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Solana

Solana cresce dell’8% in pochi minuti, mentre VanEck presenta il suo ETF spot negli Stati Uniti

L’annuncio di VanEck relativo all’offerta di un Exchange Traded Fund basato su Solana, arrivato nella giornata di ieri, si è tradotto immediatamente sul mercato delle criptovalute. SOL, infatti, nei minuti successivi all’annuncio, ha iniziato a correre in maniera forsennata, crescendo dell’8%.

Dopo essersi arrampicato a 150 dollari, si è nel corso delle ultime ore assestato a quota 145, per effetto delle vendite di chi intendeva trarre profitto dopo aver acquistato a livelli più bassi. Nel corso dei prossimi giorni, però, il token potrebbe approfittare dell’atmosfera di ottimismo instaurata dall’annuncio di VanEck. Mettendosi alle spalle un periodo non proprio facile, in cui il suo prezzo era stato sottoposto ad una serie di tensioni notevoli.

Solana, l’annuncio relativo all’ETF spot fa correre il token

Gli Exchange Traded Funds (ETF) spot basati su valuta virtuale continuano ad attirare grande attenzione da parte degli investitori, negli Stati Uniti. Come dimostra in maniera eloquente quanto sta accadendo in queste ore, dopo una dichiarazione di VanEck sul quinto asset digitale più grande, ovvero Solana.

È infatti bastato l’annuncio relativo all’offerta di un ETF spot basato su SOL per far crescere impetuosamente il suo prezzo. Nei minuti immediatamente successivi ad esso, infatti, il token ha aumentato il suo valore dell’8% circa, arrivando a 150 dollari. Per poi assestarsi intorno a 145 per effetto delle vendite di chi voleva realizzare immediatamente profitti.

A indicare i motivi della decisione di VanEck è stato Matthew Sigel, responsabile della ricerca sulle risorse digitali dell’azienda, che ne evidenziato lo sviluppo, tramite un post su X. In particolare, ha voluto sottolineare come l’azienda ritenga Solana molto simile a Ethereum. A stabilire tale similitudine è il fatto che SOL funziona come un software blockchain open source progettato per gestire varie applicazioni, inclusi pagamenti, trading , giochi e interazioni sociali.

Sigle ha poi aggiunto che, a differenza di Ethereum, Solana funziona come una “singola macchina statale globale” priva di reti di sharding o layer-2. Caratteristiche tali da spingere un gran numero di analisti a indicare la sua blockchain alla stregua di un vero e proprio bastione, per la finanza decentralizzata. Un bastione il quale sembra destinato a rafforzare le sue basi, nell’immediato futuro.

L’incertezza normativa e la posizione della SEC

L’approvazione da parte della Securities and Exchange Commission degli Stati Uniti degli ETF spot su Bitcoin, avvenuta nel mese di gennaio, ha rappresentato l’epilogo di una battaglia durata un decennio. Un epilogo garantito dal fatto che i regolatori statunitensi hanno già da tempo indicato l’asset sottostante, ovvero BTC, alla stregua di una commodity.

Per quanto riguarda Ethereum, al contrario, il via libera è arrivato il mese scorso, ma solo con una certa riluttanza da parte dell’organismo di controllo dei mercati finanziari a stelle e strisce. Il loro lancio, però, non è ancora avvenuto, secondo qualche osservatore a causa dell’ancora incerta posizione su ETH.

Per quanto concerne Solana, potrebbe quindi riproporsi la stessa situazione di incertezza. Lo stesso Sigel, da parte sua, ha affrontato la questione. Nel farlo, ha delineato diverse ragioni per cui VanEck ritiene che sia una commodity, come Bitcoin. Queste le sue parole, al proposito: “Riteniamo che il token nativo, SOL, funzioni in modo simile ad altre materie prime digitali come #bitcoin ed #ETH. Viene utilizzato per pagare le commissioni di transazione e i servizi di elaborazione sulla blockchain. Come l’ether sulla rete Ethereum, SOL può essere scambiato su piattaforme di asset digitali o utilizzato in transazioni peer-to-peer.”

Una posizione la quale ha spinto l’azienda a proporre il suo ETF negli Stati Uniti, innescando un nuovo movimento ascensionale a favore di SOL. Ora non resta che seguire gli sviluppi, per capire meglio se il token sia destinato ad avvantaggiarsene.

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Dario Marchetti

Sono laureato in Lettere e Filosofia con una tesi sul confine orientale d'Italia alla fine della Prima Guerra Mondiale. Scrivo per il web dal 2010, sui più svariati settori, tra cui tecnologia, criptovalute, motori ed economia.

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