Nel quadro delle possibilità di uscita prima e delle pensioni del 2024, diventa essenziale, per chi ne possa beneficiare, richiedere il prima possibile la Rendita Integrativa Temporanea Anticipata (Rita). La formula di accesso a questa misura consente di richiedere, alla propria previdenza complementare – attuata mediante i fondi pensione o il Piano individuale pensionistico (Pip) – un sostegno di accompagnamento alla pensione di vecchiaia dei 67 anni di età.

Istituita nel 2017, la Rendita Integrativa Temporanea Anticipata si concretizza, quindi, come un assegno mensile che si può richiedere fin dall’età di 62 anni, con cinque anni di anticipo rispetto alla vecchiaia, purché in possesso anzitempo dei 20 anni di contributi richiesti per la vecchiaia presso la gestione pubblica di appartenenza.

Tuttavia, è già presente sui tavoli del governo una bozza di provvedimento che riformerebbe la misura con qualche novità restrittiva. Da questo punto di vista, quindi, è necessario fare il prima possibile la richiesta del sostegno mensile per chi rientri nei requisiti richiesti per la Rita.

Pensioni 2024 Rita, quando si può richiedere?

Tempo di valutazione su una misura, la Rendita Integrativa Temporanea Anticipata (Rita), che era stata introdotta dopo le chiusure e le difficoltà di andare in pensione per i rigidi meccanismi della riforma Fornero. La Rita potrebbe essere oggetto di restyling, con qualche novità che – di certo – non andrà incontro alle reali aspettative di quanti abbiano sottoscritto un fondo complementare o un Piano individuale pensionistico (Pip) con l’intenzione di disporre di un assegno di sostegno al reddito nell’attesa di maturare l’età necessaria per la pensione di vecchiaia.

Da questo punto di vista, la Rendita Integrativa Temporanea Anticipata (Rita) consente di avere un assegno mensile per chi abbia aderito ai Pip o ai fondi pensione già dall’età di 62 anni, con un anticipo di cinque anni rispetto all’età prevista per la pensione di vecchiaia.

Perché conviene la Rendita Integrativa Temporanea Anticipata?

Pertanto, il fondo pensione anticipa a chi abbia effettuato l’adesione al fondo pensione, il capitale maturato nel tempo. Se nei primi anni dall’entrata in vigore della misura, la Rita è stata una vera e propria formula di pensione anticipata che ha consentito – a tanti lavoratori prossimi alla pensione ma tagliati fuori dal pensionamento per le misure restrittive della riforma Fornero – di poter ottenere un mensile nel caso in cui avessero perso il lavoro, ad oggi la rendita integrativa può essere un’occasione per mantenere il tenore di vita che si aveva durante la vita lavorativa o, comunque, di poter disporre di un assegno aggiuntivo mese per mese.

Si ricorda, inoltre, che la Rita consente agli inoccupati da almeno due anni e di età anagrafica di 57 anni (cioè a dieci anni di distanza dalla pensione di vecchiaia) di poter richiedere la rendita anticipata come assegno mensile maturato.

Novità in arrivo pensioni Rita 2024: perché richiedere subito la rendita anticipata?

Di questi vantaggi, tuttavia, potrebbe rimanere in piedi poca roba. Infatti, è presente sul tavolo del governo una bozza di provvedimento che mirerebbe a riformare la Rita, disponendo l’incompatibilità della Rendita Integrativa Temporanea Anticipata con i trattamenti di pensione anticipata già percepiti.

In buona sostanza, ad oggi chi maturi le condizioni per ricevere la Rita a 62 anni, può ricevere l’assegno mensile anche se percepisce altri trattamenti di pensione. Inoltre, la Rita è compatibile anche con altre attività di lavoro, quali lavori alle dipendenze, come autonomo o con collaborazione coordinata e continuativa. La limitazione contenuta nella bozza del decreto riguarderebbe, dunque, l’incompatibilità tra la Rita e un assegno ordinario di pensione che il richiedente già percepisce. Per il momento il provvedimento è congelato, ma qualche novità in senso restrittivo potrebbe arrivare nella Manovra di fine anno.