C’è una svolta nel caso dell’anziano che ieri, 30 giugno 2024, è stato trovato morto in casa a Castrignano dei Greci, in provincia di Lecce: stando a quanto riportano fonti locali, nelle scorse ore gli inquirenti avrebbero fermato il suo badante di origini moldave. Interrogato, l’uomo avrebbe infatti confessato di averlo ucciso.
Anziano trovato morto in casa a Lecce, fermato il badante di origine moldava: l’avrebbe ucciso
Nel pomeriggio di ieri Fernando Monte, 82 anni, era stato trovato morto in casa dalla figlia che, di ritorno da una giornata al mare, aveva deciso di fargli visita insieme al marito per verificare che stesse bene: il suo corpo giaceva a terra, con evidenti segni di percosse e una ferita alla testa. La persona che avrebbe dovuto accudirlo, il badante di origini moldave di 36 anni, era lì vicino, parzialmente nudo e in stato confusionale.
Nelle scorse ore, interrogato dagli inquirenti, avrebbe confessato di aver ucciso l’anziano, con cui da circa due anni viveva: stando a quanto riporta La Gazzetta del Mezzogiorno, lo avrebbe prima preso a pugni e poi colpito con un oggetto contundente alla testa. Il motivo? Non è stato ancora chiarito. Prima dell’omicidio, secondo le ricostruzioni, i due avrebbero trascorso la giornata come facevano sempre.
In mattinata l’uomo avrebbe accompagnato Monte – che era costretto in sedia a rotelle – al Lecce club vicino casa e poi dal tabaccaio. Sembra che finora non avesse mai dato problemi o segni di squilibrio. Dopo tutti gli accertamenti del caso è stato trasferito in carcere; la salma dell’anziano invece all’ospedale “Fazzi”, dove, nei prossimi giorni, il medico-legale incaricato dalla Procura eseguirà l’autopsia.
Il caso di Carlo Gatti
Il suo non è l’unico caso del genere: sono tanti gli anziani che finiscono per perdere la vita per mano delle persone che dovrebbero prendersi cura di loro. Tra i casi più recenti c’è quello di Carlo Gatti, l’89enne che lo scorso febbraio è stato trovato morto in casa a Colli Verdi, nel Pavese.
Ad ucciderlo, secondo gli inquirenti, sarebbe stata la badante 45enne Liliana Barone, ex moglie di suo nipote e sua convivente. Non si sa ancora se l’abbia colpito con un oggetto contundente oppure spinto, facendolo cadere e morire dissanguato. Né si conosce il movente.
La storia di Rosanna Aber
Simile è anche la storia di Rosanna Aber, la 77enne morta dopo essere precipitata da una delle finestre al quarto piano dell’appartamento in cui viveva a Bergamo. I fatti risalgono all’aprile del 2022.
Anche nel suo caso, come in quello di Gatti, si era pensato, inizialmente, a una morte accidentale, a una fatale caduta. La badante, presente in casa al momento dei fatti, aveva però lasciato intendere che l’anziana potesse essersi suicidata, facendo insospettire i familiari, che avevano escluso con fermezza la possibilità di un gesto volontario.
La 77enne, oltre a condurre una vita serena, aveva da poco saldato la quota di un viaggio che avrebbe dovuto fare con la sorella: non avrebbe avuto alcun motivo per togliersi la vita. Stando a quanto ricostruito dagli inquirenti, sarebbe stata uccisa, in effetti, dalla donna di 25 anni che la aiutava in casa, Krystyna Mykhalchuk, al culmine di una lite scoppiata perché aveva scoperto che la stessa le aveva rubato dei soldi, circa 2 mila euro, per giocarseli alle slot.
La donna l’avrebbe spinta giù dalla finestra; poi avrebbe provato a depistare le indagini.