La solitudine rappresenta un problema di salute pubblica sempre più preoccupante, soprattutto per le persone che superano i 50 anni.

Diversi studi scientifici hanno evidenziato una correlazione tra solitudine e un aumentato rischio di ictus, un evento cerebrovascolare improvviso che può avere conseguenze gravi e persino letali.

In questo articolo vedremo proprio il legame tra solitudine e ictus negli over 50, le possibili cause di questa associazione e fornendo strategie concrete per contrastare la solitudine e promuovere il benessere fisico e mentale in questa fase della vita.

La solitudine dopo i 50 anni può fare la differenza tra la vita o la morte

La solitudine non è solo uno stato mentale: potrebbe essere una questione di vita o di morte.

Almeno, questo è quanto emerge da una ricerca innovativa condotta da Harvard. Il loro ultimo studio esplora come i sentimenti di isolamento, spesso considerati una parte naturale del processo di invecchiamento, possano aumentare significativamente le probabilità di subire un ictus devastante tra gli adulti di mezza età e gli anziani.

La solitudine è sempre più vista come un grave problema di salute pubblica. I nostri risultati evidenziano ulteriormente il motivo di ciò”, ha affermato Yenee Soh, ScD, della Harvard TH Chan School of Public Health, in una dichiarazione. “Soprattutto se sperimentata cronicamente, il nostro studio suggerisce che la solitudine può avere un ruolo significativo nell’incidenza dell’ictus, che è già una delle principali cause di disabilità e mortalità a lungo termine a livello globale”.

Come capire se soffri di solitudine?

Più di un terzo degli adulti con età pari o superiore a 45 anni riferisce di sentirsi solo, secondo un rapporto del 2020 delle National Academies of Sciences, Engineering, and Medicine. La solitudine è definita come la sensazione di isolamento, indipendentemente dalla quantità di interazioni sociali.

In questo recente studio, i ricercatori hanno analizzato i risultati di una scala di valutazione della solitudine su oltre 12.000 persone di età pari o superiore a 50 anni, nel periodo dal 2006 al 2018. All’inizio dello studio, nessuno dei partecipanti aveva una storia di ictus. È stato chiesto loro:

  • Quanto spesso senti la mancanza di compagnia?
  • Quanto spesso ti senti escluso?
  • Quanto spesso ti senti isolato dagli altri?

Le persone che hanno riportato una sensazione di solitudine cronica avevano un rischio di ictus superiore del 56% rispetto a coloro che non si sentivano soli. Non è stato riscontrato un rischio significativamente maggiore di ictus per chi riferiva una solitudine temporanea rispetto a quella cronica. I risultati sono stati pubblicati lunedì sulla rivista eClinical Medicine.

L’ictus è la quinta causa di morte negli Stati Uniti e si verifica principalmente quando il flusso sanguigno al cervello viene interrotto, causando danni cerebrali o morte per la mancanza di ossigeno e nutrienti.

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In che modo la solitudine può farti ammalare

La solitudine cronica può avere numerosi effetti negativi sul fisico. Uno studio del 2021 condotto dal geriatra Johannes Pantel, che esamina i rischi per la salute associati alla solitudine e all’isolamento sociale tra gli anziani, mostra che la solitudine aumenta l’incidenza di molte malattie croniche in età avanzata e ne peggiora la prognosi. Tra queste malattie rientrano le patologie coronariche, gli ictus, gli infarti e il diabete.

Gli anziani che vivono in isolamento hanno una minore aspettativa di vita. Una meta-analisi di 148 studi significativi ha concluso che la mortalità precoce tra le persone socialmente isolate è aumentata del 50%.

La solitudine cronica può portare a malattie fisiche per diversi motivi. In primo luogo, l’isolamento sociale è associato a livelli più elevati di stress, che può avere effetti dannosi sul sistema cardiovascolare, aumentare la pressione sanguigna e provocare infiammazioni.

Inoltre, le persone che si sentono sole spesso adottano comportamenti meno salutari, come una scarsa alimentazione, mancanza di esercizio fisico e consumo eccessivo di alcol o tabacco. Infine, la solitudine può influire negativamente sul sistema immunitario, rendendo il corpo più vulnerabile a infezioni e malattie croniche.

Le comunità dovrebbero creare spazi e opportunità per la socializzazione, come centri comunitari e programmi di attività ricreative, può favorire l’integrazione sociale. Promuovere il coinvolgimento degli anziani nelle attività di volontariato o nelle organizzazioni locali può dare loro un senso di scopo e appartenenza.

Inoltre, sviluppare reti di supporto intergenerazionale, in cui i giovani interagiscono e sostengono gli anziani, può rafforzare i legami sociali e ridurre il senso di solitudine.