Gli equilibri dell’Unione europea continuano ad agitare la acque della politica italiana. Le nomine per i vertici dell’Ue vedono, infatti, Meloni e Lega sul piede di guerra, con Forza Italia cui tocca fare da mediatore, sebbene il capogruppo alla Camera Barelli non risparmi una ‘stoccata’ ai colleghi di maggioranza del Carroccio.
Con lui, anche il senatore Gasparri prova a distendere gli animi, garantendo che l’Italia avrà ciò che le spetta in sede europea. Cosa di cui, però, non sembra convinto Riccardo Magi di +Europa che, come il resto delle opposizioni, accusa la presidente del Consiglio sulla sua incapacità di far valere le ragioni e il ruolo dell’Italia.
Nomine Ue, Barelli (FI) sicuro: “Italia avrà il suo peso in Europa”
La partita dei ‘top jobs’ dell’Unione europea continua ad avere le sue pesanti ripercussioni all’interno dei confini nazionali. Ieri, il segretario della Lega Matteo Salvini parlava esplicitamente di “inciuci” tra popolari e socialisti che insultavano la richiesta di cambiamento dell’Europa espressa dal voto di inizio giugno.
Una posizione dura non diversa, toni a parte, dal malcontento emerso con chiarezza durante le comunicazioni della premier Meloni alla Camera e al Senato. Un accordo, quello del Partito popolare europeo con i Liberali e i Socialdemocratici, lasciando fuori i Conservatori, sui nomi di von der Leyen (alla presidenza della Commissione), Costa (presidente del Consiglio) e Kallas (Alto rappresentante degli Affari esteri) che la presidente del Consiglio non ha affatto apprezzato.
A cercare di placare gli animi e abbassare i toni ci pensa, oggi, Forza Italia con il suo capogruppo alla Camera dei deputati Paolo Barelli, raggiunto dai cronisti tra cui l’inviato di TAG24 Michele Lilla. Che prima, però, ‘rimette al suo posto’ la Lega e il suo segretario senza troppi fronzoli:
“Non c’è nessun inciucio. La questione è puramente matematica. Mi sembra che la Lega abbia 8 parlamentari europei su 760. Difficile che chi ne ha presi solo 8 possa avere un peso. Ma questo lo dice la matematica”.
Barelli ritiene che il Carroccio pretenda che i risultati in Italia delle Elezioni europee abbiano necessariamente una valenza anche negli equilibri istituzionali europei. Una visione, a suo dire, impropria. Tuttavia, il capogruppo azzurro si sente di rassicurare circa il ruolo che l’Italia giocherà all’interno dell’Ue nella prossima legislatura:
“Indipendentemente dal partito del premier o del Paese, è il Paese che conta nella politica dell’Unione europea e l’Italia avrà un peso, com’è corretto che sia“.
Gasparri (FI): “In Europa necessario combinare appartenenza politica e rappresentanza delle nazioni”
Più conciliante Maurizio Gasparri, che cerca di gettare acqua sul fuoco delle polemiche, mostrando comprensione per l’insofferenza di Salvini ma ragionando sulle logiche europee che lo stesso senatore azzurro definisce “complesse“.
“In Europa bisogna combinare l’appartenenza ai gruppi politici con la rappresentanza delle nazioni, perché ognuna di esse, indipendentemente se ha un governo socialista, conservatore o liberale, designerà il suo commissario”.
Gasparri è convinto che Meloni designerà un commissario che sarà all’altezza di rappresentare degnamente gli interessi italiani “e che l’Europa lo accoglierà“, così come avrebbe fatto lo stesso Salvini se fosse stato lui a ricoprire la carica di presidente del Consiglio.
E sul nome del possibile commissario italiano, Gasparri si dice “felicissimo” se la scelta ricadesse su Raffaele Fitto, attuale ministro per gli Affari europei, per le politiche di coesione e per il Pnrr.
Nomine Ue, Magi (+Europa) critico con Meloni: “Prigioniera del doppio ruolo di leader dei Conservatori e del governo italiano”
Ma le tensioni per le nomine Ue non sono solo interne alla maggioranza. Le forze di opposizione sottolineano ripetutamente l’isolamento in cui è caduta l’Italia rappresentata dalla premier Meloni.
Lo ribadisce Riccardo Magi, segretario di +Europa, che attribuisce alla presidente del Consiglio colpe analoghe a quelle che Barelli riconosce a Salvini: confondere il dibattito politico europeo con quello italiano.
“Meloni è diventata prigioniera della sua necessità di tenere insieme il suo ruolo di leader dei Conservatori europei con quello nella maggioranza italiana, e chi ci rimette sono gli interessi degli italiani. Ed è gravissimo per il nostro Paese restare fuori dal governo dell’Unione europea in una legislatura che sarà decisiva per molti motivi”.
Magi, infine, non risparmia una battuta sarcastica sulla premier che, dice, “si fa sempre portavoce della volontà dei cittadini” ma non riesce ad accettare la decisione del popolo europeo che si rispecchia nella composizione del suo Parlamento.