Napoli e Conte è quel binomio che qualsiasi tifoso azzurro realizza, per poi cominciare a sognare. Questo è l’effetto che sta producendo il tecnico leccese, in lui vedono quella luce mancata nel post scudetto, ma pronta ad accecare di nuovo secondo Francesco Montervino. “Le sue parole in conferenza hanno entusiasmato, ma anche se non avesse parlato avrebbe sortito lo stesso effetto”, afferma scherzosamente l’ex centrocampista del Napoli (sei anni totali in azzurro per lui: prima dal 2003 al 2004, poi dal 2004 al 2009) che vede le aspettative aumentare sensibilmente.

Anche perchè non ha dubbi: “E’ quel nome capace di poter pensare di aprire un nuovo ciclo“. Nel segno della grinta e delle facce arrabbiate, così come sottolineato da Conte nella conferenza stampa per la sua presentazione. Determinazione, ma niente musi lunghi. Anche qui l’avvertimento c’è stato da parte del tecnico, specie per quanto riguarda capitan Di Lorenzo e Kvaratskhelia, a cui ha posto il veto di cessione.

“Bisogna essere chiari: Di Lorenzo e Kvara non decidono niente. Hanno un contratto, lo devono rispettare; a loro la scelta se rimanere a Napoli contenti o col musone”, sottolinea Francesco Montervino in esclusiva a Tag24.

A Napoli è Conte-mania: le parole di Francesco Montervino a Tag24

Il mantra di Conte per il Napoli è chiaro, ovvero testa bassa e pedalare, un principio che secondo Francesco Montervino ha già stimolato l’ambiente.

D: Sono bastate poche parole per far scatenare l’entusiasmo generale.

R: Avrebbe potuto anche non parlare per far scatenare l’entusiasmo. La gente voleva Conte, lo bramava, e questo sogno alla fine si è esaudito. E’ chiaro che le aspettative sono alte, ma è un allenatore che non ha paura di prendersi le responsabilità e le vuole.

D: Ha ribadito di volere una squadra dalla faccia arrabbiata, è la base della ripartenza?

R: Non c’è dubbio. Conte fa dell’agonismo e della voglia le principali caratteristiche delle sue squadre. Devo essere sincero, mi aspettavo una frase del genere.

D: E’ stato chiaro anche sulle decisioni, vuole avere l’ultima parola e De Laurentiis ha lasciato campo libero: durerà?

R: Mi aspetto che il presidente in alcuni momenti magari possa intervenire. Fino a che uno entra nel punto di vista economico va pure bene; ma se il discorso verte sulle questioni tecniche, allora bisogna lasciare Conte lavorare come meglio crede, dato che ha le competenze per poter sviluppare al meglio le sue idee. Sapete cosa? Vedo meno problemi di quelli che alla fine si pensano, troppi ragionamenti astrusi.

Di Lorenzo e Kvara, il duo della discordia

Per costruire il suo Napoli, Conte vuole che tutti remino dalla stessa parte. E inevitabilmente il discorso verte sui mal di pancia di capitan Di Lorenzo e Kvaratskhelia. A tal proposito Francesco Montervino non ha dubbi.

D: Conte è stato netto anche per quanto riguarda Di Lorenzo e Kvara: veto assoluto alla cessione. Basterà per trattenerli?

R: Kvara e Di Lorenzo non decidono niente. Sono sotto contratto, non possono decidere nulla: devono solo scegliere se rimanere a Napoli col muso o senza. Devono capire se vogliono vivere in maniera serena l’esperienza a Napoli e non con lo stress della gente che ti contesta.

D: Conte lo ha anche sottolineato, per rispettare gli equilibri mancati nell’ultimo anno.

R: Proprio così. Poi sottolineiamo il fatto che questa situazione sia capitata proprio il campionato scorso, perchè prima c’era ordine. Ora bisogna ritornare a quell’equilibrio, senza che nessuno faccia come gli pare.

D: “Non abbiamo i soldi di altre, dobbiamo puntare sulla cultura del lavoro e avere pazienza”, ha sottolineato il tecnico leccese. La piazza può avere questa pazienza?

R: Se inizi a creare di nuovo mentalità per aprire un ciclo, Napoli ti porta ad iniziare a sperare di poter vincere. E’ chiaro che non si può pensare di lottare subito per il titolo: bisogna cercare di essere tra le prime quattro, e se magari verso le ultime giornate ti ritrovi a pochi punti dalla vetta allora puoi tentare il colpaccio; ma pensare di fare un campionato subito da scudetto è un po’ utopistico.