Maria Rosaria Omaggio, icona del cinema italiano, ha posato ben tre volte per la rivista Playboy, di cui va particolarmente fiera. Questo primato è unico in Italia. Tuttavia, la notorietà dell’attrice, scrittrice e insegnante di Taijiquan (un’antica arte marziale cinese) deriva anche da molti altri fattori, tra cui il suo impegno umanitario. In una recente intervista al Corriere della Sera, ha rivelato aspetti inediti della sua straordinaria carriera.

Maria Rosaria Omaggio da giovane

Con un curriculum che vanta 50 spettacoli teatrali, 29 film e 18 fiction televisive, Maria Rosaria Omaggio iniziò la sua carriera nello spettacolo con Canzonissima 1973-1974, dove collaborò con Pippo Baudo. Da lì, si aprirono le porte del cinema. “Andrzej Wajda mi volle per Walesa, l’uomo della speranza”, ricorda. “Fu un’esperienza di crescita interiore, andava oltre la carriera. Oriana Fallaci aveva parlato di me a Wajda, dicendo che le assomigliavo. E così, lui mi fece interpretare il ruolo della giornalista che intervista il leader di Solidarnosc nel film.”

Nel corso della sua carriera, è apparsa in déshabillé su numerose copertine: l’edizione italiana di Playboy nel maggio 1976, nel 1980 e nel novembre 1982, ma anche su Playmen, Stern, Ciné Revue, Interviú, Guida Tv, La Domenica del Corriere, Gente, Skorpio, Il Monello e persino sulle cartoline del Guerin Sportivo con la maglia della Roma. Tuttavia, per lei non era facile posare in quel modo: “È difficile anche nei film, dove almeno c’è una storia. Ma erano foto artistiche. Posavo per Playboy nello studio del grande Angelo Frontoni e sapevo già che sarei entrata nell’immaginario collettivo”, ha rivelato in una recente intervista al Corriere della Sera.