Fallito il colpo di stato in Bolivia, durato appena tre ore. Il capo dell’esercito Juan José Zuniga è stato arrestato, dopo aver inviato i carri armati a prendere posizione di fronte agli edifici governativi nel pomeriggio di mercoledì 26 giugno 2024.

“Nessuno può toglierci la democrazia che abbiamo conquistato” ha dichiarato il presidente del Paese, Luis Arce, dal balcone del palazzo del governo, davanti a moltissimi sostenitori.

Fallito il colpo di stato in Bolivia: soldati e carri armati si sono ritirati dalla piazza

Le truppe e i carri armati sono entrati in Plaza Murillo, storica piazza della capitale La Paz dove si trovano la Presidenza e il Congresso, suscitando una dura condanna per quello che è stato considerato un “attacco alla democrazia”.

Uno dei carri armati ha tentato di sfondare una porta metallica del palazzo presidenziale mentre il generale Zuniga, capo dell’esercito poi destituito, dichiarava che

le forze armate intendono ristrutturare la democrazia, per renderla una vera democrazia e non una gestita dalle stesse poche persone per 30, 40 anni.

Poco dopo sia i soldati che i carri armati si sono ritirati dalla piazza. Nelle ore successive Zuniga è stato fermato e costretto a salire su un’auto della polizia. “Generale, lei è in arresto” gli ha detto il vice ministro dell’Interno Johnny Aguilera.

Arrestato anche l’ex capo della Marina, Juan Arnez Salvador: insieme a Zuniga è stato indicato come principale artefice del tentato golpe.

Il presidente Arce, in un messaggio televisivo insieme ai suoi ministri, aveva esortato il popolo boliviano “a organizzarsi e mobilitarsi contro il colpo di stato a favore della democrazia”. Anche l’ex presidente Evo Morales aveva sollecitato su X una “mobilitazione nazionale a favore della democrazia”.

Dodici persone sarebbero rimaste ferite in seguito all’irruzione in piazza dell’esercito.

Il ministro della Difesa Novillo: “Situazione sotto controllo”

Il ministro della Difesa boliviano, Edmundo Novillo, ha garantito che la situazione all’interno delle Forze armate è sotto controllo, dopo aver definito ciò che è successo come “una vergogna”. Ha inoltre invitato la popolazione a “riprendere le proprie attività”.

Novillo ha inoltre fatto sapere che il presidente Luis Arce ha dato ai nuovi vertici militari l’incarico di assumere il pieno controllo delle forze armate.

La Bolivia è profondamente polarizzata, dopo anni di instabilità politica. Il Movimento verso il Socialismo (Mas) al potere è lacerato da un conflitto interno tra i sostenitori dell’attuale presidente Arce e il suo ex mentore Evo Morales.

Morales, primo presidente indigeno della Bolivia, ha perso la sua popolarità dopo aver tentato di “aggirare” la Costituzione e di aggiudicarsi un quarto mandato nel 2019. E’ stato costretto a dimettersi tra le proteste per presunti brogli elettorali, per poi tornare nel Paese dopo la vittoria di Arce nel 2020.

Sei mesi fa, la Corte Costituzionale ha squalificato Morales dalle elezioni del 2025, ma lui sta ancora tentando di essere nominato candidato dal partito. Mentre Arce non ha ancora dichiarato se si candiderà nuovamente.

Le condanne internazionali per il tentato golpe

L’amministrazione di Joe Biden ha assicurato di seguire da vicino gli eventi in Bolivia, invitando alla calma.

Condanne contro il golpe sono arrivate anche da tutta l’America Latina, con i leader di Cile, Ecuador, Messico, Perù, Colombia e Venezuela che hanno chiesto il rispetto della democrazia.

Il presidente del Brasile, Luiz Inacio Lula da Silva, ha scritto su X:

Sono un amante della democrazia e voglio che prevalga in tutta l’America Latina. Condanniamo qualsiasi forma di colpo di stato in Bolivia.

Anche il premier spagnolo Pedro Sanchez ha chiesto “il rispetto della democrazia e dello stato di diritto. Mentre l’Organizzazione degli Stati Americani ha affermato che la comunità internazionale

non tollererà alcuna forma di violazione del legittimo ordine costituzionale in Bolivia.