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Julian Assange, l'udienza è conclusa: la decisione è rimandata

Julian Assange, il fratello ringrazia la comunità crypto per l’ampio sostegno ricevuto

Senza il sostegno della comunità crypto, Julian Assange non ce l’avrebbe mai fatta. Questa la dichiarazione rilasciata da Gabriel Shipton, il fratellastro del giornalista australiano appena tornato in libertà, dopo essersi dichiarato colpevole di aver violato l’Espionage Act degli Stati Uniti.

Una dichiarazione arrivata peraltro a poche ore dalla donazione di un anonimo Bitcoiner, il quale ha donato più di otto token, circa mezzo milione di dollari, al fondatore di Wikileaks. Una cifra necessaria per il noleggio dell’aereo che ha condotto Assange prima a Saipan e poi in Australia.

Il sostegno di AssangeDAO è stato fondamentale

Alcune ore dopo che Julian Assange si è dichiarato colpevole di aver violato le leggi sullo spionaggio degli Stati Uniti, ricevendo una condanna a cinque anni e due mesi, già ampiamente scontata, è stato il fratellastro del giornalista australiano a tornare sulla vera e propria saga giudiziaria durata 14 anni.

Lo ha fatto ricordando anche il grande sostegno arrivato dalla comunità crittografica riunita in AssangeDAO. L’organizzazione autonoma decentralizzata creata per l’occasione infatti, si è mossa con grande generosità per dare sostegno al fondatore di WikiLeaks nella battaglia contro il governo degli Stati Uniti.

Queste le parole da lui pronunciate al riguardo: “Non ho dubbi che Julian non sarebbe dove è ora se la comunità AssangeDAO non fosse stata così generosa e non avesse raccolto così tanti soldi per contribuire alla sua lotta per la libertà”. Una dichiarazione rilasciata nel corso di un’intervista esclusiva relativa ad una delle vicende giudiziarie più clamorose degli ultimi decenni.

AssangeDAO: di cosa si tratta

AssangeDAO è un’organizzazione autonoma decentralizzata fondata per aiutare la difesa legale di Assange. Nel corso della sua attività ha raccolto circa 53 milioni di dollari in ETH, a partire dal 2022, tramite la vendita di un simbolico NFT. Il ricavato della stessa è stato poi donato alla Wau Holland Stiftung Foundation per finanziare le costose spese legali di Assange e altre spese relative alla campagna per la libertà dell’editore. 

Secondo Shipton la massiccia raccolta fondi da parte della comunità è stata una sorpresa inaspettata. Permettendo infine ad Assange di contare sui mezzi necessari al fine di contrastare gli sforzi del governo degli Stati Uniti di punirlo per la divulgazione di segreti di stato.

Il fratellastro di Julian Assange ha poi aggiunto: “È stato un colpo inaspettato da parte della comunità crittografica che penso abbia colto di sorpresa le persone che stanno dando la caccia a Julian. Pensavano di essere riusciti a dissanguare Julian, prosciugando persino i fondi della nostra famiglia.”

Il fugace contatto tra Julian Assange e Satoshi Nakamoto

Un notevole motivo di interesse, a margine della battaglia legale appena conclusa, è quello relativo al rapporto tra Julian Assange e Satoshi Nakamoto. Il contatto tra i due risale al 2010, quando l’anonimo creatore di Bitcoin chiese al giornalista di non accettare donazioni in criptovaluta a Wikileaks.

Il motivo di quella richiesta è molto semplice: secondo Nakamoto, infatti, ciò avrebbe attirato le attenzioni del governo statunitense sul token. Il timore era, quindi, che le pressioni governative potessero condurre fuorilegge Bitcoin.

Dopo l’inserimento di WikiLeaks nella lista nera per l’accettazione dei metodi di pagamento tradizionali, l’editore no-profit di documenti riservati decise però di accettare BTC come mezzo per sopravvivere. Fornendo in tal modo uno dei primi casi d’uso per i pagamenti on-chain. Un caso d’uso che ha aperto la strada a molti altri. 

E proprio le parole di Shipton sull’utilizzo di Bitcoin da parte di Assange possono servire a spiegare l’ostilità mostrata dai governi nei confronti dell’innovazione finanziaria. Al proposito, ha infatti affermato: “Per molte persone, per molti innovatori, molti tecnologi, la libertà di Julian rappresenta la loro libertà. Ha utilizzato la tecnologia, la crittografia e l’architettura di Internet per diffondere informazioni veritiere”. Un utilizzo destinato ad essere reiterato nel futuro?

Criptovalute, Julian Assange


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Dario Marchetti

Sono laureato in Lettere e Filosofia con una tesi sul confine orientale d'Italia alla fine della Prima Guerra Mondiale. Scrivo per il web dal 2010, sui più svariati settori, tra cui tecnologia, criptovalute, motori ed economia.

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