Mancato colpo di Stato o autogolpe? Quello che è successo due giorni fa a La Paz, in Bolivia, dove un gruppo di militari ha cercato di deporre il capo di Stato Luis Arce ha destato molta preoccupazione per il futuro del Paese. Dodici persone sono rimaste ferite durante gli scontri tra militari golpisti e forze dell’ordine e sembra apparentemente che i responsabili siano stati arrestati.

Eppure il fallito tentativo ha portato alla luce diverse criticità. Il presidente socialista non è visto come un leader forte né da una parte della popolazione né dal suo stesso partito. Cosa succederà nei prossimi mesi in Bolivia? L’analista geopolitico Mattia Fossati spiega a Tag24 quali potrebbero essere gli scenari futuri.

Il mancato golpe in Bolivia ai danni di Arce

È Juan José Zuniga il personaggio del momento in Bolivia. Il generale, già noto per le sue posizioni talvolta estremiste, è stato arrestato dopo il tentato golpe nei confronti del presidente Arce. Le intenzioni del militare erano chiare: restaurare la democrazia in Bolivia. Il Paese è già ora democratico ma si tratta di un regime molto fragile e vicino a situazioni più complesse che potrebbero condizionarne il futuro. A dirlo sono le Nazioni Unite che non troppo tempo fa hanno inviato un delegato a La Paz e ne è emerso un Rapporto preoccupante. Ecco cosa ne pensa l’analista geopolitico Mattia Fossati.

D: Qual è la situazione attuale in Bolivia? Cosa è successo?

R: “Dovremmo parlare di un autogolpe o di un tentativo di golpe di Stato da parte di una fascia minoritaria dell’esercito in Bolivia. Siamo in presenza di un capo di Stato molto debole perché non è il ‘padre padrone’ del proprio partito: quel ruolo spetta all’ex presidente Evo Morales. Arce ha rivestito il ruolo di ministro dell’Economia, dopo la destituzione di Morales con l’accusa di aver truccato le elezioni sta cercando di tornare ai fasti del passato. Arce ha la maggioranza parlamentare ma tante riforme sono state bloccate perché la maggioranza è filo Morales“.

“Le opposizioni si sono schierate con Arce che nel mentre ha ricevuto tanti attestati di solidarietà anche dalla Comunità Internazionale. Il presidente è uscito più forte di prima: possiamo parlare di golpe o autogolpe?”

Arce e il rapporto con il partito

D: Arce non va giù ai vertici del partito?

R: “Morales è stato presidente della Bolivia dal 2005 al 2019 ed è il ‘padre padrone’ del Partito Socialista di Arce. Morales vuole partecipare tra un anno alle elezioni ma deve costringere Arce a non correre, tanti elementi fanno pensare che si sia trattato di un autogolpe: non c’è stata una sospensione dei canali governativi, il Congresso non è stato attaccato ed è stato Arce a fermare il generale Zuniga”.

“I giornalisti hanno potuto documentare tutto. Un fatto molto strano dato che non ricordo un colpo di Stato dove la stampa aveva libertà di documentare tutto senza affrontare le ritorsioni dei golpisti”.

D: Saranno presi provvedimenti ora contro i golpisti?

R: “Zuniga è stato arrestato e destituito anche se non è più generale dell’esercito da qualche mese. Questo generale è un personaggio molto chiacchierato ed è sospettato di essere legato al narcotraffico. Fa parte del gruppo dei ‘Pachacos‘, militari che facilitano il contrabbando di merci alla frontiera. Zuniga ha tentato il golpe per ristabilire la democrazia in Bolivia“.

“Il Paese è molto fragile dal punto di vista della democrazia, il Partito Socialista ha un peso specifico importante. Le Nazioni Unite tengono d’occhio quello che succede a La Paz, un delegato inviato un anno fa ha scritto in un report che il Paese ha una democrazia debole perché la magistratura non è indipendente”.

Narcotraffico e litio

D: Non si rischia con mosse come il recente golpe di instaurare una dittatura funzionale al narcotraffico?

R: “La Bolivia è l’unico Paese latinoamericano a liberalizzare le piantagioni di cocaina grazie proprio a Morales. Molti personaggi vicini a Morales e Arce sono molto ambigui e sono vicini al narcotraffico, non si è trattato di fare un golpe per facilitare il narcotraffico: tutto è legato a questioni economiche, sono terminati i dollari”.

“Nel Report del 2024 della Banca Mondiale emerge che dai 15 miliardi di dollari del 2014 presenti nelle casse della Banca Centrale della Bolivia oggi ne sono rimasti 1,7 miliardi. Tutti i beni internazionali si acquistano con i dollari e ad oggi in Bolivia ci sono problemi con gas e petrolio, l’inflazione inoltre è galoppante…a tutto questo si aggiungono le prossime elezioni generali del 2025.”

D: E per la questione litio? Il Paese fa parte – con Argentina e Cile – del ‘Triangolo del Litio’: potrebbe essere causa di instabilità negli anni a venire?

R: “Dipende dalla gestione. La Bolivia è un Paese socialista e molti beni sono di proprietà dello Stato, basti pensare alla nazionalizzazione dei giacimenti di idrocarburi del 2006. Probabile che questa politica possa essere adottata anche con il litio. Non credo che influirà positivamente questa scelta perché leggendo il Report della Banca Mondiale emerge che la nazionalizzazione dei giacimenti di idrocarburi ha provocato una fuga di capitali. Non so se il fenomeno possa verificarsi anche con il litio“.