’attore sono anche uno scrittore. Ho pubblicato un libro cinque anni fa. In questo ho raccontato quello che ho vissuto durante la guerra quando ero in un’unità speciale: so alcune cose su quel conflitto che molti non sanno. Il mio libro ha avuto successo ed ora è il più venduto in Serbia e Bosnia. Ne sono state vendute circa 60mila copie“.

“Il mio libro evidentemente non è andato giù ai nazionalisti che governano da 30 anni il Paese visto che parlo dell’atteggiamento della Serbia nel corso del conflitto. Tuttavia è diventato una lettura obbligatoria in Serbia, nelle scuole superiori e nelle università di tutto il mondo come la Goldsmith di Londra. Di recente pare sia diventato un libro obbligatorio anche in Bosnia“.

“Ero un tossicodipendente 21 anni fa e non avevo una casa. Ora sono un pilota, un padre, un attore e un produttore cinematografico”.

D: Quale pubblico ha maggiormente influenzato il tuo libro?

R: “Per lo più i giovani che, per la prima volta, rifiutano una narrazione nazionalista sulla guerra da parte di chi governa. I nazionalisti in Serbia e qui in Bosnia hanno molta paura perché i ragazzi stanno scoprendo che esistono anche altri modi di vedere il mondo. Il libro, in tal senso, è stato pericoloso per chi porta avanti un certo tipo di retorica. Vengo spesso invitato nelle scuole dove affronto questi temi con gli studenti”.

L’espulsione dalla Serbia

D: Quando hanno disposto che non saresti più potuto entrare in Serbia?

R: “Un anno fa. Mi ero recato ad una protesta e le telecamere mi hanno ripreso, successivamente sono stato espulso dal Paese. Ho pensato che questo divieto sarebbe durato un anno ma poi mi è stato nuovamente negato l’accesso al Paese…”

D: Da lì è partita una macchina del fango nei tuoi confronti?

R: “Non ho libertà di spostamento e il presidente Vucic viola il mio diritto al lavoro. Ma non finisce qui: personaggi altolocati della politica serba vicini a Vucic hanno iniziato a dire un sacco di sciocchezze contro di me. Il presidente mi ha definito un criminale”.

Io non sono il criminale. Sono un maestro della recitazione e un pilota di tre aerei diversi e tante altre cose…ma non un criminale! Su X e su tutti i social media stanno cercando di indebolirmi. Dicono a tutti che sono ‘mujaheddin‘, che sono venuto lì per uccidere il presidente. E quindi questo genere di cose, intendo, accuse gravi.”

I metodi di governo di Vucic

D: Il presidente Vucic, da come viene descritto, sembra quasi un dittatore. Ritieni che possa fare anche scoppiare una guerra?

R: “Qualche giorno fa il festival Mirdita è stato proibito. Questo è un evento che promuove l’amicizia ed i buoni rapporti tra kosovari e serbi ma sembra che per Vucic le relazioni tra questi due popoli non debbano essere normalizzate. E neanche tra musulmani e serbi”.

“Per quanto riguarda la guerra: se non la provoca, crea costantemente quell’atmosfera di guerra. Una sorta di guerra fredda. Il fascismo è ad alti livelli in Serbia“.

D: Il nome di Vucic è diventato noto in Occidente dopo le proteste per presunti brogli elettorali dello scorso anno. Credi che questi brogli effettivamente ci siano stati?

R: “Naturalmente. Vucic è stato capace di concentrare nelle sue mani tutti i poteri e sta usando la sua carica per restare impunito perché è un criminale. Ti dirò di più: in Serbia è stato arrestato un criminale che ha usato una macchina per frullare la carne delle sue vittime. Si tratta di una persona legata a Vucic che è in carcere ma non può essere processato perché chissà cosa rivelerebbe…In più il presidente serbo vanta un legame d’amicizia con Putin“.

D: Esiste un’opposizione a Vucic?

R: “Sì ma è debole e senza molte persone che l’appoggino…il resto dell’opposizione è tenuta ‘sotto scacco’ dal presidente.”