Da venerdì 31 maggio in radio è uscito “Che cosa hai messo in valigia?” di Sonia Colella, in arte Sonia Lib, cantautrice varesina molto apprezzata nell´ambito jazz. La canzone, composta nell’estate del 2022, è una canzone in stile swing che nasce da una riflessione sui contenuti che portiamo come bagaglio della nostra vita.

Sonia Lib: intervista esclusiva di Tag24

Ecco cosa ha dichiarato Sonia Lib ai microfoni di Tag24.

Come nasce il brano Che cosa hai messo in valigia?

Allora è nato nell’estate del 2022: semplicemente una notte mi sono svegliata e mi è venuta in mente questo temino che avevo in realtà già registrato sul telefono qualche mese prima, ma mi è ritornato in mente. Ero in un momento in cui io mi stavo chiedendo come mai nella mia vita ci fossero delle cose che non andavano e sono nate le prime parole. Le canzoni che funzionano io le scrivo in un’ora. Nascono proprio di getto. Non ci penso troppo.

E c’è un momento della giornata in cui sei ispirata a scrivere?

Diciamo che molte cose belle le ho scritte proprio nei momenti difficili. Paradossalmente quando sono allegra mi viene un un po’ meno l’ispirazione, però ultimamente sto imparando anche a sfruttare questa gioia. Non è che sempre nel dolore dobbiamo scrivere, no? Le canzoni d’amore son tutte sugli amori finiti, struggenti. Ma perché non scriviamo una canzone che ha il lieto fine?

Il brano ti ha portato delle delle belle soddisfazioni come il Cantagiro, Sanremo…

Intanto il Cantagiro l’ho vissuto proprio come quella mamma che dopo la gravidanza si è rimessa in gioco senza nemmeno prepararsi troppo. Sono andata senza aspettative e lo scopo era semplicemente quello di rimettermi al centro. In realtà non è così semplice diventare mamma, puoi veramente rischiare di star male. Ho deciso di riappropriarmi dei miei spazi contro quelli che mi sconsigliavano di lasciare mia figlia piccola.

Le donne e il mondo della musica

A proposito di donne, hai vinto da poco il premio concorso donne d’amore in Campidoglio…

Hanno portato anche delle riflessioni sulla parte spirituale che per me è una cosa che risuona molto, sulla quale lavoro tanto da sempre. Fin da bambina mi sono fatta un sacco di domande sul senso della vita. C’è stata questa premiazione non tanto sulla canzone che avevo presentato, ma sul fatto che come donna parlo anche dell’essenza femminile. Quindi il fatto che il jazz diventi anche un modo per parlare di noi donne è bello.

Che ne pensi dell’istinto della situazione del jazz nel panorama italiano?

Nella mia esperienza ho spesso incontrato delle porte chiuse, innanzitutto già solo per il fatto di essere una donna. Una volta c’è stato un musicista di cui non faccio nome che mi ha detto “il male del jazz italiano sono le cantanti donne”.

Un oggetto che non può mancare nella tua valigia?

Il rossetto rosso. Io credo che sia stata mia madre a trasmettermi la passione per il rossetto. Lei non non si è mai truccata molto, ma si è sempre messa il rossetto rosso. Mia figlia vuole mettersi già il rossetto da tempo, osservando me. Trasmetteremo questa cosa nei secoli dei secoli.

Sogni nel cassetto qualcosa che vorresti realizzare?

Allora mi mi hanno chiesto di ripartecipare al Cantagiro. Presenterò un brano che è un tango e rappresenta la passione che una donna può concedersi, ma anche la meritevolezza della donna che merita di avere un uomo accanto che la ami e con cui può esprimersi liberamente anche in questo senso.

Ti occupi anche di meditazione: quanto secondo te la musica influisce eh sull’anima?

Tantissimo. Mantenere anche una certa centratura ci aiuta a vedere la vita in un una maniera differente, profondamente leggera. Se pensi l’universo è nato da una frequenza, da un suono. Hanno scoperto che come i cristalli dell’acqua cambiano forma a seconda della frequenza che viene emessa o delle parole che noi diciamo. Ecco perché dobbiamo educare il pubblico ad ascoltare la musica giusta.