Sconvolta Favignana, l’isoletta siciliana delle Egadi al largo di Trapani, per l’improvvisa morte del sovrintendente del carcere, trovato impiccato in un bosco. Le indagini sono ancora in corso e non ci sono ancora informazioni sul perché dell’estremo gesto.

Sovrintendente del carcere impiccato a Favignana: indagini in corso

Ha deciso di impiccarsi a un albero nel vicino bosco a Favignana il sovrintendente 54enne del carcere dell’isola siciliana nelle Egadi. Un’altra vittima, probabilmente, delle terribili condizioni in cui versano gli agenti della polizia penitenziaria.

A dare l’annuncio della tragedia proprio il Segretario Generale del Sappe, Donato Capece, che ha dichiarato: “È una notizia che sconvolge tutti noi” e ha spiegato che, tuttavia, al momento le indagini sono ancora in corso:

Si disconoscono le motivazioni del gesto estremo al momento. Da cinque anni prestava servizio presso l’Ufficio matricola e da un mese era in malattia. Si trovava presso la casa di villeggiatura in Favignana, nei cui presso c’è un bosco in cui è stato trovato impiccato a un albero. Una tragedia

Sappe: “A Favignana situazione ingestibile”

Come lo stesso Segretario Generale ha raccontato a Tag24 qualche tempo fa, continua la crisi delle carceri italiane, troppo affollate e prive dei necessari mezzi per contrastare gli episodi di violenza che scoppiano all’interno delle case circondariali.

Purtroppo, Favignana non ha fatto eccezione. Anche qui, denuncia il Sindacato Autonomo Polizia Penitenziaria, gli agenti sono abbandonati a se stessi:

I poliziotti penitenziari sono lasciati abbandonati a loro stessi, mentre invece avrebbe bisogno evidentemente di uno strumento di aiuto e di sostegno. Servono soluzioni concrete per il contrasto del disagio lavorativo del Personale di Polizia Penitenziaria.

Nelle parole di Capece, però, risuonano ancora una volta le denunce rivolte al governo a al Ministero, affinché si arrivi a una soluzione concreta per arginare la profonda situazione di disagio. Non bastano più le promesse e le parole per il Segretario, che spiega che “come evidenziato da autorevoli esperti del settore, è necessario strutturare quanto prima un’apposita direzione medica della Polizia Penitenziaria, composta da medici e da psicologi impegnati a tutelare e promuovere la salute di tutti i dipendenti dell’Amministrazione Penitenziaria. Qui servono azioni concrete sui temi dello stress psico-fisico degli appartenenti al Corpo, che non possono ridursi a mere linee guida diramate con lettere ministeriali!“.