Sono passati quasi tre mesi dalla scomparsa di Cristian Cannone, allontanatosi il 13 aprile dall’ospedale di Tor Vergata, a Roma, intorno alle 7:15 del mattino. Le telecamere di sorveglianza lo hanno immortalato diretto verso l’uscita dalla struttura sanitaria.

Da quel momento, nessuno ha avuto più sue notizie: né i familiari e gli amici di una vita, ora preoccupati per le sorti del 43enne, amato e benvoluto dalla comunità locale.

Come accade spesso nel corso della nostra esistenza, arrivano dei momenti di vuoto, fragilità, più che normali e che ci portano a chiuderci metaforicamente in noi stessi: credendo di essere soli, quando in realtà non lo si è mai.

Nelle ultime settimane, mediante il Comitato Scientifico Ricerca Scomparsi ODV, gruppo di volontari che si occupa di fornire aiuto e supporto ai parenti di persone sparite in circostanze ignote, sono arrivate molteplici segnalazioni di potenziali avvistamenti dell’uomo, che potrebbe essere fortunatamente ancora vivo.

Tag24 ha intervistato in esclusiva Nancy, sorella di Cristian, su questa drammatica vicenda.

Intervista a Nancy Cannone, sorella di Cristian, scomparso da Roma il 13 aprile 2024

Cristian Cannone è alto 1 metro e 75, occhi castani, capelli neri e diversi tatuaggi sulle braccia, tra questi uno dedicato alla nipote Juliette. Negli ultimi e potenziali avvistamenti, il 43enne è stato visto con capelli più lunghi di quelli evidenziati nelle foto e barba più folta ed incolta.

Chiunque avesse informazioni o potenziali avvistamenti è tenuto ad informare prontamente il 112, i volontari del Comitato Scientifico Ricerca Scomparsi ODV al 388.189.4493 e il giornalista Antonio Preziosi della redazione di Tag24.

D. “Suo fratello si era mai allontanato per così tanto tempo fino ad ora?”

R. “Mai, è la prima volta che accade. Cristian non si è mai allontanato da casa senza avvertirci che avrebbe dormito fuori o dove potenzialmente fosse. Magari stava qualche giorno via, ma mai avremmo immaginato qualcosa del genere…”

D. “Mi diceva che Cristian era stato ricoverato il 12 aprile in ospedale ed è scappato il 13 mattina?”

R. “È arrivato al pronto soccorso in ambulanza, il 12 aprile, ed è scappato dall’ospedale il 13 mattina, intorno alle 7:15, la mattina presto. Gli avranno fatto tutte le visite di rito, tra queste le analisi del sangue ed è andato via. Lo testimoniano le telecamere di sorveglianza che lo hanno ripreso mentre usciva dalla struttura sanitaria di Tor Vergata”.

D. “Cristian ha bisogno di farmaci salvavita? Secondo lei si tratta di un allontanamento spontaneo?”

R. “No, fortunatamente è in salute e non ha bisogno di farmaci salvavita. Credo che si tratti di un allontanamento spontaneo, lui aveva con sé tutto: documenti, chiavi di casa e un cellulare al quale aveva tolto la scheda SIM. Se provi a chiamare al suo smartphone, dice che è il numero è inesistente. L’allontanamento è volontario perché si vedeva dalle telecamere di sicurezza che volesse andare via…”

Cristian Cannone stava attraversando un periodo di fragilità

D. “Negli ultimi tempi Cristian stava attraversando un periodo di fragilità?”

R. “Sì, stava vivendo un periodo di fragilità, di vuoto interiore, era parecchio giù negli ultimi tempi. Lo avevo visto più distante, come se non ritrovasse sé stesso in questo momento e aveva bisogno di ritrovarsi”

