Hangover” è il primo album di inediti di Bloom, il super gruppo alternative rock formata da Giusy Ferreri, Max Zanotti, Roberta Raschellà e Alessandro Ducoli. Bloom è il progetto che Giusy Ferreri ha voluto regalarsi al di là della sua carriera da solista (che continua parallelamente) per esprimere in maniera più pura e completa la sua anima rock che fin dal suo debutto è presente, come lato B-Side, in tutti i suoi dischi.

Bloom presentano Hangover: intervista video esclusiva di Tag24

Tag24 ha incontrato “virtualmente” su Zoom i Bloom per parlare di Hangover e non solo.

Come sono nate le canzoni presenti in Hangover sia dal punto di vista dei testi, sia dal punto di vista delle sonorità?

Questo progetto è nato dalla voglia di poter creare qualcosa di decisamente liberatorio e anche perché io artisticamente avevo voglia di rifare emergere questo lato dark rock che avevo imprigionato negli ultimi anni. L’ho voluto fare nella maniera più coerente, condividendolo con una vera e propria band in cui si fa una ricerca di sonorità, un confronto tra musicisti e grandi artisti, dove si cerca uno stile e si sperimenta. Il lavoro è stato questo, per cui loro hanno realizzato tutta la parte strumentale e il mio obiettivo era quello di scrivere poi dei testi e delle melodie. Siamo arrivati a pensare ad un nome come Hangover per titolo di dell’album perché questo disco è come se fosse il giorno dopo di una sbornia in cui butti fuori tutti i sentimenti, che generalmente trattieni, nella maniera più sincera possibile.

Rose in velluto dark è il secondo singolo estratto: come mai avete deciso di far uscire questo brano e qual è il significato?

Rose in Velluto Dark è il brano giusto come secondo singolo perché si presenta completamente differente da È la verità che è stato il primo singolo uscito. Volevamo far capire di avere un album con diverse sfumature, ma sempre ognuna con un proprio mondo. Ed effettivamente questa differenza tra i due brani si sente parecchio, anche se sono ugualmente potenti ed energici. Il testo ha uno stile noir e le rose in velluto dark stanno a significare il trattenere i sentimenti o viverli in maniera non esattamente corrisposta. Un atteggiamento perverso, se così si può dire, di vivere i sentimenti in maniera anche un po’ nichilistica.

Una domanda un po’ più sul personale: come vi trovate a lavorare voi quattro insieme proprio nella pratica? Magari avete delle cose su cui vi trovate più d’accordo, altre magari invece in cui vi trovate a litigare?

Andiamo abbastanza d’accordo. Preferisco non essere mai presente alle loro sessioni creative (aggiunge Giusy, ndr). Come in qualsiasi relazione vera si va d’accordo su tante cose, ma ci sono quei momenti in cui magari le visioni sono differenti. Ci sono stati momenti in cui chiaramente ognuno di noi aveva una visione, ma poi essere il bello è trovare il compromesso che mette un po’ d’accordo tutti. Non abbiamo mai litigato, però ci siamo confrontati e questa è una cosa credo positiva quando si ha personalità. Proprio questo progetto è super liberatorio e ognuno può sfoggiare liberamente tutta la parte creativa e sentirsi protagonista.

Dal Concerto del Primo Maggio a Sanremo 2025?

La vostra prima apparizione è stata al Concerto del Primo Maggio per presentarvi al pubblico: come mai avete scelto questo palco?

Perché abbiamo scelto il posto in cui potesse piovere di più (ridono, ndr)… Era una occasione così bella per dare un’anticipazione al progetto abbiamo e per questo abbiamo corso tantissimo anche per realizzare i mix e per arrivare in tempo a fare questo tipo di presentazione, visto che si tratta di una vetrina veramente importante e soprattutto coerente. Con i problemi tecnici non sono partite le sequenze e abbiamo vissuto tutto nella maniera più selvaggia possibile.

In tema palchi importanti, vi piacerebbe, ovviamente in questa formazione, partecipare al Festival di Sanremo?

Chiunque suona vorrebbe andare a Sanremo. L’importante è che sia il momento giusto per farlo. Come dico sempre, non è che tutti per forza devono fare dischi se non hanno niente da dire. Nel discorso di Sanremo, quindi, se ci sarà il pezzo giusto e verrà apprezzato volentieri. Proporremo qualcosa e speriamo piaccia, visto che è un genere un po’ insolito per Sanremo.