Oggi, praticamente ogni persona possiede un conto in banca, essendo la moneta elettronica sempre più prevalente rispetto a quella tradizionale. I vantaggi di avere un conto corrente sono molteplici, dalla maggiore sicurezza nelle transazioni al rischio ridotto di smarrire denaro contante. Inoltre, le banche offrono diverse tipologie di conti correnti adatti a ogni esigenza economica. Ogni conto è dotato di un codice IBAN, essenziale per effettuare e ricevere bonifici. La domanda che ci si può porre è la seguente: a quali dati personali si può risalire con l’IBAN del proprio conto corrente?

Con il codice IBAN si può risalire a dati personali? Cos’è l’IBAN, prima di tutto

Il codice IBAN (International Bank Account Number) è una sequenza alfanumerica che identifica in modo univoco un conto corrente bancario e il suo intestatario. È necessario per eseguire specifiche operazioni bancarie, come i bonifici. Conoscendo l’IBAN del destinatario, è possibile effettuare accrediti, mentre per ricevere pagamenti è sufficiente comunicare il proprio IBAN al mittente. L’IBAN è inoltre utilizzato per l’accredito di stipendi o pensioni e per le domiciliazioni bancarie, che consentono il pagamento automatico delle bollette.

In Italia, l’IBAN è composto da 27 caratteri alfanumerici. Le prime due lettere indicano il paese di provenienza del conto (ad esempio, IT per Italia, GB per Regno Unito, DE per Germania). Le ultime 12 cifre corrispondono al numero di conto corrente. Quindi, il codice IBAN consente di identificare il conto corrente specifico, ma non fornisce direttamente informazioni sull’intestatario.

Dati personali conoscendo l’IBAN: è possibile risalire all’intestatario del conto corrente?

Sebbene il codice IBAN permetta di identificare il numero di conto corrente e l’istituto bancario presso cui è aperto, non consente di risalire direttamente all’identità dell’intestatario. Tuttavia, l’IBAN può fornire indicazioni utili come il paese di origine del conto e la banca presso cui è stato aperto.

Eccezioni legali

In alcuni casi specifici, è possibile risalire all’intestatario del conto tramite il codice IBAN. Ad esempio, la Cassazione, con l’ordinanza n. 17415 del 25 giugno 2024, ha stabilito che, in caso di errore nell’esecuzione di un bonifico, la banca ha l’obbligo di comunicare il nome del beneficiario erroneamente accreditato. Questo avviene per permettere al vero destinatario del bonifico di individuare chi ha ricevuto il pagamento.

Responsabilità delle banche

Le banche non sono tenute a verificare costantemente l’esattezza delle informazioni fornite dai clienti per i bonifici, soprattutto nei sistemi di home banking. Tuttavia, hanno la responsabilità di garantire che l’operazione sia eseguita correttamente, adottando tutte le precauzioni necessarie per evitare errori. In caso di errore, la banca deve fornire assistenza per rintracciare chi ha ricevuto l’accredito errato, fornendo i dati anagrafici o societari necessari.

Procedure di sicurezza e privacy: protezione dati personali e come proteggere l’IBAN

Le informazioni sull’intestatario del conto non sono generalmente accessibili tramite il codice IBAN a causa delle normative sulla privacy. Tuttavia, in situazioni particolari come errori di bonifico, le banche sono tenute a cooperare per risolvere il problema, fornendo i dati necessari per identificare l’intestatario.

È consigliabile condividere il proprio IBAN solo con persone o enti di fiducia. Sebbene il rischio di frode sia basso, è sempre prudente evitare di diffondere indiscriminatamente le proprie coordinate bancarie.

Come verificare la regolarità di un codice IBAN

Se bisogna effettuare un bonifico e si hanno dubbi sulla correttezza delle coordinate IBAN fornite, il primo passo è contattare la persona che ti fornito l’IBAN per confermarne l’esattezza. Questo semplice passo può evitare errori costosi.

Inoltre, esistono diversi siti internet che offrono servizi per verificare la validità di un codice IBAN. Questi strumenti online permettono di inserire l’IBAN in tuo possesso e verificare se esiste e corrisponde effettivamente a un conto corrente attivo. Questi servizi non forniscono informazioni sull’intestatario del conto, ma solo sulla validità dell’IBAN.

Come i truffatori sfruttano l’IBAN

Un codice IBAN può essere sfruttato dai truffatori per richiedere addebiti diretti su conti bancari in negozi online. Tuttavia, questo metodo non è particolarmente redditizio per i truffatori, poiché i mandati di pagamento possono essere contestati e stornati entro un anno.

I truffatori possono utilizzare indirizzi e copie di documenti d’identità falsificati per aprire nuovi conti bancari a nome delle vittime. Questi conti possono poi essere utilizzati per attività criminali, complicando la situazione legale per la vittima, che deve dimostrare di non essere responsabile delle azioni compiute.

Le banche implementano sistemi di doppia autenticazione per migliorare la sicurezza delle transazioni online. Nonostante questo, i truffatori avanzati possono trovare modi per aggirare queste misure, motivo per cui è fondamentale mantenere alta la guardia e adottare tutte le precauzioni possibili.