Il quartiere di Magliana, a Roma, sconta ancora il prezzo dei danni provocati dal grave incendio scoppiato lo scorso 20 giugno 2024. A TAG24 il consigliere del Municipio XI di Fratelli d’Italia, Valerio Garipoli, ha puntualmente illustrato le principali criticità della zona e raccontato il terribile fenomeno di degrado che va avanti da oltre 15 anni.

Incendio Magliana a Roma, Garipoli (FdI): “Servono misure concrete per la gestione dei campi abusivi”

Ha destato preoccupazione l’imponente colonna di fumo nero visibile da lontano, che si è sollevata dall’incendio di via Asciano, a Magliana, quartiere periferico della Capitale. L’alto livello di sostanze tossiche liberate nell’aria hanno costretto l’Arpa ha diramare l’allerta diossina e a monitorare la situazione ancora oggi, 27 giugno 2024.

Purtroppo, però, il quartiere non è nuovo a questo genere di episodio e i residenti sono stanchi di vivere in mezzo al degrado e ai rifiuti, abbandonati nei pressi dei campi nomadi formatisi abusivamente in alcune zone di Magliana. Il consigliere del Municipio XI Valerio Garipoli ha descritto a TAG24 la difficile condizione del quartiere:

“L’incendio di via Asciano, a Magliana, ha messo in luce una situazione difficile e paradossale, poiché l’insediamento abusivo di nomadi è ben conosciuto. Così come quello sotto al viadotto e quello nei pressi di via Isacco Newton, localizzato sotto un altro cavalcavia. Quindi, il fenomeno degli insediamenti abusivi, purtroppo, è riscontrabile e non è mai stato gestito.

Sembra quasi che il piano di gestione di riferimento sia uscito dall’agenda politica della maggioranza del centrosinistra. Secondo me è una mancanza di responsabilità in primis per la scarsa sicurezza, poi, anche per le politiche permissiviste, non gestite appieno con la consapevolezza delle richieste del territorio e buonismo di parte, sul quale noi oggi sentiamo di dover risolvere. Perché gli insediamenti abusivi generano degrado, illegalità, roghi tossici.

L’ultimo, quello del 20 giugno 2024, ha creato non pochi allarmi, non a caso, dopo le rilevazioni dell’Arpa, sono emerse sostanze inquinanti nell’aria. Proprio per questo è arrivata, poi, l’ordinanza del sindaco, dove – di fatto – ha palesato, secondo me, delle problematiche anche di gestione di Roma Capitale per i rifiuti ingombranti presenti a via Asciano”.

Campi nomadi abusivi: un fenomeno dilagante e senza freni

Punto fondamentale di questa situazione delicata è, però, proprio la mancanza di politiche di gestione non solo degli stessi campi nomadi abusivi, ma anche dello smaltimento dei rifiuti e della riqualificazione di alcune aree a ridosso del Tevere.

D: Quanto sono grandi questi campi?

R: Quello coinvolto nell’incendio è di dimensione medio-grande, su un’area golenale del Tevere. Parliamo di un insediamento abusivo ben conosciuto. Purtroppo, Magliana ha molteplici coni d’ombra a ridosso degli argini del Tevere, dove ci sono stanziamenti abusivi. Nel quadrante che costeggia Magliana, di fatto, abbiamo diverse situazioni critiche, che, però, interessano gran parte della città.

Infatti, tali roghi e situazioni paradossali creano dei disagi a tutta la cittadinanza, perché – ad esempio – quest’ultimo incendio ha causato problemi anche a Marconi, Trullo, Montagnola, Ostiense, Eur, oltre che Magliana. Questo, secondo me, ha provocato una forma di insicurezza. Per cui, concordo che una bonifica dell’area golenale la gestione sia di competenza della Regione Lazio e i rifiuti ingombranti del Dipartimento Ambientale. Ma la sicurezza – che è un punto fondamentale della gestione degli insediamenti nomadi abusivi – è del Comitato Provinciale per l’Ordine e la Sicurezza Pubblica. Ovvero, di quell’apparato della sicurezza pubblica che deve essere convocato in momenti critici, nei quali partecipa anche il sindaco, che, come ufficiale di governo, può adottare anche dei provvedimenti urgenti per prevenire ed eliminare i gravi pericoli all’incolumità pubblica.

Il rimpallo delle responsabilità sul territorio non paga. Non si arriverebbe a una soluzione seria, che è, poi, quella della gestione delle politiche migratorie e degli insediamenti nomadi abusivi. Ad ognuno, inoltre, toccherebbero le responsabilità delle particelle catastali di competenza. È paradossale, però, che negli ultimi 15-20 anni nessuno si ponga mai la questione della risoluzione immediata degli insediamenti abusivi nomadi.

Il dramma di Magliana: da 15 anni roghi e colonne di fumo tossico

Come sottolineato dal consigliere di Fratelli d’Italia, infatti, la questione dei roghi non è, infatti, nuova e, anzi, ben conosciuta. La domanda dunque sorge spontanea: come è possibile che non si riesca a trovare una soluzione efficace alla problematica?

D: Si sa se l’incendio sia stato di matrice dolosa o accidentale?

R: Purtroppo, no. Attendiamo ancora i riscontri delle autorità e dei vigili del fuoco. Il rapporto dell’Arpa del 25 giugno 2024, ha rilevato un lieve abbassamento del livello di diossina nell’aria, ma l’allarme rimane ancora elevato. Non possiamo ricordarci all’improvviso che esistono insediamenti nomadi abusivi solamente quando ci sono roghi tossici o colonne di fumo visibili da tutta la città.

D: Questa non è la prima volta…

R: No, infatti. Nell’arco degli ultimi 15 anni sarà successo almeno altre 5 o 6 volte. Sembrano cicliche anche le modalità di attuazione di queste situazioni. Certo, ribadisco, siamo ancora in attesa del riscontro delle forze dell’ordine che certifichi e appuri le cause del rogo. Tuttavia, trovo assurdo che a ridosso dell’estate si scatenino nuovamente fenomeni così ampi. Credo, quindi, nel condividere una politica e gestire un fenomeno in maniera seria e articolata.

Questo può avvenire attraverso lo smantellamento dei campi abusivi, la riqualificazione del territorio, un censimento delle persone all’interno degli insediamenti e poi avviare delle politiche: coloro che possono restare sul territorio italiano, che hanno i requisiti per iniziare il loro percorso, possono intraprenderlo come tutti i cittadini italiani. Semplicemente non possiamo tollerare situazioni di illegalità diffusa.

D: Ci sono campi nomadi autorizzati? Lì com’è la situazione?

R: Il campo nomadi ufficiale è il Villaggio della solidarietà di Candoni, in zona Muratella e creato sotto la giunta Rutelli nel 1996. L’insediamento è passato da 600/650 ospiti iniziali a oltre mille e questo è notevole causa di problemi: sversamento di rifiuti, compagini fuoriuscite dal campo per faide interne culturali. Quindi, è da smantellare quanto prima, perché ha creato problemi sia alla cittadinanza e alla vicina autorimessa Atac, i cui mezzi sono continuamente vandalizzati e dove si trova anche un asilo nido.