Una “vendetta pubblica“. Pio Silvestri, Procuratore generale della Corte di conti, descrive così la condizione dei detenuti nelle carceri italiane a causa del sovraffollamento devastante che le caratterizza. Una mancanza di rispetto per la dignità umana che toglie valore alla funzione rieducativa che la pena carceraria dovrebbe avere.

Nella sua critica, Silvestri sottolinea anche la mancanza di un intervento legislativo che investa risorse pubbliche per risolvere il problema.

Sovraffollamento carceri, Silvestri della Corte dei Conti: “Investire risorse pubbliche non è spreco”

La presa di posizione arriva dalla ‘memoria’ di Silvestri per il Giudizio sul Rendiconto Generale dello Stato 2023, e fotografa una piaga atroce, testimoniata dai continui suicidi negli istituti di pena italiani.

Il sovraffollamento è il problema alla radice su cui è necessario intervenire per fermare la deriva delle prigioni nostrane. Luoghi dove vengono gettate all’ammasso persone senza la minima forma di rispetto o dignità, in base a quella visione del carcere come luogo di punizione e non di riabilitazione.

Silvestri parte proprio da questo, dal “fine della carcerazione“, per lanciare il suo appello e, al tempo stesso, il proprio avvertimento, sulla crisi delle carceri italiane:

“La privazione della libertà va rivolta alla rieducazione al rispetto dei valori violati, funzionale al reinserimento in società del trasgressore. Se questo è il fine della carcerazione, il rispetto della dignità e dei diritti di coloro che la subiscono appare un requisito imprescindibile, poiché difficilmente l’istanza rieducativa suonerà credibile nei confronti di chi si trova sopraffatto e trattato come un oggetto”.

In tali, inumane, condizioni, per il Procuratore Generale della Corte dei Conti, la pena viene ad assumere i connotati di una “vendetta pubblica“. Ecco, quindi, l’esortazione nei confronti del decisore politico per un intervento, anche economico, sul problema:

“Le risorse pubbliche costruttivamente utilizzate per creare condizioni di vita più umane nelle carceri, nella prospettiva di un reale reinserimento, non sono sprecate, ma ben impiegate per garantire la sicurezza di tutti”.

Silvestri ricorda come “le condizioni delle carceri riflettono il livello di civiltà di uno Stato”

Quello di Silvestri è, dunque, un invito alla politica ad affrontare seriamente il problema, finora evidentemente trascurato. E, soprattutto, a prendere decisioni realmente risolutive, a discapito di altre già bocciate dagli stessi sindacati di Polizia penitenziaria come, ad esempio, l’indulto.

La ‘memoria’ del presidente della Corte dei conti prende, dunque, atto delle preoccupazioni espresse da tempo dal Garante dei detenuti e da coloro che operano all’interno degli istituti e si offre come spunto di riflessione rivolto sia alle autorità istituzionali sia ai cittadini, troppo spesso appiattiti su una visione semplicistica e persecutoria della detenzione:

“Il documento si propone di offrire elementi e spunti di riflessione alle autorità istituzionalmente preposte e all’opinione pubblica, che non deve disinteressarsi di ciò che accade oltre le mura degli istituti di pena, dal momento che le condizioni delle carceri, com’è noto, rappresentano la misura del livello di civiltà di uno Stato”.

La salute della nostra democrazia, conclude il testo, dipende strettamente dalla condizione delle nostre carceri.