Non più lenta e compassata ma frizzante e imprevedibile. La nuova Svizzera di Yakin è una delle scoperte di Euro 2024 e preoccupa l’Italia in vista degli ottavi di finale. Sabato pomeriggio gli azzurri si giocheranno l’accesso ai quarti contro una delle formazioni più in forma, da non sottovalutare assolutamente. Sono molti i punti di forza della Svizzera, tra nuovi talenti e vecchie conoscenze. Analizziamo nel dettaglio i segreti degli elvetici a Euro 2024.

Euro 2024, la Svizzera punta sulla velocità dei trequartisti

La Svizzera ha chiuso il Gruppo A al secondo posto ma ha rischiato di arrivare prima davanti alla Germania. Yakin ha creato un gruppo solido, abile in difesa e pronto in fase di ripartenza. Proprio questa sembra essere la principale arma di Xhaka e compagni. I trequartisti, su tutti Ndoye e Vargas, hanno già dimostrato di poter far male a chiunque mettendo in difficoltà anche i padroni di casa.

L’Italia dovrà essere brava a non concedere spazi in contropiede. Con una squadra compatta la Svizzera potrebbe faticare maggiormente e allentare la pressione in fase propositiva. Gli elvetici non hanno un numero 9 che sappia proteggere la palla: Duah ed Embolo sono perfetti in ripartenza ma un po’ meno bravi quando si costruisce dal basso.

Il blocco Bologna a centrocampo

Spostandosi a centrocampo troviamo tante conoscenze del calcio italiano. Aebischer e Freuler hanno portato il Bologna in Champions League e stanno confermando il loro valore a Euro 2024. Shaqiri non è ancora al capolinea e può dire la sua in un torneo di questo spessore. Occhi puntati anche su Xhaka, fresco vincitore della Bundesliga con il Leverkusen e vero e proprio faro della Svizzera.

La difesa svizzera soffre i colpi di testa

I tre gol subiti in altrettante partite fotografano una difesa solida ma non impeccabile. Il terzetto Rodriguez-Akanji-Schar è sinonimo di esperienza ma è andato in difficoltà in più di un’occasione. Due dei tre gol incassati sono arrivati di testa e il gioco aereo potrebbe essere una delle carte da sfruttare per Spalletti. D’altronde l’Italia ha già fatto male da palla inattiva e sa bene come replicare.