D. “Recentemente avete ricevuto diverse segnalazioni di avvistamenti?”

R. “Al momento ha barba incolta secondo i testimoni, ed è stato visto nei pressi di Battistini. È stato visto la scorsa settimana, massimo 10, vicino alla metropolitana. Dopodiché da lì sono partite una serie di messaggi, telefonate che era stato visto in un bar, ma non è mai pervenuta una foto, un video o i suoi tatuaggi, non fanno caso a quello che è l’elemento fondamentale. Qualora non fosse lui, è sicuramente una persona che gli somiglia moltissimo, ma l’unica certezza al momento sono i suoi tatuaggi. Penso che così tante persone ci hanno telefonato è perché il suo volto è abbastanza riconoscibile. Le segnalazioni in questa zona sono diventate molto più frequenti, come l’ultima a Viale Angelico, già pervenuta diverse settimane fa, vicino ad un semaforo”

D. “I tratti comuni maggiormente riconosciuti da tutti?”

R. “Barba lunga, capello incolto, ma non entrano mai in dettagli specifici. Spesso lo vedono coperto, come ad esempio questa mattina con una felpa e un pantalone lungo. Ne ha molti di tatuaggi ma se ha cappuccio o altro è proprio difficile. Non è uno di quei grandi tattoo, mentre su braccia e polpaccio, se guardi bene lo identifichi al 100%. Ha un maori sulla spalla, Che Guevara sul polpaccio, ne ha moltissimi…”

Il 43enne era molto legato alla sorella Nancy e ai suoi familiari

D. “E secondo lei perché si è distaccato così tanto anche da voi familiari?”

R. “Probabilmente proprio per il periodo in cui si trovava. Si sentiva confuso e probabilmente ad un certo punto non ha più creduto in noi. Devo essere onesta: questo distacco non lo avrei mai immaginato, questa lunga assenza non ce l’aspettavamo”

D. “Vi sentivate sempre o c’erano volte in cui vi distaccavate?”

R. “Mai, il contatto era quotidiano. Solo nell’ultima settimana ci siamo sentiti di meno, ma tutti i giorni parlavamo…”

D. “Oltre lei, Cristian con chi è legato dei suoi familiari?”

R. “Ha un fortissimo legame con mia madre e mia figlia, di cui ha anche un tatuaggio sull’avambraccio. La nostra mamma sta malissimo, è preoccupata ed è la prima a non riuscire a metabolizzare questa scomparsa. Erano molto legati, legatissimi e questo allontanamento estremo è stata una sorpresa per tutti noi.

L’appello della sorella Nancy: “Torna presto a casa, poni fine a questa sofferenza…”

D. “Qualora Cristian leggesse questa intervista, cosa vorrebbe dirgli?”

R. “Che Cristian ci dicesse innanzitutto se sta bene, questa è la cosa primaria, fondamentale. Vorrei sapere se in questo momento si senta sereno così, ma ci credo poco che lo sia. A questo punto sono arrivata a pensare che se questa è la sua volontà non sono favorevole ma l’accetto, se vuole stare così. Ma sono due mesi e mezzo che non viviamo più, che siamo in angoscia. Ma se dovessi pensare alla mia volontà direi: “Cristian questo è il tuo posto, dove puoi ritrovare la pace perduta”

D. “Se vi dicesse: ‘questa è la mia volontà, ho cambiato vita, rispettatelo’. Sareste favorevoli?”

R. “Vorremmo che tornasse a casa a parlarci, a riabbracciarci, manca a tutti. Vorremmo che almeno ci facesse sapere di star bene, qualsiasi sia la maniera. Chiaramente non scritta perché non potremmo sai sapere se si tratta di lui o di un’altra persona. Sicuramente voglio sentire la sua voce, da lui e nessun altro, anche in formato videochiamata. Se non se la senti di manifestarci o non vuole vederci, però ci deve chiamare. Se sta bene così, io posso stare male perché come faccio a dimenticarlo? Ma porrebbe fine a questa sofferenza, risposte certe non ne abbiamo mai avute. Le nipoti stanno malissimo senza di lui…”