“Inside Out 2” sta riscuotendo un enorme successo al cinema e Ansia è la nuova star dei social: perché ci piace così tanto? Parlare di emozioni non è semplice, soprattutto in un’epoca dove la vita procede sempre di corsa, la competizione è alle stelle e il desiderio di performare al massimo, mostrandosi costantemente sempre al meglio delle proprie possibilità o del proprio aspetto, come accade sul web.
Sdoganare le emozioni, in particolare modo quelle percepite come “negative”, potrebbe essere forse la chiave per abbattere qualche tabù e per accettare di più se stessi, con tutte le imperfezioni e le fragilità che contraddistinguono diverse fasi della vita, prima su tutte l’adolescenza.
Sarà per questo motivo che tutti ci rispecchiamo in Riley, la ragazzina protagonista del film Disney Pixar? Tag24 ha approfondito la questione con la psicoterapeuta Alexia di Filippo.
Perché Ansia di “Inside Out 2” ci piace tanto? La riflessione della psicoterapeuta
D: “Inside Out” è una saga che sta appassionando grandi e piccini. Qual è l’origine di questo successo secondo lei?
R: “Inside Out 2” sta riscuotendo un grande successo principalmente per tre motivazioni. Piccoli e grandi si riconoscono nella rappresentazione delle emozioni proposta dal film che poggia su una valida ricerca psicoeducativa e si avvale di una folgorante, poetica, facilitante quanto efficace veste cartoon.Il film affronta la complessità delle dinamiche emotive in relazione alle sfide evolutive della pubertà, in un momento in cui vi è allarme per la salute psicologica di bambini e ragazzi provati dalla recente pandemia.
E’ riuscito così a rappresentare problematiche perturbanti e molto sentite come ad esempio l’attacco di panico, rendendo immediatamente comprensibile ciò che spesso viene travisato e sottovalutato. Numerosi sono infatti i video condivisi dai ragazzi su TikTok per ringraziare la produzione di “Inside Out 2” con frasi come: “Grazie per aver mostrato ciò che non si può spiegare a parole”.
Il secondo capitolo del capolavoro della Pixar approfondisce la comprensione del funzionamento psicologico dell’individuo, promuovendo il dialogo tra genitori e figli in un momento storico percorso da un preoccupante analfabetismo emotivo, per cui si invoca da più parti un intervento educativo.
Tutti pazzi per Ansia di “Inside Out 2” sui social: un nuovo fenomeno virale
D: Ansia è la nuova star del film. Sui social sta spopolando, viene ricondivisa in post, reel e video divertenti. Perché sono tutti pazzi per lei?
R: Perché l’ansia ci accomuna tutti, oggi più che mai, in una società che richiede sempre più alti livelli di performance, caratterizzata da una competitività esasperata. Non a caso, una delle problematiche maggiormente lamentate dai nostri ragazzi è l’atelofobia, ossia la paura di non essere all’altezza.
Il buffo ed a tratti inquietante personaggio di Ansia che, con occhi sgranati e ciuffo ribelle, cerca di prevedere e far schivare all’adolescente Riley una serie di scenari catastrofici finendo per debordare e determinando quel cortocircuito che è l’attacco di panico, declina alla perfezione il momento in cui l’emozione che rappresenta, da utile ed adattiva, diviene disfunzionale.
Non solo, ma il suo efficientismo interventista, sostenuto dalla buona fede nel voler aiutare, la rende simpatica e per certi aspetti inedita, catalizzando nello spettatore un processo di comprensione e familiarità con le dinamiche psicocorporee e relazionali che sottendono l’ansia.
L’Ansia è ancora un tabù? Alexia di Filippo: “Accomuna le generazioni di oggi”
D: Il grande successo di Ansia fa pensare che sia un sentimento sdoganato ora. Non è sempre stato così: chi soffre di ansia, spesso si vergogna o è in imbarazzo e fa fatica ad esternarlo.
Il fatto che nel film venga accostata all’adolescenza potrebbe aver reso questa emozione “nazional popolare”? Tutti siamo stati adolescenti e forse per questo riusciamo a rispecchiarci nella protagonista Riley…
R: Tra i ragazzi, ma anche nei genitori e negli adulti in generale, penso che il successo di Ansia sia dovuto al fenomeno dell’assottigliamento dei confini tra le generazioni. Si parla di famiglia ‘adolescente’ in cui non sono solo i ragazzi a vivere uno straordinario momento trasformativo e di crescita, ma anche i genitori.
A cinquant’anni sentono di poter vivere ancora una vita ricca di opportunità e nuove sfide. Il film con il suo personaggio dedicato all’ansia, accomuna le generazioni perché mostra la complessità del processo evolutivo che, con percorsi ed obiettivi differenti, riguarda entrambe.
Le emozioni di “Inside Out 2” sono lo specchio dell’adolescenza?
D: Nel cast sono state aggiunte altre emozioni: Imbarazzo, Invidia, Noia… E’ un caso che siano state accostate all’adolescenza? Sembra siano solo emozioni “negative”… Fa parte del gioco della crescita?
R: No, non è affatto un caso, poiché la protagonista del film si trova alle soglie dell’adolescenza e dunque alle emozioni primarie, ovvero Gioia, Tristezza, Paura, Rabbia e Disgusto, che costituiscono la dotazione innata di tutti noi, se ne aggiungono altre denominate secondarie, che originano dalla combinazione delle primarie e dall’interazione sociale.
Molto presto si comprende che le nuove arrivate avranno una valenza importante nella nuova fase evolutiva di Riley e, a dispetto della loro fama impopolare, riveleranno degli aspetti positivi: Invidia la spinge a migliorarsi per auto-affermarsi. Ennuí (la Noia) la aiuta a regolare la temperatura emotiva controbilanciando l’intensità eccessiva delle altre emozioni. Imbarazzo la induce a sviluppare ascolto, sensibilità ed empatia, mentre Ansia la sprona a tenere desta l’attenzione nel pianificare e prendere decisioni mantenendo alta la motivazione verso l’obiettivo.
“Inside Out” 2 comunica allo spettatore con la sua immediatezza che crescere è entusiasmante ma anche difficile e che tutte le emozioni, anche quelle perturbanti, vanno accolte, elaborate e gestite, in modo da promuovere la nostra evoluzione ed il nostro benessere in quella complessa, faticosa e commovente avventura che è la vita.