E’ stato un colpo di stato contro cui occorre reagire con tutti i mezzi possibili. Non sembra intenzionato ad abbassare i toni il leader della Lega, Matteo Salvini, che oggi – venerdì 28 giugno 2024 – in un video è ritornato sulla questione nomine Ue, bollandole come un colpo di stato.
La Lega e il suo leader sono da sempre la voce più critica all’interno della maggioranza rispetto alle politice dell’Unione Europea e alla guida della commissaria Ursula von der Leyen che il 18 luglio chiederà al Parlamento Europeo il via libera per il secondo mandato.
Più scomoda la posizione del leader di Forza Italia, Antonio Tajani che – in quanto esponente di vertice del Ppe – non può non sostenere il von der Leyen bis nonostante il trattamento ricevuto dall’Italia, chiaramente posta ai margini delle trattative da Ppe, Pse e Renew.
Nomine Ue, Salvini: “E’ stato un colpo di Stato. Stiamo lavorando per un grande gruppo alternativo”
Grida al colpo di stato e annuncia la formazione di un nuovo gruppo a Bruxelles per cambiare l’Europa. Il leader della Lega Matteo Salvini rimarca in un video messaggio le critiche all’accordo sulle nomine sui top jobs raggiunto ieri notte al Consiglio europeo.
“E’ stato un colpo di Stato e la democrazia ci impone di reagire con tutti i mezzi possibili”,
ha dichiarato il leader della Lega accusando i ‘burocrati europei’ di voler riconfermare Ursula von der Leyen e della squadra di governo composta dai socialisti e dalla sinistra. Salvini ha anche annunciato la formazione di un nuovo gruppo all’Europarlamento.
“Noi come Lega stiamo lavorando per un grande gruppo alternativo che porti nei Palazzi di Bruxelles la voglia di cambiamento che milioni di italiani e milioni di europei hanno chiesto con il voto”.
Tajani: “Meloni corretta, FI con Ppe sostiene Von der Leyen”. Perplessità su Costa e Kallas
Il capo della diplomazia italiana, questa mattina in un post su X ha espresso perplessità sulle altre due nomine apicali all’Europarlamento, ovvero, Antonio Costa al Consiglio Europeo e Kaja Kallas come Alto Rappresentante Ue, mentre ha confermato l’appoggi a Ursula von der Leyen e a Roberta Metsola come presidente del Parlamento.
.@forza_italia voterà Metsola Presidente del Parlamento e @vonderleyen della Commissione Ue. In sintonia con @EPP. Molto perplessi su durata della presidenza del Consiglio Ue.A @kajakallas chiediamo impegno chiaro su Sud e MO.Sì all'apertura ai conservatori. No ai verdi.
— Antonio Tajani (@Antonio_Tajani) June 28, 2024
Perplessità che il vicepresidente del Ppe ha ribadito nel corso di un incontro alla Farnesina. Per quanto riguarda la nomina del il socialista Antonio Costa come presidente del Consiglio europeo il leader azzurro ha espresse riserve in merito alla durata del mandato.
“Ho espresso riserve, e continuo a farlo, sulla scelta che riguarda il consiglio. Bisogna tener conto del risultato elettorale: il Ppe ha vinto, i socialisti e i liberali no, quindi non porre limiti alla presidenza socialista del Consiglio europeo provoca in Forza Italia dubbi e perplessità”.
Infine, sul nome di Kaja Kallas come capo della diplomazia europea,
“prima di qualsiasi scelta da parte nostra, di Forza Italia, ci deve essere un chiaro impegno da parte di Kallas di accendere i riflettori anche sul fianco sud e sul Medio Oriente. “
Ha detto Tajani che poi commentando la decisione di Giorgia Meloni in merito al voto a Ursula von der Leyen ha evidenziato:
“Il presidente del Consiglio ha tenuto conto della nostra posizione quando si è astenuta. Siamo il terzo partito in Italia, la seconda forza della coalizione, e il segretario di Forza Italia è anche il vicepresidente del PPE Il governo italiano ha anche un’impronta popolare”.
Il rebus dei numeri, senza Verdi o Ecr von der Leyen rischia
Il leader di Forza Italia ha poi ribadito ancora una volta il suo appoggio a Ecr in maggioranza e il suo no ai Verdi.
Ed è propria quest’ultima la posizione che creerà più problemi alla maggioranza Ue. Tajani ha infatti ribadito il veto ad un accordo con il partito ecologista i cui voti però potrebbero essere necessari, il prossimo 18 luglio in Parlamento, per ottenere l’ok al secondo mandato per Ursula von der Leyen.
Voti che potrebbero arrivare dai Conservatori o da Fratelli d’Italia, come auspica il vicepremier azzurro, ma ad ostacolare il realizzarsi di tale auspicio ci sarebbero i rapporti tesi tra Giorgia Meloni e la triade Ppe-Pse e Renew e il veto dei Socialisti all’apertura ad Ecr in ‘maggioranza’.