Dentro o fuori, da questo momento in poi l’Italia non può più sbagliare. Domani la squadra di Spalletti scenderà in campo contro la Svizzera per gli ottavi di finale di Euro 2024 e sa bene di non aver più bonus da giocare. Gli Azzurri hanno centrato la qualificazione grazie al gol di Zaccagni, arrivato al 98′ contro la Croazia e per continuare a sognare ora devono cambiare registro. Il Ct sta ragionando sulla formazione e non scioglierà le riserve fino a domani. L’appuntamento è all’Olympiastadion di Berlino, con fischio di inizio domani alle ore 18. Per commentare i risultati di Euro 2024 e soprattutto entrate nel vivo di Svizzera-Italia, Giuseppe Bergomi, ex calciatore e voce di Sky, è intervenuto in esclusiva a Tag24.

Euro 2024, Svizzera-Italia: Bergomi commenta a Tag24 

Le ultime prove tattiche, poi la partenza per Berlino. Mancano circa 24 ore al fischio di inizio del match tra Svizzera ed Italia, valido per gli ottavi di finale degli Europei che si stanno disputando in Germania. Spalletti vuole vedere una squadra diversa rispetto alle ultime due uscite con Spagna e Croazia e spera che il gol di Zaccagni, che ha regalato la qualificazione all’Italia all’ultimo secondo possibile, possa aver fatto scoccare la scintilla. Il Ct dovrà fare i conti con l’assenza di Calafiori, fuori per somma di ammonizioni e sta valutando qualche cambiamento anche a livello offensivo. Serve una svolta e serve ora. Per commentare i risultati di Euro 2024 e soprattutto entrate nel vivo di Svizzera-Italia, Giuseppe Bergomi, ex bandiera dell’Inter e campione del Mondo con gli Azzurri nel 1982, è intervenuto in esclusiva a Tag24.

Domani sera la prima partita di eliminazione diretta, contro la Svizzera. Come vedi l’Italia è quali sono le tue sensazioni?

“E’ una partita difficile, sicuramente, ma noi dobbiamo appellarci alla storia. Per loro, leggendo oggi un po’ i giornali locali e i commenti, è la partita della vita, ma noi siamo l’Italia. È vero che ci hanno eliminato dal Mondiale, ma abbiamo sbagliato il rigore e abbiamo giocato meglio di loro. Per me siamo superiori, ma è chiaro che questo non può essere sufficiente. Se non eleviamo il nostro gioco, rischia però di diventare una partita molto complicata, sebbene io resti convinto che gli Azzurri siano favoriti. Dobbiamo temere la pressione che loro cercheranno di fare, un po’ come hanno fatto con la Germania, ma se mettiamo in campo le nostre qualità dovremmo riuscire a spuntarla”.

Nelle tre gare del girone l’Italia ha approcciato ad ogni partita in modo completamente diverso. Da questo punto di vista che squadra pensi che vedremo domani?

“Mi aspetto un’Italia che sia decisa e coraggiosa, un po’ come successo con l’Albania. Siamo andati subito sotto 1 a 0 e a quel punto ci siamo trovati costretti a recuperare la gara e abbiamo iniziato a giocare per vincere. Il primo tempo è stato davvero molto bello. Con la Spagna invece abbiamo cercato di metterci allo stesso livello, pur sapendo però di essere più deboli. Infine con la Croazia la squadra di Spalletti non mi è dispiaciuta, ma ha cercato più di controllare il match che di andare a vincere. Domani sera sarà una partita da dentro o fuori e vorrei vedere un po’ più di leggerezza, credo che sarebbe importante”.

Scelte di formazione

Non ci sarà ovviamente Calafiori, chi ti aspetti che possa prendere il suo posto?

“Lo farà Bastoni, che lo ha già fatto qualche altra volta anche con l’Inter. Nelle altre partite Alessandro era costretto a rimanere dietro, mentre adesso farà quel tipo di gioco che ha nelle sue corde. Poi per il resto chi giocherà, tra Mancini e Buongiorno, lo deciderà il Ct. La cosa fondamentale è che ci dobbiamo fidare di questi ragazzi”.

Di solito, ad eventi sportivi così importanti, deve scoccare una scintilla. Può essere il gol di Zaccagni?

“Questo direi proprio di sì, assolutamente. In queste competizioni, che siano europee o mondiali, bisogna anche andare a cavalcare l’onda di giocatori che inizialmente partono in panchina e che possono diventare fondamentali. Mi viene in mente, ad esempio, Schillaci. Non dobbiamo sprecare quello che abbiamo ottenuto e per questo, domani, dobbiamo fare una partita completamente diversa rispetto a prima. Continuo a parlare di coraggio. Più che dominare il gioco, dobbiamo avere autostima e convinzione”.

È un’Italia in difficoltà dal punto di vista offensivo?

“Non credo sia un problema soltanto dell’Italia, anche perché dobbiamo considerare che il capocannoniere del torneo, in questo momento, è il giocatore georgiano che ha fatto due gol. Se a memoria guardo indietro, anche 3 anni fa Immobile non ha segnato molto. Lo stesso possiamo dirlo addirittura del Mondiale del 2006. La cosa fondamentale non è in sé e per sé chi fa gol, ma che ci si possa arrivare tramite il gioco. Se poi a segnare è un attaccante, meglio ancora, perché è le massima espressione del calcio. Quel che conta però è che anche i centravanti siano funzionali a ciò che chiede l’allenatore. Se vuoi andare dentro l’area di rigore, sfruttare i cross, è meglio Retegui; se invece vuoi palleggiare e sfruttare l’inserimento di Zaccagni e Chiesa, allora è meglio Scamacca. Quel che è certo è che a uno come Chiesa, io faccio fatica a rinunciare”.