Nessuna data, almeno per il momento, per l’elezione dei quattro consiglieri di amministrazione Rai da parte del Parlamento. Le capigruppo di Camera e Senato non hanno incluso l’appuntamento nel calendario di luglio ed è quindi possibile che a questo punto i tempi si allunghino. Si attenderà, a quanto pare, almeno la pronuncia del Consiglio di Stato, prevista per il 4 luglio, sul ricorso presentato da quattro candidati al cda, secondo i quali il sistema delle nomine presenterebbe profili di illegittimità costituzionale, ponendosi in contrasto con l’European Media Freedom Act. In questo senso si è espressa la presidente della Commissione di Vigilanza, Barbara Floridia. “È opportuno che sulle nomine dei membri del cda Rai si tenga conto della prossima pronuncia del Consiglio di Stato – ha sottolineato -. Non è il momento di strappi ed è necessario evitare possibili sovrapposizioni e caos”. Quindi l’appello per “l’urgentissima” riforma della governance. “Non è accettabile – ha proseguito – che i vertici della tv pubblica vengano nominati sulla base di una legge che contrasta con i principi del Media freedom Act europeo rendendolo di fatto illegittimo. Se anche si arriverà a questo esito, il prossimo cda non potrà che essere l’ultimo nominato con la legge Renzi del 2015”.

Potrebbe cambiare il metodo di nomina del Cda

Sulla stessa linea anche la segretaria del Pd, Elly Schlein. “E’ stato approvato in Ue il Media Freedom Act e il Governo italiano non può non tenerne conto in questa sua occupazione bulimica dell’informazione – ha sottolineato -. Il Media Freedom Act prevede una riforma del sistema di governance. Noi continuiamo a insistere che la strada sia questa riforma. Noi vogliamo discutere già adesso di questo, con le forze di opposizione ma anche con quelle di maggioranza”. I dem non hanno “ancora discusso – ha confermato Schlein – dell’indicazione di un membro del cda”. Sul tavolo c’è anche la possibilità di non partecipare al voto per esprimere, appunto, contrarietà all’attuale legge e spingere per la riforma. Con lo slittamento del voto non è escluso, a questo punto, che sia l’attuale vertice a presentare i palinsesti il 19 luglio a Napoli.