Google indagato dal Fisco italiano per presunta evasione fiscale: per gli anni 2015-2000 sono state eseguite le verifiche fiscali, che sono state concluse nel 2023.
I controlli fiscali hanno portato ad ipotizzare che ci sia una stabile organizzazione sul territorio nazionale, con la sede ubicata a Milano. L’Ires evasa è stata stimata per quasi 110 milioni di euro, a cui si addiziona il mancato versamento delle royalties sugli assets immateriali.
Google indagato dal Fisco italiano su presunta evasione fiscale
Dopo il caso Campari, nel mirino della Guardia di Finanza è finito un altro colosso: si tratta di Google. Il gigante tecnologico sarebbe stato indagato per una presunta evasione fiscale di meno di 900 milioni di euro al centro di un’indagine per omessa dichiarazione dei redditi. Le accuse mosse dai Pm della Procura di Milano derivano dai monitoraggi fiscali svolti tra il 2015 e l’anno 2020. I controlli fiscali ipotizzano l’esistenza di una stabile organizzazione di Google in Italia con sede nel capoluogo lombardo. Secondo il Fisco italiano, Google avrebbe dovuto versare l’Ires sui profitti realizzati in Italia per un importo di quasi 110 milioni di euro.
Secondo le indagini svolte il colosso tecnologico non avrebbe pagato le royalties sugli assets immateriali, come software e licenze fornite dalla società avente sede in Irlanda. Il mancato versamento delle royalties sarebbe pari a 760.000.000 di euro. Le verifiche fiscali relative agli anni 2015-2020 sarebbero state concluse e notificate a Google nel 2023. Gli esiti dei controlli fiscali sarebbero stati trasmessi al Fisco italiano per avviare il procedimento tributario. In seguito all’accertamento fiscale, l’Agenzia delle Entrate avrebbe richiesto a Google il versamento di 1 miliardo di euro, comprese le sanzioni e gli interessi.
Google accusato di evasione fiscale: non è la prima volta
Non è la prima volta che Google sarebbe stato accusato di evasione fiscale dal Fisco italiano. Il colosso tecnologico sarebbe stato indagato altre volte dalla Procura, che gli avrebbe mosso l’accusa di evasione fiscale. Nove anni fa il gigante californiano avrebbe siglato un’intesa con l’Agenzia delle Entrate per sanare e porre fine a liti tributarie. La vicenda si sarebbe conclusa con il versamento di oltre 306 milioni di euro.
Nel corso degli ultimi anni Google, oltre alle accuse di evasione fiscale, ha dovuto far fronte a differenti contestazioni da parte della Commissione comunitaria per abuso di posizione dominante. Tale vicenda si colloca in un ampio contesto di tensioni tra le grandi multinazionali ed i governi, che cercano di assicurare la concorrenza dei player nei mercati e di introitare le entrate fiscali spettanti. Per quanto concerne la vicenda in corso resterà da vedere come terminerà questa indagine e se il colosso tecnologico sarà obbligato a versare le tasse contestate dal Fisco italiano.
L’esito delle indagini svolte dalla Procura di Milano potrebbe avere un impatto determinante non solo sul Fisco italiano, ma anche su altre multinazionali operanti in Italia. Le accuse riguardano la stabile organizzazione non fisica nel capoluogo milanese ed il mancato pagamento delle royalties per assets non materiali.
Fisco indaga un altro colosso: Campari
Oltre a Google, il Fisco italiano indaga un altro colosso: il gigante dell’emblematico Bitter Rosso Campari, il quale avrebbe omesso la dichiarazione di circa 1 miliardo di euro su una base imponibile di cinque miliardi di euro. Il reato sarebbe stato commesso la holding lussemburghese, il quale controlla la maggioranza del gruppo. La Procura ipotizza l’omessa dichiarazione dei redditi e l’omesso versamento delle tasse. Al momento i Pm avrebbero indagato due legali rappresentati.
Secondo l’accusa ci sarebbe una stabile organizzazione della holding lussemburghese sul territorio italiano. Inoltre, non sarebbero state versate le imposte per gli anni dal 2018 all’anno 2020 e per un ammontare pari a 1 miliardo di euro. I legali del gruppo Campari presenteranno le proprie contestazioni nell’ambito del procedimento tributario. Dal punto di vista penale, come avvenuto in precedenza, si terrà debitamente conto di una transazione con l’Agenzia delle Entrate.