Nella giornata di ieri è proseguita la discesa del prezzo di Bitcoin, che ora si trova in prossimità di un’altra resistenza considerata importante, quella dei 60mila dollari. A provocare l’ennesimo smottamento, secondo molti osservatori, sarebbe stato lo spostamento di circa 240 milioni di dollari in BTC da parte di un portafogli elettronico etichettato come collegato al governo degli Stati Uniti. Ad essere spostati sono stati i token sequestrati a un indirizzo Coinbase Prime, i quali hanno destato preoccupazioni tra i trader sulla probabile vendita degli asset digitali.
Bitcoin si avvia verso quota 60mila dollari: cosa sta accadendo?
A ricostruire la vicenda che sta attirando l’attenzione di molti trader è stata Arkham Intelligence. La società specializzata nell’analisi di dati blockchain, infatti, ha pubblicato un post affermando che 3.940 BTC sequestrati ad un venditore sul mercato di Silk Road, quello del Dark Web chiuso ormai da anni, sono stati spostati su un wallet collegato al governo di Washington.
Questo quanto affermato dal post: “Questi BTC sono stati originariamente sequestrati al trafficante di narcotici Banmeet Singh e confiscati durante il processo nel gennaio 2024”. Si tratta solo di una piccola parte dei sequestri operati su Silk Road, il mercato ideato da quel Ross Ulbricht cui Donald Trump e Robert Fitzgerald Kennedy Jr. hanno promesso la grazia, in caso di elezione alla Casa Bianca. Il totale, infatti, è prossimo ai 50mila Bitcoin.
Quella di vendere token sequestrati nell’opera di contrasto alle attività illegali, sta ormai diventando una prassi per il governo statunitense. Basti pensare che il passato 2 aprile sono stati ceduti token per circa due miliardi dollari. Mentre nel marzo del 2023 erano stati 9.861 i Bitcoin venduti.
I timori per l’imminente rilascio dei Bitcoin legati a Mt. Gox
Le notizie relative alla vendita dei token da parte del governo degli Stati Uniti, si sono andate peraltro ad inserire in un contesto problematico, per l’icona crypto. Nei giorni passati, infatti, è stato reso noto il piano di rientro dei debitori di Mt. Gox, l’exchange crollato nel 2014. Il rilascio dei Bitcoin collegati a quella vicenda è programmato per i prossimi giorni e la previsione è che saranno immessi sul mercato, in larga parte.
Ove ciò avvenisse, si verrebbe a creare ulteriore pressione di vendita, con ovvie conseguenze sul prezzo di Bitcoin. Se nelle ultime ore molti analisti si sono affannati a gettare acqua sul fuoco, una parte delle preoccupazioni permangono.
Resta invece da capire se le balene hanno ancora intenzione di mantenere le proprie posizioni. Nel corso delle settimane passate, molti analisti hanno rimarcato come i grandi detentori di Bitcoin sembrino intenzionati a non vendere. Se non lo hanno fatto a prezzi più alti, sembra in effetti difficile che possano farlo in un momento così critico.
Anche il governo tedesco sta vendendo
A rendere ancora più intricata l’attuale situazione, contribuiscono anche le vendite del governo tedesco. Un portafogli elettronico collegato ad esso, infatti, ha venduto il 25 giugno oltre 54 milioni di dollari di Bitcoin. Un’operazione che ha visto il trasferimento di 900 BTC in tre distinte transazioni individuali.
Una prima transazione da 200 BTC è stata inviata a Coinbase, mentre il secondo trasferimento da 200 BTC è avvenuto in direzione di Kraken. Infine, una terza operazione, del valore di 500 BTC, è stata inviata all’indirizzo “139Po”, il cui proprietario resta però al momento sconosciuto.
Occorre sottolineare che pur anonimo, questo wallet ha già avuto occasione di interagire con il governo tedesco. Come è avvenuto il 19 giugno e il giorno seguente, quando si è verificata l’effettuazione di due trasferimenti, per 500 e 800 token rispettivamente.
Dopo gli ultimi trasferimenti, il wallet del governo tedesco contiene ancora 46.359 BTC. Il timore è che possano essere presto immessi sul mercato. Ove ciò accadesse, la resistenza a quota 60mila dollari sarebbe facilmente travolta, con conseguenze che potrebbero essere devastanti, per la quotazione di BTC.