Si fronteggiano faccia a faccia nella corsa alle Elezioni presidenziali 2024 in Iran l’ultraconservatore Said Jalil e il riformatore Massoud Pezeshkian, arrivati al ballottaggio. La scarsa affluenza alle urne potrebbe premiare nuovamente l’ala più conservatrice iraniana, ma i risultati parziali non mostrano alcun vantaggio dell’una o dell’altra fazione.

Elezioni presidenziali 2024: l’Iran va al ballottaggio

L’Ayatollah Ali Khamenei ha invitato ieri, 28 giugno 2024, primo giorno di votazioni alle elezioni anticipate, dopo la morte del presidente iraniano Ebrahim Raisi, avvenuta lo scorso 19 maggio 2024, tutta la popolazione alle urne. La Guida Suprema stessa, infatti, si è recata ai seggi e ha definito la giornata “un giorno di gioia e felicità“.

Tuttavia, il Ministero dell’Interno iraniano ha diffuso in queste ore i risultati parziali dello spoglio elettorale, evidenziando come nessun candidato abbia ottenuto più della metà dei voti. Così, il riformatore Pezeshkian e l’ultraconservatore Jalili andranno al secondo turno, stabilito per il prossimo 5 luglio.

Al momento, risulta che Pezeshkian abbia ottenuto circa 8,3 milioni di voti ed è considerato il simbolo della potenziale svolta della Repubblica islamica, “liberata” dal controllo proprio dell’Ayatollah Khamenei. Il rivale Jalili, invece, ha raccolto 7,19 milioni di voti.

Le elezioni fra boicottaggi e partecipazione

I due sfidanti hanno, però, sorpassato sia l’attuale presidente del Parlamento e conservatore, Mohamad Baquer Ghalibaf, che ha ricevuto solamente 2,68 milioni di voti, e l’unico religioso in lizza, Mostafa Pourmohammadi, con 158.314 voti.

Mentre la Guida Suprema ha detto di “prendere sul serio le elezioni e andare a votare“, a Teheran e in Italia sono sorte mobilitazioni e sit-in di protesta contro queste votazioni, ritenute illegali e inutili senza l’abbattimento del regime che controlla il Paese.

A Roma, infatti, diverse associazioni hanno manifestato ieri davanti l’ambasciata iraniana per ribadire a gran voce che il movimento nato dall’omicidio di Mahsa Amini non si è fermato e che gli iraniani stanno continuando a combattere per avere vere elezioni.