Il 28 giugno di un anno fa la 17enne Michelle Causo veniva trova morta, con il corpo avvolto in un sacco nero, in un carrello abbandonato accanto a dei cassonetti dei rifiuti del quartiere Primavalle, a Roma: era stata uccisa a coltellate da un coetaneo, che le aveva dato appuntamento dopo aver cercato online “come colpire i punti vitali”. Su Tag24 il ricordo dell’amico Valerio.

Michelle Causo, un anno fa l’omicidio: il ricordo dell’amico Valerio

D: Valerio, chi era per te Michelle?

R: “Michelle, Michi, era una persona affidabile e altruista. Non mi ha mai mancato di rispetto, non mi hai mai fatto torti, mi è sempre stata vicina nonostante io sia una persona molto difficile, senza farmi pesare niente. Era preziosa, per tutti. Aveva delle qualità rare al giorno d’oggi”.

D: Da quanto tempo vi conoscevate?

R: “Ci siamo conosciuti tramite i social prima delle scuole medie, poi verso il 2019 abbiamo rafforzato il nostro legame incontrandoci tra comitive”.

D: Un anno fa la tragedia. Come hai saputo che Michelle era stata uccisa? Vi eravate sentiti quel giorno?

R: “Sono stato l’ultima persona a cui ha mandato un messaggio, dopo pochi minuti è stata uccisa. L’ho scoperto dopo ed è una cosa che mi sconvolge ancora adesso, a distanza di un anno. Mi ricordo che ero in palestra e che qualcuno mi disse che a Primavalle era stato trovato il cadavere di una donna. Nonostante Michi fosse sparita da diverse non pensai a lei. Poi mi chiamò Daniela (Bertoneri, la madre della vittima, ndr). Non so descrivere a parole quello che ho sentito, per fortuna a casa con me c’era mia madre”.

Sull’assassino della 17enne

D: Conoscevi il ragazzo che è stato arrestato per l’omicidio?

R: “Lo conoscevo di vista, ci scambiavamo qualche parola se ci incontravamo al Bronx, quando lui si fermava a salutare Michi. Anche per lei era più che altro un conoscente. Di sicuro non ho mai sospettato di lui, non ho mai pensato che potesse arrivare a fare una cosa del genere. Anzi, pensavo che fosse un po’ ingenuo”.

D: Ti sei fatto un’idea del movente? Lui ha sempre parlato di “un debito di droga”, però si pensa che non abbia detto tutta la verità…

R: “Il movente potrebbe anche essere stato un piccolo debito di droga, come ha detto lui: saperlo però non mi aiuta a stare meglio. Niente può ‘giustificare’ ciò che ha fatto”.

D: Per O. sono stati chiesti 20 anni. Da amico di Michelle in cosa speri per la fine del processo?

R: “Penso che 20 anni non siano abbastanza. Andava giudicato da adulto e non da minorenne. Quello che spero non accadrà: mi auguravo che marcisse in galera. Sono dell’idea che certe persone, certe teste non si possano rieducare”.

D: Si dice che in carcere abbia accesso ai social. Ne hai saputo niente?

R: “Non ho so se il profilo di cui si parla sia davvero il suo. Se davvero fosse così sarebbe gravissimo, perché di sicuro ha visualizzato i profili di alcune persone e ha risposto a dei commenti su Tik Tok”.

Ce lo aveva detto anche l’avvocata Claudia Di Brigida: “Sarebbe gravissimo”. E ci aveva anticipato che con i familiari di Michelle avrebbero sollecitato accertamenti sulla vicenda. Oggi intanto presso la Chiesa di Santa Maria della Presentazione, alle ore 18, si terrà una messa in memoria della giovane. Due giorni fa avrebbe compiuto 18 anni.